19 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Non si fermano i veleni tra i piloti di Ferrari e Mercedes

Dopo l'autoscontro di Baku, Hamilton dichiara guerra a Vettel

Sebastian gli tende la mano: «Lo chiamerò, anche se per me non c'è molto da chiarire». Lewis continua a piagnucolare: «Non ha il mio numero, e comunque lo distruggerò in pista». La ruotata durante il Gran Premio dell'Azerbaigian azzera i rapporti tra i duellanti per il Mondiale di Formula 1

Lewis Hamilton e Sebastian Vettel a Baku
Lewis Hamilton e Sebastian Vettel a Baku Foto: Mercedes/Ferrari

BAKU – In pista sarà anche venuto fuori, una volta di più, quel lato di lui troppo rissoso e irruento: «Ma in fondo siamo tutti uomini e siamo qui per correre: per darci gomitate, fare sorpassi veri, non lasciarci passare a vicenda». E infatti, a gara finita, Sebastian Vettel ha affrontato la polemica esplosa per quella discutibile ruotata tra lui e Lewis Hamilton da vero uomo: rivendicando le sue azioni, senza fare passi indietro, ma allo stesso tempo tendendo la mano al suo avversario. «Io con lui non ho problemi, lo rispetto molto come pilota – ha dichiarato in serata a Baku – Non penso che la sua intenzione fosse quella di danneggiare la mia ala anteriore, perché anche lui ha rischiato di farsi dei danni e di doversi ritirare. Ora non è il momento giusto di parlarci: ma a bocce ferme vorrei chiarire e andare avanti. Forse non sono troppo intelligente, ma non sono complicato: voglio risolvere la situazione, anche se non c'è così tanto da risolvere».

Hamilton si lamenta
Inutile dire che ci ha visto giusto, il ferrarista. Alla sua assunzione di responsabilità adulta, il tre volte iridato ha risposto da ragazzino: piagnucolando. «Chiamarmi? Prima di tutto non ha il mio numero – ha ribattuto il pilota della Mercedes – E poi, io parlo in pista, questa è la cosa più importante. Ho sentito quello che ha detto dopo gara, ma io non ho puntato il dito contro nessuno. È andata così, è successo quello che è successo, ma io penso solo a rimettere la testa a posto. Voglio distruggerlo nelle prossime dodici gare, vincerle tutte». Anche a mente fredda, il campione anglo-caraibico continua a stigmatizzare il comportamento anti-sportivo del rivale: «Ho bisogno di tempo per rifletterci bene, ma in ultima analisi penso che quello che è accaduto sia irrispettoso – prosegue – Anche se avessi voluto frenarlo apposta, penso comunque che non mi sarei meritato una reazione del genere, da parte di una persona verso la quale ho sempre dimostrato rispetto in pista. Ci sono tanti ragazzini, o piloti in erba, che ci guardano in tv e si aspettano un comportamento migliore da parte di un pluri pluri campione del mondo. Una roba del genere si vede nei go-kart: ognuno può avere la sua opinione, ma spero solo che i giovani non pensino che sia giusto guidare così. Siamo campioni del mondo, corriamo da anni, siamo i migliori piloti del mondo, non siamo automobilisti che si fanno i gestacci fuori dal finestrino in autostrada».

Alta tensione
Secondo Hamilton, insomma, Vettel avrebbe dimostrato con le sue azioni di sentirsi sotto pressione: un segnale di debolezza che Lewis si dice intenzionato a sfruttare a suo vantaggio. «Ricordatevi l'anno scorso, cosa diceva via radio: sappiamo come può diventare. Onestamente non avrei mai pensato che facesse una cosa del genere, ma per me è solo un dato positivo. Lui è chiaramente sotto pressione e questo è buono per noi». Anche se, ascoltando le sue parole, la pressione maggiore sembra avvertirla sulle sue spalle proprio il britannico, che in classifica mondiale ha perso altri due punti.