19 aprile 2024
Aggiornato 23:30
MotoGP | Gran Premio d'Australia

Ducati senza paura: Dovizioso non molla Marquez

E meno male che questa doveva essere una pista amica della Honda e sfavorevole alla Rossa: il Cabroncito parte bene ma poi accusa difficoltà nelle curve veloci, mentre Desmodovi va meglio del previsto e riesce addirittura a ovviare alla scarsa agilità della sua moto nei cambi di direzione

Andrea Dovizioso sulla sua Ducati nel venerdì di Phillip Island
Andrea Dovizioso sulla sua Ducati nel venerdì di Phillip Island Foto: MotoGP

PHILLIP ISLAND – Appena novantadue millesimi: meno di un decimo di secondo, molto meno di un battito di ciglia. Questo il margine che divide i due contendenti al Mondiale MotoGP, che continuano dunque a marcarsi strettissimi, al termine della prima giornata di prove libere del Gran Premio d'Australia. Davanti c'è Marc Marquez, secondo assoluto dietro all'outsider Aprilia, ma Andrea Dovizioso è subito alle sue spalle, a tenergli il fiato sul collo. Il capolista iridato, che era partito nel migliore dei modi in mattinata conquistando il comando nel turno inaugurale, non può dunque rilassarsi alla luce delle difficoltà che la sua Honda ha riscontrato con il prosieguo del venerdì, specialmente nelle curve veloci: «Abbiamo iniziato con il piede giusto fin dalle prime prove libere, con un buon assetto di base, e mi trovavo davvero a mio agio sulla moto – racconta il Cabroncito – Nel pomeriggio abbiamo un po' perso la strada e così siamo tornati indietro. Domani credo che possiamo migliorare molto, specialmente la stabilità della moto nelle curve veloci, che al momento non è delle migliori. Cercheremo di mantenere lo stesso livello, perché il nostro passo è buono». Non bastano dunque la tradizionale superiorità del campione spagnolo sui circuiti in senso antiorario e l'ottima competitività dimostrata a Phillip Island nelle ultime edizioni a far dormire sonni tranquilli al cinque volte iridato: «Difficile da dire – ammette – Normalmente nei circuiti con tante curve a sinistra sono veloce, ma all'epoca anche Casey qui era molto forte, e questa è una pista in cui bisogna credere nella tua moto e spingere al massimo, nelle sue curve veloci in cui è difficile mantenere la giusta traiettoria. Come ho detto ieri, è anche importante iniziare con il piede giusto, perché a quel punto il weekend diventa sempre più facile. Ma il problema è che anche Dovi ha iniziato bene: già nella prima sessione era molto veloce».

Meglio del previsto
Di fronte ad un Marquez con qualche grattacapo c'è invece un Dovizioso calmo e composto, per nulla intimidito dalla vicinanza alla vetta della classifica (sono solo undici i punti che lo separano dal leader), ma anzi più consapevole che mai dei propri mezzi: «Sono contento, abbiamo addirittura superato le aspettative. Mi aspettavo di essere competitivo, ma siamo riusciti a far meglio e di questo sono molto soddisfatto – spiega Desmodovi, con un sorriso malcelato sul volto – Fin dalla prima uscita mi sono trovato immediatamente molto bene, ho un buon feeling con la moto, ma non basta. Anche Marc ha confermato quello che ci aspettavamo: è molto competitivo qui e molto costante, perciò sarà difficile da battere. Ma non è così distante ed è questo a rendermi felice. Dobbiamo continuare a lavorare così perché oggi siamo migliorati un po'. Nel pomeriggio abbiamo confermato un'ottima velocità: sono partito con la gomma usata di stamattina e al primo tentativo ho staccato il mio miglior giro. Poi ho messo a confronto le due gomme posteriori e ho ottenuto indicazioni importanti. Vedremo se domani avremo a disposizione una sessione normale per poter lavorare: per noi sarebbe meglio».

Oltre i limiti della moto
Pur essendo reduce da una vittoria clamorosa in Giappone, vedere il pilota di Forlì così in alto in Australia era tutt'altro che scontato, alla vigilia. Questa, infatti, è stata sempre una pista piuttosto ostica sia per lui che per la Ducati, solitamente rallentata dalla sua scarsa agilità nei veloci cambi di direzione di Phillip Island: «A centro curva non sono veloce come molti altri, devo sempre rallentare un po' di più prima di girare la moto – ammette Andrea – Questo è il problema principale, non è l'unico ma è quello su cui siamo più concentrati. Abbiamo compreso bene i punti di forza e di debolezza della moto e ci siamo adattati cercando di utilizzarla al meglio: per questo ho fatto la differenza rispetto agli altri ducatisti». La sfida, insomma, è già lanciata: «Ora siamo molto competitivi e pronti a lottare. Marc ora sa più cose di prima: lui cerca di metterci pressione e noi a lui. Abbiamo una chance di lottare: sarà molto difficile perché Marc va molto forte ed è dura battere un pilota del genere. Ma era così anche prima del Giappone, e ci sono riuscito. Un po' sono sorpreso di essere riuscito a vincere cinque gare e di essere a questo livello, ma so quanto lavoro abbiamo dovuto fare per raggiungere questa condizione».