17 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Formula 1 | Gran Premio d'Austria

«È vero, Bottas ha anticipato i semafori»: ma perché non è stato punito?

Lo confermano i replay televisivi e perfino la stessa Fia: il vincitore della gara ha dato il comando alla frizione prima che si spegnessero le luci rosse. Ma ha avuto fortuna: ha evitato una penalità perché il regolamento prevede delle tolleranze di movimento e nessun tempo minimo di reazione

Il momento della partenza del Gran Premio d'Austria, con Valtteri Bottas in pole position
Il momento della partenza del Gran Premio d'Austria, con Valtteri Bottas in pole position Foto: ANSA

SPIELBERG – I suoi colleghi non hanno dubbi, anzi restano convinti della loro prima impressione: «Sono piuttosto sicuro che Valtteri Bottas abbia fatto una falsa partenza – continua a ripetere Sebastian Vettel – Chiedetelo anche a Daniel Ricciardo... Dall'abitacolo ci è sembrato proprio così». Sulla decisione finale della direzione gara, però, l'impressione dei piloti non ha contato nulla. I giudici, che ci hanno messo più di metà gara ad ufficializzare la loro sentenza, alla fine si sono basati soltanto sui dati oggettivi: precisamente, sul tempo di reazione calcolato dall'apposita fotocellula che è annegata nell'asfalto della griglia di partenza. Il sensore ha restituito un verdetto inappellabile: 201 millesimi, tanto (anzi, poco) ci ha messo il finlandese della Mercedes a muoversi dalla sua piazzola dopo lo spegnimento dei semafori. «I commissari mi hanno mostrato il foglio di carta con la telemetria dello scatto – rivela Martin Brundle, l'ex pilota di Formula 1 che ieri ha condotto le interviste sul podio in Austria – C'erano una linea rossa, una verde e alcune oscillazioni. E la curva di Bottas era quasi attaccata alla riga verde, ovvero alla partenza perfetta». Proprio come aveva sostenuto ieri il diretto interessato: quello è stato il miglior via della sua vita.

Altro che tolleranza zero
La verità raccontata dalle apparecchiature sembra però fare a pugni con quella che si vede a occhio nudo nelle immagini televisive. I filmati registrati dalla camera car montata sulla Freccia d'argento, se esaminati al rallentatore, mostrano infatti che le ruote iniziano a muoversi in avanti già qualche frazione di secondo prima che scompaiano le luci rosse. Come è possibile? Il mistero è stato sciolto in serata dalla stessa Federazione internazionale dell'automobile: il regolamento tollera dei piccoli movimenti anche prima dello scatto dei semafori, che si originano quando i piloti innestano la frizione proprio in quei momenti cruciali che precedono il via. «Nel caso di oggi, Bottas non ha superato quel piccolissimo limite», ha spiegato un portavoce. A quanto ammonti questa tolleranza non è dato sapere, per timore che i team inizino a sfruttare consapevolmente questa zona grigia delle regole a loro vantaggio. «Ma tutti i suoi movimenti prima dello spegnimento delle luci sono comunque stati entro la tolleranza – procede il membro della Fia – In parole povere: ha preso una decisione fortuita ma eccezionalmente accurata, anticipando con grande precisione il momento in cui i semafori si sono spenti».

Reazione disumana
Insomma, perfino i federali confermano che gli altri piloti non hanno sbagliato valutazione: il vincitore della gara ha effettivamente dato il comando alla sua monoposto prima del tempo, ma il movimento effettivo è avvenuto solo dopo. Un intuito eccezionale, insomma, o se preferite un pazzesco colpo di fortuna. «C'è stato un elemento di anticipazione, che però ha rispettato le regole – aggiunge ancora Brundle – Per questo non lo hanno penalizzato. Ci è mancato poco, ma del resto lo sport funziona così». Peccato che, negli altri sport che prevedono delle partenze, dal nuoto all'atletica, proprio per evitare casi come questi le regole tengano conto del tempo di reazione minimo dell'essere umano. Al di sotto di questo limite, anche quando l'atleta si muove solo dopo il pronti via, la partenza viene comunque considerata irregolare. In Formula 1, invece, questo elemento non viene minimamente preso in considerazione. Così, si può anche scattare 201 millesimi di secondo dopo che il semaforo è stato disattivato (in un GP dell'anno scorso Fernando Alonso partì addirittura 80 millesimi dopo) e farla comunque franca. «Normalmente tutti hanno lo stesso tempo di reazione – ha fatto notare ieri Vettel – quindi non posso credere che oggi tutti noi siamo stati più lenti di lui. Non penso che Valtteri sia stato così veloce, sono straconvinto che abbia anticipato. È stata una partenza disumana». Il ferrarista ha ragione: Bottas è stato solo bravo (e fortunato) a sfruttare una clamorosa falla nel regolamento, presente peraltro ormai da vent'anni, ovvero da quando esistono i sensori automatici per giudicare la falsa partenza. Forse è giunta davvero l'ora che la Federazione ci metta una pezza.