20 aprile 2024
Aggiornato 09:30
MotoGP

Alla fine la Yamaha conferma: aveva ragione Valentino Rossi

I test hanno chiarito che il Dottore ci aveva visto giusto quando sosteneva che la moto 2017 fosse peggiore della precedente. Se lo avessero ascoltato prima...

Valentino Rossi nei box Yamaha durante i test di Valencia
Valentino Rossi nei box Yamaha durante i test di Valencia Foto: Michelin

ROMA – Non si trattava di una rivalità aperta, come ai tempi in cui condivideva il box con Jorge Lorenzo. Eppure, il dualismo che si è venuto a creare tra Valentino Rossi e Maverick Vinales nel loro primo anno di convivenza ha comunque creato non pochi problemi alla Yamaha: non più, stavolta, sul piano umano, ma sicuramente su quello tecnico. Se la casa dei Diapason è sembrata smarrire completamente la strada dello sviluppo nel corso del travagliato 2017, infatti, è stato perché all'inizio della stagione, nella fase cruciale dei test invernali, i due piloti titolati avevano spinto in direzioni diverse. Il nuovo arrivato sembrava entusiasta dell'ultimo modello della M1, confortato anche dai suoi risultati; il più esperto metteva in luce come la rivoluzione telaistica avesse creato una moto sì più gentile con le gomme, come speravano gli ingegneri giapponesi, ma in compenso praticamente impossibile da mettere a punto, specialmente in condizioni di scarsa aderenza. All'inizio a prevalere è stata la linea Vinales, poi, quando i guai sono emersi in maniera esplicita e disastrosa, a Iwata hanno tentato di correre ai ripari partorendo una raffica di nuovi telai in base alle indicazioni di Rossi: e la situazione è inizialmente migliorata, ma non ci è voluto molto perché l'intera squadra piombasse nella confusione più totale.

Pro e contro
Intanto, dall'esterno, la crisi Yamaha veniva giudicata con due chiavi di lettura diametralmente opposte. I sostenitori del Dottore erano convinti che l'errore decisivo fosse stato commesso nell'inverno, quando il team aveva scelto di seguire le indicazioni dello spagnolo snobbando quelle dell'italiano, l'unico ad avere un termine di paragone con le precedenti versioni della moto giapponese. I suo detrattori, al contrario, malignavano che, pur di evitare figuracce al nove volte iridato, i vertici avessero accettato di modificare il telaio secondo il suo volere, pur compromettendo così le chance del suo compagno di squadra di vincere il Mondiale. A questa gazzarra di voci si è unita infine quella di Johann Zarco che, dopo aver corso per tutta la stagione con la versione 2016, appena salito sulla 2017 se ne è dichiarato entusiasta. Chi aveva ragione?

La conferma dei collaudi
Per cercare di capirci qualcosa i tecnici della Yamaha hanno dovuto organizzare una completissima prova comparativa tra tutte le varianti disponibili di telaio e di motore durante i test collettivi di Valencia e quelli in solitaria a Sepang. Il cui risultato lo ha rivelato lo stesso Valentino Rossi in occasione della sua recente intervista radiofonica ai microfoni di Deejay chiama Italia: «I test sono andati bene, abbiamo provato la moto con il telaio vecchio, quello del 2016, siamo tutti d'accordo che la moto 2017 fosse peggiore. Ora dobbiamo aspettare e verificare la moto nuova, ci sarà qualcosa di interessante. Ci troviamo in un momento delicato, da qui a febbraio (quando ripartiranno i test, ndr) la Yamaha deve fare il salto di qualità lavorando sul telaio e sul motore. La base di partenza sarà la moto del 2016. Io e Maverick abbiamo fatto il grosso del lavoro, ora la palla passa ai giapponesi». Insomma, piuttosto che insistere a far curvare il modello 2017 che non voleva proprio saperne, i nipponici hanno pensato che fosse più facile ridurre l'usura delle gomme di quello 2016: «A differenza mia Viñales, arrivato quest'anno dalla Suzuki, con la moto 2017 è andato subito forte – ha proseguito Vale – Per cui ho pensato che magari non fossi io in forma e abbiamo continuato con quel progetto. Ma è stato un errore, perché abbiamo perso un sacco di tempo. Cosa non funzionava? Abbiamo fatto tante ricerche, faticava soprattutto dove c'era poco grip e le temperature erano alte. Quando siamo rientrati a Jerez, dopo le prime gare, per noi sono iniziati i veri guai». Come dire che alla fine la Yamaha ha dato ragione a lui, Valentino Rossi, con il rammarico che se avesse seguito prima i suoi consigli forse la stagione avrebbe avuto una storia diversa. La sua rivincita morale, dunque, il numero 46 se l'è già presa. Ora tocca a quella in pista, stavolta con una M1 (si spera) davvero competitiva.