19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Formula 1 | Gran Premio di Singapore

Alesi: «Tutta colpa di Verstappen». Villeneuve: «No, di Vettel»

Continua a dividere perfino i grandi ex l'interpretazione sull'incidente alla partenza di Marina Bay. Il ferrarista francese getta la croce addosso al baby olandese della Red Bull, mentre il campione del mondo 1997 ribalta la responsabilità addosso al quattro volte iridato. Jarno Trulli analizza la dinamica

Il musetto incidentato della Ferrari dopo la partenza di Singapore
Il musetto incidentato della Ferrari dopo la partenza di Singapore Foto: Ferrari

ROMA – Continua a far discutere, anche a qualche giorno di distanza, la polemica sull'incidente alla partenza del Gran Premio di Singapore. E perfino i grandi ex si dividono sull'interpretazione dell'episodio, e soprattutto sull'attribuzione delle colpe. Un cuore rosso come quello di Jean Alesi si schiera inevitabilmente a favore di Maranello, assolvendo Sebastian Vettel e gettando la croce addosso a Max Verstappen (oltre che alla direzione gara): «Secondo me la responsabilità della carambola è di Verstappen – ha scritto l'ex ferrarista francese nella sua rubrica sul Corriere dello Sport – Se Vettel non è scattato alla grande, nemmeno l'olandese è stato impeccabile, tant'è che Raikkonen l'aveva sopravanzato. Ecco, a quel punto Max ha tenuto il volante diritto: nessuno si aspettava che dicesse a Kimi 'prego, accomodati', ma è stato anche insensato tenere il volante diritto all'insegna del detto 'o la va, o la spacca'. Come sia andata a finire, l' avete visto: e ci ha rimesso pure lui. Aggiungo anche che è un botto annunciato: sulla griglia sentivo che si scommetteva sul numero di auto che Verstappen avrebbe centrato. Questo non è bello. Una colpa, comunque, ce l'ha anche la direzione di gara. Una volta tanto che era il caso di partire dietro la safety car, ecco che si è scelto lo start da fermo. Sarebbero bastati pochi giri, non un serpentone eterno. Il buon senso non ha prevalso».

Villeneuve contro Vettel
Jacques Villeneuve, al contrario, ribalta la responsabilità sulle spalle del quattro volte campione del mondo del Cavallino rampante: «Vettel può dare la colpa solo a se stesso – ribatte il campione del mondo 1997 al sito specializzato internazionale Motorsport – Se dopo essere partito ti muovi tagliando la traiettoria, c'è la possibilità che succeda qualcosa, perché non sai che cosa sta accadendo dietro di te. Lo fanno ad ogni partenza, lo si vede anche in Formula 4, in Formula 3: beh, se lo fai, ne paghi il prezzo. Quando ti stai giocando un campionato, non puoi prenderti un rischio del genere. Non doveva cambiare traiettoria in questo modo, che avesse visto Kimi o meno. Non poteva sapere se lì ci fossero due o tre macchine: sapeva solo di avere fatto una partenza non eccezionale, e che altri erano scattati meglio di lui, per questo si è spostato. E ha finito per schiantarsi. Non puntate il dito contro Max, si è solo trovato lì. Questa era una pista in cui la Ferrari avrebbe dovuto portare a casa molti punti, per cui è stato un errore pesante».

La dinamica secondo Trulli
Preferisce invece concentrarsi su una lettura oggettiva della situazione Jarno Trulli, che spera ancora che il Mondiale non sia definitivamente compromesso per la Ferrari: «Non dobbiamo cercare responsabilità ma analizzare i fatti, e i fatti sono molto chiari – ha analizzato l'ex pilota italiano ai microfoni della trasmissione Tutti convocati su Radio 24 – Raikkonen, che è stato quello che è partito meglio, si è infilato tranquillamente alla sinistra di Verstappen, il quale è partito meglio di Vettel e quindi con il muso si è andato ad infilare alla sinistra del tedesco. Vettel non ha fatto una manovra sconsiderata, perché in partenza normalmente si va sempre a cercare l'interno dopo la partenza per evitare che magari qualcuno si vada ad infilare con il muso proprio alla fine e ti tocchi e ti butti fuori. Quindi Vettel è partito e poi si è spostato verso sinistra. È vero che il tutto è avvenuto per colpa di Vettel che ha cambiato traiettoria ed andare verso Verstappen, il quale per una volta tanto non c'entra nulla, non poteva andare da nessuna parte, poteva stare solo li come un salame in mezzo al panino. Raikkonen ancor meno, era quello partito meglio e andava forte e li avrebbe passati a tutti e due. All'interno dell'abitacolo Vettel non aveva la possibilità di sapere esattamente dove era Verstappen, e la stessa cosa accadeva per Verstappen, perché con le attuali monoposto di Formula 1 la visuale è molto limitata, perché con questi sistemi di sicurezza abbiamo il casco avvolto all'interno dell'abitacolo, quindi una macchina non la vedi finché non la vedi tutta completamente al tuo fianco. L'unica visuale che poteva avere Vettel era quella dello specchietto retrovisore, ma che guarda dietro. È stata una dinamica di gara purtroppo molto sfortunata per la Ferrari perché ha portato all'esclusione di tre piloti, se proprio vogliamo responsabilizzare un pilota più di un altro dobbiamo dire che Vettel magari poteva fare quella manovra in maniera più adeguata, più tranquilla. Lui si sposta come tutti si sarebbero spostati per andare a cercare l'interno ma purtroppo invece che l'interno ha trovato li la ruota di Verstappen che era in mezzo con Raikkonen e che non si poteva spostare, l'incidente a quel punto era inevitabile».