19 aprile 2024
Aggiornato 09:30
Formula 1 | Gran Premio di Singapore

Ci pensa super-Seb: un giro perfetto che riaccende il sogno mondiale

La Ferrari conferma il potenziale della sua macchina sulle piste cittadine. Ma è soprattutto Vettel a metterci del suo per una pole position cruciale, perché qui a Marina Bay vale mezza vittoria: «Ieri e oggi pomeriggio ho fatto fatica, ma quando è scesa la notte la vettura si è animata»

SINGAPORE – Un Sebastian Vettel da urlo. Nel vero senso della parola. «Ho strillato forte quanto il pubblico, è stato eccezionale – ha esultato, pochi minuti dopo aver tagliato il traguardo del giro più veloce di sempre sul circuito cittadino di Marina Bay – Sono ancora carico di adrenalina, quindi forse dirò delle cose senza senso. Ma adoro questa pista». Ci voleva lui, con tutta la sua grinta e la sua profonda conoscenza di ogni centimetro delle ben 23 curve di questo tracciato, dove ha vinto per quattro volte in carriera. Ci voleva proprio lui per buttarsi alle spalle tutte le difficoltà incontrate ieri nelle prove libere, e tirare fuori tutto il potenziale di una Ferrari partita favorita, eppure rivelatasi tanto competitiva quanto bizzosa. «Non so, ho fatto fatica ieri e anche oggi pomeriggio – ammette il campione tedesco – La macchina era impegnativa da guidare, ma si è risvegliata ed ha iniziato a migliorare costantemente con l'arrivo della notte. E, quando la vettura ti permettere di fare quello che vuoi fare, questo è un circuito incredibile. Sono molto, molto contento che ce l'abbiamo fatta».

Aiuto da casa
In questa prestazione, e in questo repentino capovolgimento di fronte rispetto al venerdì nero di ieri, dunque, c'è tutta l'agilità di una monoposto dal passo corto, quindi perfetta per una pista stretta e tortuosa come quella della città-stato asiatica. C'è il consueto lavoro di squadra della Rossa, tanto nei box quanto in sede, come non esita a ricordare lo stesso Vettel: «Sono stati fenomenali – Seb batte le mani al suo team – La macchina non si comportava come avremmo voluto, ma il lavoro che è stato svolto stanotte, e il sostegno che ci hanno dato da Maranello, è stato davvero speciale. Charles (Leclerc, pilota della Ferrari Driver Academy e leader della Formula 2, ndr) ha girato al simulatore, dove si alterna con Antonio (Giovinazzi, la terza guida, ndr), e ha risposto a molti dubbi che non avevamo avuto il tempo di sciogliere nelle libere. E i ragazzi qui non so a che ora siano andati a letto». Eppure l'umiltà e lo spirito di squadra del teutonico non possono nascondere quanto questo risultato sia soprattutto frutto della sua guida (come testimonia anche il fatto che Kimi Raikkonen, in difficoltà con la gestione dell'anteriore, si è fermato al quarto posto): «Sono stato fortunato nell'ultimo giro – confessa con un sorriso – Ho sfiorato il muro all'uscita dalla curva 19. Ho proseguito nonostante una grossa vibrazione, ma a quel punto per fortuna mi mancava solo una curva. Il weekend finora era stato un po' ad alti e bassi, ma ho spinto al massimo. Quando ho tagliato il traguardo mi sono sentito sollevato, ho guardato i monitor e ho aspettato la chiamata dai box».

Il giorno più importante
Così è maturata la sua terza pole position stagionale. Forse la più fondamentale di tutte, non solo perché gli consente di invertire l'inerzia di un Mondiale che sembrava prendere la rotta di Stoccarda, ma soprattutto perché, qui dove i sorpassi sono merce rara (per non dire introvabile), scattare davanti a tutti significa avere in mano mezza vittoria. «Ci aspetta ancora una gara lunga – mette però le mani avanti il ferrarista – Possono succedere tante cose. Qui la posizione in griglia di partenza è cruciale, ma comunque...». E come se non bastasse, improvvisamente, i suoi ex datori di lavoro della Red Bull si sono trasformati da rivali temibili in potenziali alleati, tenendo alle spalle il capolista Lewis Hamilton che domani sarà costretto ad accomodarsi sulla quinta casella. «Non mi interessa dove sono gli altri – taglia corto Vettel – Ci sono tante cose che dovremo azzeccare domani. Ma il fatto che la nostra macchina sia andata così bene è sicuramente promettente». A fare il resto, ci penserà lui.