18 aprile 2024
Aggiornato 13:00
MotoGP | Test Jerez

Iannone primo, ma più lento della Superbike. Debutta la nuova Ducati

Il Maniaco è il migliore della classe regina nell'ultima giornata di test, ma battuto dal campione delle derivate di serie Jonathan Rea. Danilo Petrucci svezza la Desmosedici laboratorio

Andrea Iannone in sella alla Suzuki nei test di Jerez de la Frontera
Andrea Iannone in sella alla Suzuki nei test di Jerez de la Frontera Foto: Suzuki Racing

JEREZ DE LA FRONTERA - Di piloti di MotoGP in azione nell'ultima giornata di test dell'anno, a Jerez de la Frontera, ne sono rimasti solo nove, tra i quali nessuno dei top: così, la soddisfazione di chiudere la sessione davanti a tutti se l'è tolta il fresco tre volte campione del mondo Superbike, Jonathan Rea, con la sua Kawasaki imbattibile tra le derivate di serie.

Lavori in corso

Invece, il migliore dei piloti della classe regina, come già era accaduto mercoledì, è stato Andrea Iannone: a 44 millesimi da Rea e ben lontano dal record della pista stabilito solo ventiquattr'ore fa da Andrea Dovizioso, che con tutto il team Ducati ufficiale aveva abbandonato il circuito già ieri sera. Ma, più che il riscontro cronometrico, al Maniaco interessava soprattutto raccogliere dati preziosi per definire il progetto della Suzuki del prossimo anno. Memore dell'errore compiuto a fine 2016 con la scelta di un motore che ha dato problemi in ingresso curva per tutta la stagione, stavolta il pilota di Vasto e il team giapponese sono stati molto attenti a confrontare diverse configurazioni tecniche prima di confermare la versione definitiva che debutterà nelle prove del prossimo febbraio a Sepang. «Il test è stato molto intenso, perché volevamo provare molte soluzioni, e sono stanco, ma soddisfatto - conferma infatti Iannone - Prima di tutto ci siamo concentrati sul feeling con il nuovo telaio e sui vari assetti. In generale riesco a sentire i tanti miglioramenti, sono stato efficace sul giro secco ma anche molto veloce sul passo. Una delle aree che volevamo migliorare era la costanza di rendimento tra le gomme nuove e quelle usate, che ci serve per mantenere la competitività sull'intera distanza di gara. Poi avevamo la nuova specifica del motore, e siamo riusciti a compiere molti giri per poter fare un vero confronto. La sensazione è migliorata, non mi aspettavo un passo in avanti così ampio e sono positivamente impressionato. Comunque dobbiamo tenere i piedi per terra e continuare il lavoro: questi primi passi sono positivi, ma restano tante aree da migliorare e questo sarà l'obiettivo per l'inverno».

Modello intermedio

Ma, pur in assenza del team ufficiale, è stato un venerdì importante anche per la Ducati. Gli unici due piloti della Rossa in pista oggi sono stati i due della squadra satellite Pramac: Jack Miller e Danilo Petrucci. E ad attirare su di sé i riflettori è stato soprattutto il ternano (sesto assoluto e quarto tra le MotoGP dietro alla Ktm di Pol Espargaro e all'altra Suzuki di Alex Rins): proprio a lui, infatti, è toccato l'onore di svezzare la Desmosedici laboratorio, un ibrido tra la versione 2017 e il prototipo 2018. Peccato che a ritardare i programmi ci si sia messa una brutta caduta in mattinata, fortunatamente senza conseguenze per Petrux. «Abbiamo lavorato molto sullo sviluppo e sull'assetto, provando anche la nuova moto, anche se è ancora presto per poter dare dei giudizi - racconta - Mi dispiace per la caduta di questa mattina che ha dato molto lavoro al team. Per questo vorrei ringraziare tutta la mia squadra. Si conclude una stagione ricca di emozioni. Adesso è il momento di riposarci per arrivare carichi a fine gennaio».