28 marzo 2024
Aggiornato 20:00
Mille Miglia

La 1000 Miglia torna a Milano dopo 70 anni, con una tappa in piazza Duomo

Ingresso da piazzale Corvetto il 19 maggio, poi Arese e Monza. Accadrà durante l'ultima frazione che porterà la carovana storica fino a Brescia per il traguardo

MILANO – La 1000 Miglia torna a Milano dopo 70 anni e per la prima volta fa tappa nel cuore della città, in piazza del Duomo, omaggio al luogo dove fu ideata nei primi anni Venti da Franco Mazzotti, Aymo Maggi e Renzo Castagneto. I tre bresciani infatti, gareggiando in velocità con il treno a bordo delle loro auto, erano soliti ritrovarsi ogni settimana al Biffi in Galleria, covo milanese di altri appassionati di automobilismo. Da qui l'idea di far passare la trentaseiesima rievocazione della gara di velocità disputata tra il 1927 e il 1957 all'ombra della Madonnina. Succederà sabato 19 maggio, in occasione dell'ultima tappa Parma-Brescia, con l'ingresso in città da piazzale Corvetto e con il controllo timbro sotto le guglie della cattedrale ambrosiana. Dopo il passaggio a Milano, i veicoli si dirigeranno verso Arese e il rinnovato Museo Storico Alfa Romeo, conosciuto anche come «la macchina del tempo», dove saranno disputate alcune prove cronometrate sul piccolo circuito dell'ex stabilimento del Biscione. Sarà anche questo un omaggio, a novant'anni di distanza, alla vittoria di Campari e Ramponi del 1928, con l'Alfa Romeo 6C 1500 SS. Successivamente il convoglio, formato da 450 equipaggi per un totale di 900 persone da 34 diversi Paesi, di tutti i continenti (28% gli italiani), passerà dall'Autodromo di Monza prima di tornare a Brescia da dove è prevista la partenza il 16 maggio.

Giro d'Italia
Quella milanese è l'ultima di quattro tappe, da Brescia a Cervia-Milano Marittima, da Cervia-Milano Marittima a Roma, da Roma a Parma e da Parma a Brescia, che si svolgeranno lungo i 1.743 chilometri di strade con 112 prove cronometrate e sei prove di media oraria. Il percorso originario della 1000 Miglia, non prevedeva il passaggio nel capoluogo lombardo. Fu solo nel 1947 che la corsa transitò per la prima volta nel territorio milanese. Durante il periodo bellico, i ponti sul fiume Po erano stati distrutti e, nel 1947, non ancora completamente ricostruiti. Al ritorno da Roma, per non rischiare il passaggio su ponti provvisori o di barche, gli organizzatori furono costretti a deviare la corsa su Torino, dove si trovava l'unico ponte in grado di reggere in sicurezza il passaggio di ottantotto auto da competizione. Per questo motivo, sia nel 1947 sia nel 1948, la 1000 Miglia passò in provincia di Milano senza però entrare mai in città.

I concorrenti
Le 450 automobili accettate alla 1000 Miglia 2018 appartengono a 73 marche diverse. Due altre marche non sono state accettate: Borgward e Volkswagen. Gli esemplari che hanno preso parte a una delle edizioni della 1000 Miglia dal 1927 al 1957 sono 101. Gli equipaggi in lista d'attesa, pronti a sostituire eventuali defezioni, sono 121. La sostituzione di una vettura avverrà con un modello il più simile possibile. La casa automobilistica più rappresentata è Fiat con 49 vetture; a seguire Alfa Romeo con 47, Jaguar con 35 e Mercedes-Benz con 33. «Sono molto contento – ha detto il sindaco, Giuseppe Sala, durante la presentazione a Palazzo Marino – e spero che non sia un ritorno una tantum perché il marchio 1000 Miglia è prestigioso e perfettamente allineato a quello che oggi Milano è e vuole essere: internazionale e legata a eventi con passione e storia, che si agganciano alla storia del Paese con capacità di essere antichi e profondamente contemporanei allo stesso tempo». «Accolgo l'invito del sindaco – ha aggiunto l'amministratore delegato di 1000 Miglia Alberto Piantoni – anche per eventuali altre iniziative che potremmo fare a Milano. Passare per questa città, punto di riferimento per design, moda e per un modo di agire che ha molti punti in comune con noi, oggi è imprescindibile. Milano condivide infatti nel suo patrimonio genetico molte analogie con il Dna di 1000 Miglia. Una città contemporanea e cosmopolita, che non teme di attraversare il futuro senza disperdere la consapevolezza del proprio passato, che ha radici profondamente salde».

(Fonte: Askanews)