28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
MotoGP

Dall'Igna: «Contento di Dovizioso, non di Lorenzo»

Il direttore generale della Ducati traccia un bilancio fatto di luci ed ombre della stagione appena conclusa. E svela i piani per lottare per il Mondiale anche nel 2018

Il direttore generale Gigi dall'Igna con i piloti Jorge Lorenzo, Michele Pirro e Andrea Dovizioso
Il direttore generale Gigi dall'Igna con i piloti Jorge Lorenzo, Michele Pirro e Andrea Dovizioso Foto: Ducati

VALENCIAGigi dall'Igna, che bilancio traccia del 2017 della Ducati?
È stata una stagione estremamente positiva, la migliore da quando io sono direttore generale. Abbiamo ottenuto tantissimi bei risultati e lottato per il campionato fino a sei giri dalla fine. Abbiamo messo in mostra una crescita tecnica importante che ci resterà in eredità anche per il 2018, un anno che mi auguro ci vedrà ancora protagonisti. Speriamo di scalare anche quell'ultimo gradino per ottenere un obiettivo che avevamo già dichiarato: il titolo mondiale. Ma sono contento anche di come abbiamo gestito le situazioni difficili, specialmente le gare complicate che abbiamo vissuto all'inizio, dopo il buon esordio in Qatar. La struttura non ha perso la testa, ha dato una prova di maturità e ha ritrovato la via che ci ha permesso di far bene. La svolta tecnica è arrivata dopo i test del Mugello e di Barcellona: lì abbiamo iniziato le evoluzioni sulla moto.

L'ultima gara ha però portato con sé anche le polemiche sul mancato rispetto dell'ordine di scuderia da parte di Jorge Lorenzo...
Al box abbiamo avuto l'impressione, come tutti voi, che Dovizioso fosse più veloce quella parte di gara, quindi abbiamo fato la segnalazione a Lorenzo di farlo passare. Non era un ordine, ma un suggerimento dettato dalle sensazioni che avevamo ricavato guardando la tv. Il messaggio sul suo cruscotto è stato reiterato, perché eravamo convinti che non lo avesse visto, come era capitato in Malesia. Ma evidentemente i nostri piloti, come ha confermato anche Dovi, hanno capito che Lorenzo ne aveva un pochino di più e che la coppia fosse più veloce con lui davanti. Quest'anno abbiamo imparato, e lo ha imparato anche Marquez da Andrea, che alcune gare si vincono con la velocità, altre con la gestione. Quella di domenica era una di queste ultime, perché il calo della gomma posteriore era notevole, dunque per giocarsela non era tanto importante essere davanti, ma restare a contatto con i primi limitandone il consumo. Penso che la scelta dei piloti sia stata corretta, e che avessimo compreso male noi. Non posso dire che fossi contento, perché noi comunque avevamo dato un consiglio, ma quando i piloti sono scesi dalla moto sono bastati trenta secondi per spiegarci. Abbiamo due ragazzi che sanno cosa serve per vincere il Mondiale e non ho dubbi che se Lorenzo avesse potuto prendere una decisione per aiutare Dovi, lo avrebbe fatto.

Nel 2017 siete stati penalizzati dalla decisione delle altre squadre di proibire le alette. L'anno prossimo arriverà anche una stretta sui test. Cercano di boicottarvi?
Sulle ali c'è stata una battaglia poco onesta che ha portato a bandirle. Quest'anno la riduzione delle piste e delle giornate dei test poteva essere giusta nello spirito, visto che noi siamo facilitati avendo la base in Europa: quello che non ho trovato corretto sono stati il modo, la forma, i tempi di definizione del regolamento. Noi avevamo già pianificato le prove di novembre e del prossimo anno, e abbiamo dovuto rivisitare completamente la programmazione.

E dell'andamento di Lorenzo cosa dice?
Non possiamo essere contenti della stagione di Lorenzo, e il primo scontento è proprio lui. Avevamo un'idea diversa, ma con il senno di poi posso dire che il passaggio da Yamaha a Ducati è complicato, e per chi ha guidato solamente una moto ci sono difficoltà oggettive di apprendimento. Ma soprattutto a partire da metà stagione i suoi progressi sono stati molto positivi, a tal punto che è arrivato a giocarsi le ultime gare da protagonista, lottando per la vittoria. Sono fiducioso per il suo futuro. Abbiamo due piloti in ottima forma, che il prossimo anno potranno entrambi ambire a vincere il Mondiale.

Ma avete anche un team satellite prezioso, la Pramac, che schiererà Danilo Petrucci e Jack Miller.
Petrucci ha sempre fatto delle buone gare sul bagnato, mentre sull'asciutto è stato più competitivo fino ad Assen. Una spiegazione dei motivi ancora non ce l'ho, ma lo stiamo analizzando. Vorrei rivederlo nelle posizioni che occupava a inizio stagione. Sono contento dell'acquisto di Miller, che sta dimostrando di essere un buon pilota e che abbiamo preso nel suo momento migliore.

Il 2018 si prospetta una stagione calda per il cascomercato. Voi come vi muoverete?
Il prossimo sarà un anno interessante per il mercato piloti, cercheremo di essere protagonisti ma tutti sono ancora ai blocchi di partenza.

Oggi iniziano i test già in vista del prossimo campionato. Schiererete già la nuova Desmosedici?
La nostra idea iniziale era quella di arrivare a questi test con una moto in avanzato stato di definizione. Poi, le prove che abbiamo compiuto durante l'anno ci hanno fatto sorgere qualche dubbio, e questi giorni servono a fugarli. Ci presentiamo con moto non definitive, ma che servirano a definire il modello per il 2018, che vedrete solo nei test di Sepang. Faremo tante prove diverse con i tre piloti che la guideranno.

Su cosa lavorerete soprattutto?
Sia Giorgio che Dovi hanno una visione chiara dei problemi che in qualche caso ci penalizzano. Uno degli aspetti su cui ci concentreremo è il centro curva. Sul motore, invece, siamo sicuramente forti, ma non smetteremo di lavorarci per cercare di portare a casa qualche altro vantaggio, come su ogni altro aspetto della moto.

Ha raccontato esplicitamente che le piacerebbe portare la Ducati anche in Moto3. Vedremo presto delle ducatine nelle classi inferiori?
Resto dell'idea che correre in Moto3 sarebbe importante, perché ci permetterebbe di conoscere i piloti da giovani e ottenere subito la loro fiducia: questo, nella mia carriera, si è rivelato sempre importante per poi fare risultato in MotoGP. Ma la Ducati deve fare le cose per bene e al momento mancano ancora dei tasselli, quindi preferisco aspettare. Sulla Moto2... perché no.

E le derivate di serie?
La Ducati ha una storia in Superbike e credo faccia bene a tenerci un piede. C'è una moto nuova che mi piacerebbe fosse vincente.