29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
MotoGP

Buon compleanno Valentino Rossi: 39 anni raccontati da lui (e dai suoi)

Il nostro modo di fare gli auguri al Dottore, ripercorrendo la sua vita e la sua carriera con alcune famose dichiarazioni, sue e di chi gli è rimasto più vicino

Valentino Rossi a fianco della sua nuova moto, la Yamaha M1 2018
Valentino Rossi a fianco della sua nuova moto, la Yamaha M1 2018 Foto: Yamaha

ROMA – Valentino Rossi nasce a Urbino (per poi trasferirsi da giovanissimo a Tavullia) il 16 febbraio 1979 dalla geometra Stefania Palma e dall'ex pilota Graziano Rossi. Dal papà non eredita solo la passione per le due ruote, ma anche il numero di gara, il mitico 46: «Il numero che aveva Graziano quando ha vinto il suo primo Gran Premio, con la Morbidelli 250, nel 1979. Proprio l’anno in cui sono nato io». È lui a regalargli il suo primissimo bolide, «un piccolo motorino da cross rosso, con la scritta 'Mre' sul sedile blu. Me l’ha regalato il mio babbo quando avevo circa tre anni. Mi faceva girare nel giardino intorno alla casa a Tavullia, all’inizio con le rotelline, poi senza». Poi vennero i kart e le minimoto: «Era il 1989 quando trovai la mia prima minimoto sotto l’albero di Natale. Me la regalò Graziano, il mio babbo». Ma papà Graziano ricorda che il piccolo Valentino non disdegnava proprio nessun mezzo, perfino l'Ape Piaggio: «Ad un certo punto, l’Ape diventò a Tavullia il mezzo da corsa, non più di locomozione. Mi ricordo che l’ultima Ape che Valentino ebbe tra le mani aveva più di 40 cavalli e faceva i 140 all’ora, un mezzo talmente pericoloso…».

Gli inizi e i successi
Dalla strada ai circuiti, il passo fu breve. Nel 1993 esordì nel campionato italiano Sport Production con la Cagiva Mito 125, per poi trionfare un anno dopo. Abbandonato definitivamente il liceo linguistico, nel 1995 Vale vinse l'Italiano e arrivò terzo nell'Europeo 125 con la Aprilia. La stessa casa che lo portò al debutto nel Motomondiale, dove a Brno, il 18 agosto 1996, ottenne la sua prima storica vittoria. «Nel giro di pochi giorni ho fatto l’amore per la prima volta, ho preso la prima pole e la prima vittoria. Il weekend perfetto», ricorda lui. Solo una stagione più tardi seguì il primo titolo. Stesso schema in classe 250: secondo nel 1998, iridato nel 1999. E nella classe regina: esordio nel 2000 con la Honda 500, primo Mondiale nel 2001. Ne seguiranno altri quattro consecutivi, di Mondiali, in MotoGP, con in mezzo il passaggio alla Yamaha. Due anni di riposo (un secondo posto nel 2006 e un terzo nel 2007) e poi ancora l'ottavo e il nono titolo. Da allora la decima è diventata la sua ossessione, la sua maledizione: negatagli dall'infortunio del 2010, dal biennio nero della Ducati, e poi dal biscotto del 2015, ad opera di Jorge Lorenzo e di Marc Marquez.

Gare e non solo
Ma gli spagnoli di oggi sono solo gli ultimi di una lunga serie di avversari: «In principio fu Loris Capirossi – scrive il giornalista Massimo Calandri – Poi Max Biaggi, Sete Gibernau, Jorge Lorenzo. Il prossimo paziente del Dottore si chiama Marc Márquez, e anche per lui è pronta la solita cura. Carlo Pernat, che fu il suo primo manager: 'Prima di batterli, li demolisce psicologicamente. Ha il potere di metterli sotto pressione, di costringerli all’errore. E, uno dopo l’altro, divora tutti quelli che si mettono tra lui e il traguardo'». Moto a parte, Rossi si è cimentato con successo al volante di macchine, sia da rally che da F1 (arrivando a sfiorare il passaggio alla Ferrari). E come imprenditore: «La sua azienda, VR46, è un gioiello moderno ed ecosostenibile – racconta Giorgio Terruzzi – occupa 50 dipendenti, produce abbigliamento per marchi importanti (Yamaha, Monster, Lamborghini, Juventus); il ristorante Da Rossi è ben avviato, al pari della gelateria aperta a due passi; la VR46 Riders Academy fa crescere una dozzina di giovani piloti». Quanto agli altri amori, quelli femminili, di storie ce ne sono state tante, ma effimere: la più nota quella con Martina Stella, l'ultima quella con Francesca Sofia Novello. Ma chissà che, a 39 anni compiuti, questo eterno ragazzino non si senta pronto per mettere finalmente la testa a posto: «I miei sogni? – ha recentemente dichiarato – Continuare a vincere, essere lì, esserci, cercare il decimo titolo. E un figlio. Mi piacerebbe fare un bambino, e mi pare sia il momento giusto».