20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Formula 1 | Gran Premio d'Ungheria

Verstappen sperona Ricciardo: scoppia la faida in Red Bull

Daniel è stato messo fuori gara alla seconda curva da un incidente fratricida: il suo compagno di squadra Max, arrivato a ruote bloccate, lo ha colpito involontariamente sulla fiancata. E le scuse e la penalità del giovane olandese non sembrano bastare a placare la rabbia dell'australiano

BUDAPEST – Non è stato un Gran Premio d'Ungheria facile per la gestione dei compagni di squadra. In casa Ferrari c'è stato da tenere a bada il gregario Kimi Raikkonen che fremeva alle spalle del suo capitano Sebastian Vettel; in Mercedes l'ordine (e successivo contrordine) di scuderia tra Lewis Hamilton e Valtteri Bottas. Ma il peggio è accaduto alla Red Bull, dove uno scontro fratricida dopo sole due curve ha messo fuori gioco Daniel Ricciardo. «Qualcuno mi ha colpito – ha lamentato subito via radio il pilota australiano – È stato chi penso io?». La risposta del suo ingegnere di pista è stata affermativa: la colpa era proprio del suo vicino di box Max Verstappen, arrivato a ruote bloccate alla seconda curva, lo ha speronato danneggiando la sua fiancata in modo irreparabile. «Quel perdente del c...o», lo ha apostrofato a caldo, senza mezzi termini, Ricciardo.

La furia di Ricciardo
Passato qualche minuto, davanti ai microfoni dei giornalisti, Daniel si è espresso con parole più misurate, ma con toni non certo meno decisi: «Non sarebbe mai riuscito a superarmi lì – ha tuonato alla Nbc – È stato solo un errore. Era impossibile trovare lo spazio in quel punto, perché a coprire la traiettoria interna c'era comunque Valtteri. Non avrei potuto fare niente di diverso: io ho tenuto la mia traiettoria. È stato lui a peccare di eccesso di ambizione, un errore di gioventù». Tutta colpa dell'inesperienza, dunque? «Quello è un termine troppo lusinghiero – ha rincarato la dose Ricciardo – Più probabilmente parlerei di immaturità. Uscire di scena dopo due curve è frustrante: oggi avrei voluto correre, non doveva comportarsi così». Finora le numerose schermaglie tra i due veloci portacolori della Red Bull si erano limitate alla pista, ma è facile che questo primo incontro ravvicinato abbia conseguenze anche sul loro rapporto fuori dal circuito. «Ovviamente il team farà la sua parte e io la mia – conclude l'australiano alla tv inglese Sky Sports – Non ci dovrebbe essere molto da dire ma sono sicuro che risolveremo la questione. A lui non piace quando il suo compagno di squadra gli sta davanti. È stato a dir poco dilettantesco, non penso che si possa giustificare con il fatto che stesse spingendo al massimo».

Le scuse di Verstappen
Giustificazioni, a dire il vero, non ne ha cercate Max Verstappen, che si è affrettato a porgere le sue scuse al suo compagno di squadra. Questo non è bastato ad evitargli dieci secondi di penalità, a dispetto del fatto che lo schianto sia stato chiaramente non intenzionale, frutto piuttosto di un bloccaggio della gomma. «Ovviamente non avrei voluto – si è cosparso il capo di cenere il baby fenomeno olandese – Ero in lotta per la posizione quindi ho ritardato la frenata: ho cercato di tenere l'interno ma la ruota si è bloccata e purtroppo ho colpito Daniel sul punto più debole, la fiancata. Ho cercato di evitarlo ma non ci sono riuscito. Non avevo l'intenzione di colpire nessuno, ma specialmente il mio compagno di squadra, con cui ho una relazione ottima e divertente. Mi scuso con lui e con il team perché avremmo potuto portare a casa parecchi punti, ma gli parlerò in privato e ci chiariremo». La penalizzazione non ha comunque impedito a Verstappen di mettere in campo una fulminante rimonta che lo ha portato al quinto posto finale, e a mettere addirittura il sale sulla coda delle Mercedes. Anche in questa gara, insomma, Max ha dimostrato che il suo talento non è in discussione. La sua esagerata esuberanza giovanile, forse sì.