20 aprile 2024
Aggiornato 11:30
MotoGP | Test Qatar

La Yamaha è tornata (di nuovo): ora Valentino Rossi sorride

Dalla resurrezione alla crisi al riscatto nell'arco di tre giorni: questa pazza M1 sembra sulle montagne russe. E, secondo il Dottore, ci resterà per tutto l'anno

Valentino Rossi in pista con la Yamaha nei test in Qatar
Valentino Rossi in pista con la Yamaha nei test in Qatar Foto: MotoGP

DOHA – Alla fine la tanto attesa impennata della Yamaha è arrivata. Il pilota satellite Johann Zarco è stato il più veloce di tutti nei test pre-campionato in Qatar, e dietro di lui si è rivisto anche Valentino Rossi, secondo a poco meno di due decimi e mezzo (e, soprattutto, autore di un buon passo nella simulazione di gara). Niente male, per una squadra che solo ieri sembrava in crisi nera. «Sono abbastanza contento dopo questo test – afferma il Dottore – Penso che abbiamo lavorato sodo durante i tre giorni e nel pomeriggio finale abbiamo messo tutto insieme: sono riuscito a compiere un ottimo giro, che mi è valso la seconda posizione, e avevo anche un buon passo. Ma non sappiamo cosa succederà in gara, siamo tutti molto vicini e ci sono molti piloti forti».

Salto nel buio
La principale incognita per la casa dei Diapason, tuttavia, continua ad essere l'estrema incostanza di rendimento. I valori in campo cambiano non solo di pista in pista (Vale si era piazzato nono a Sepang e dodicesimo a Buriram, prima di artigliare il secondo posto a Losail), ma addirittura di giorno in giorno, come ha dimostrato il continuo ribaltamento della situazione in questi test: dall'effimera resurrezione di giovedì, al disastro di venerdì, all'ennesimo riscatto del sabato. E il fenomeno di Tavullia sembra già rassegnato a dover restare sulle montagne russe anche per tutta questa stagione. «Continuiamo a soffrire con le gomme, sia la anteriore che la posteriore, e sono riuscito a completare solo metà simulazione di gara – racconta il nove volte iridato – Abbiamo cercato molte soluzioni diverse per migliorare lo pneumatico davanti e sono caduto mentre provavo la mescola dura. Con l'altra gomma che mi piace, invece, è difficile arrivare alla fine. Non avevo un'ottima sensazione e sono scivolato, ma sto bene. Fino a metà distanza di gara sono forte, ma da quel punto alla fine mancano altri dieci giri in cui dobbiamo capire cosa succederà. Lo scopriremo tra due settimane. Quello che abbiamo scoperto durante questi test invernali è che, come l'anno scorso, la situazione cambierà molto da una pista all'altra: in Thailandia abbiamo fatto molta fatica, mentre qui siamo competitivi. Perciò sarà impegnativo, per tutti spero, e sarà molto importante cercare di non soffrire troppo nelle piste più difficili. Siamo tutti molto vicini e la linea che passa tra andare forte o non andare abbastanza forte è molto, molto sottile».

Cosa e come
Gli obiettivi fissati da Valentino Rossi alla vigilia della sua ventitreesima stagione nel Motomondiale sono chiari: «Cercare di essere più competitivo dell'anno scorso, di fare più punti, più podi e soprattutto di non soffrire così tanto in piste che mi piacciono come Jerez o Barcellona. Vorrei cercare di restare più spesso possibile nei primi cinque». E altrettanto chiara è la strada che indica alla sua Yamaha per ottenerli, questi obiettivi: «Per me la Yamaha deve lavorare sodo, specialmente sull'elettronica, e credo che sotto quel punto di vista ci sia ancora molto da migliorare. La motivazione è alta, vogliamo cercare di vincere, ma non è facile: non so quanto tempo ci vorrà. Per me quello è il nostro principale punto debole».

Dall'altro lato del garage
Chi è apparso molto più deluso all'interno del box in blu è invece il suo compagno di squadra Maverick Vinales, che un anno fa qui in Qatar vinse il suo Gran Premio di debutto con la M1. «Sì, Maverick sembrava molto giù, ma alla fine si è piazzato quinto – fa notare il numero 46 – Il fatto è che lui vorrebbe sempre essere primo con un secondo di vantaggio, ogni giorno: il suo è un approccio diverso, perché è giovane. Ma nella MotoGP moderna le cose sono cambiate molto, per me, perché il limite delle gomme è molto vicino per tutti, quindi a volte c'è da soffrire». I test si sono conclusi con mezz'ora di prove sull'asfalto bagnato artificialmente, per valutare le condizioni di visibilità e sicurezza nell'eventualità di una gara notturna sotto la pioggia: «È andata bene, penso che possiamo correre. Ho girato da solo, quindi non so cosa accadrebbe in gruppo, ma la mia sensazione è che si possa guidare senza troppi problemi di notte e sembra che l'aderenza della pista con il bagnato sia normale».