19 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Il debuttante si becca una lezione dal veterano della MotoGP

Valentino Rossi bacchetta la mina vagante Zarco: «Non è cattivo, ma non capisce»

La cavalcata trionfale del Dottore ha rischiato di infrangersi contro un tentativo di sorpasso troppo garibaldino del francese, che al dodicesimo giro lo ha toccato e quasi mandato per terra. Non è la prima volta che Johann pecca di eccesso di aggressività: «Finché gli va tutto bene...»

Johann Zarco in testa alle prime fasi del Gran Premio d'Olanda
Johann Zarco in testa alle prime fasi del Gran Premio d'Olanda Foto: Michelin

ASSEN – Una manciata di centimetri. Tanto poteva bastare a trasformare il trionfo di Valentino Rossi in un disastro, già al dodicesimo giro. Colpa di Johann Zarco che, dopo aver fatto l'andatura fin dal via, era appena stato superato dal Dottore, quando ha tentato di rispondergli immediatamente, buttandosi all'interno con una mossa garibaldina. Ma, nella lunga piega a destra delle curve 3-4, è riuscito solo a pizzicare il posteriore della Yamaha del nove volte iridato, rimasto in piedi per miracolo. È stato il secondo incontro ravvicinato tra il debuttante e il veterano, dopo quello nel Gran Premio degli Stati Uniti, quando un tentativo di sorpasso troppo azzardato del francese aveva costretto l'italiano a tagliare la pista e a beccarsi mezzo secondo di penalità. «Non è un cattivo ragazzo, è solo che non capisce bene la dimensione della sua moto – lo ha bacchettato il vincitore Valentino Rossi a fine gara – Anche oggi, come ad Austin, ha tentato una manovra impossibile. Non so perché: io stavo facendo semplicemente la mia traiettoria, e per me quando cerchi di superare un avversario devi calcolare anche che lui non può scomparire. Lui era molto in ritardo e ha colpito la mia tuta. È un pilota aggressivo, finché va tutto bene...».

Tutto per tutto
Per il 26enne di Cannes, tutto normale: ha semplicemente visto un varco che si è aperto e ci si è buttato dentro. «Quando Rossi mi ha superato è arrivato un paio di volte troppo largo, perciò ho immediatamente colto l'opportunità – si è difeso Johann, quattordicesimo al traguardo dopo aver tentato anche il cambio moto alle prime gocce di pioggia – Volevo restare in testa perché per me era meglio poter fare il ritmo. Quando si è allargato alla curva 3 ho provato a buttarmi all'interno, mantenendo la velocità di percorrenza. Ma anche lui era piuttosto veloce in curva, ed entrambi eravamo dal lato giusto: io lo avevo affiancato sulla destra con la testa totalmente puntata a destra. Non riuscivo a vedere, ho solo preso quella decisione e aspettato di capire se ci saremmo toccati o no».

Il precedente con Marquez
Ecco, è proprio questo il più evidente difetto di Zarco: ci prova sempre, senza curarsi delle potenziali conseguenze, talvolta molto rischiose. Il rookie del team Tech3, in queste sue prime otto gare in MotoGP, si è infatti messo in luce per la sua indubbia velocità, ma anche per un'aggressività priva di ragionamento forse più adatta alla Moto2, di cui ha vinto gli ultimi due Mondiali. Ma Vale, in fondo in fondo, lo perdona: «Come dice Marquez, questa è la MotoGP e tutti devono essere aggressivi, è così». E, a proposito di Marquez, durante la sua corsa trionfale di ieri, nella mente del fenomeno di Tavullia sono scorse inevitabilmente le immagini del loro epico duello del 2015: il famoso contatto all'ultima chicane, il suo taglio nella ghiaia e la vittoria finale. «Alla partenza Johann era davanti e sapevo che aveva gomme morbide – racconta Rossi – Quindi pensavo che la mia gara sarebbe stata di nuovo contro Marc, ed ero molto preoccupato. Ma del resto ero preoccupato anche di Zarco e di Petrucci, quindi non faceva molta differenza. Eppure anche stavolta sono riuscito ad arrivare davanti».