29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
La Desmosedici si inserisce nella lotta tra le migliori moto

Dovizioso-Petrucci: «Ora farete i conti anche con la Ducati». Manca solo Lorenzo...

Il doppio podio del Mugello ha rilanciato le aspettative della Rossa di Borgo Panigale, che a una sola settimana di distanza ambisce a ripetere il risultato positivo (gomme permettendo, naturalmente). L'unico protagonista che continua a mancare è Por Fuera: «Ma non sento pressione»

Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci sul podio del Mugello
Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci sul podio del Mugello Foto: Michelin

BARCELLONA – Manco il tempo di festeggiare come si deve che è subito ora di tornare in pista, a Barcellona. «La cosa più impegnativa è stata rispondere a tutti i messaggi – sorride Andrea Dovizioso, a soli quattro giorni dall'indimenticabile vittoria del Mugello – Ma è stata anche una soddisfazione ricevere tutti quei complimenti, anche da persone che lavorano in altre squadre». «Il dopo-gara è stato più difficile della gara stessa: avrò fatto cento interviste ripetendo sempre la stessa storia, e poi alle 19 una cena stellata organizzata nell'hospitality – gli fa eco Danilo Petrucci, reduce da un terzo posto quasi altrettanto importante – Non vedevo l'ora di tornare a casa per riposarmi, ci sono arrivato a mezzanotte e ho rivisto subito il Gran Premio. Lunedì ho già ripreso gli allenamenti e martedì mi ero ormai praticamente scordato del podio».

Ci vogliono le gomme
Eppure, nonostante sia passata meno di una settimana, il trionfo italiano non ha solo confermato che la Ducati, dopotutto, è una moto capace di lottare per la vittoria, ma ha anche rappresentato una tappa di crescita fondamentale per i due piloti (uno ufficiale, l'altro satellite). E se per Petrux il primo podio sull'asciutto era una tappa obbligata («Doveva succedere, non mi sono stupito. Ma non sarò contento finché non avrò la faccia di Vinales, arrabbiato per un secondo posto»), al razionale e misurato Desmodovi il successo in casa ha insegnato una lezione preziosa: «Non avevo in mente di passare in testa e fare dieci giri davanti – ammette il forlivese – A volte pensi di avere studiato la strategia giusta, ma poi le situazioni si modificano e devi lasciarti andare senza troppi ragionamenti. Il modo in cui ho gestito questo weekend, dalla strategia alla guida all'approccio alle diverse fasi di gara, è stata un'esperienza che mi arricchisce tantissimo. E, quando ottieni questi risultati, emotivamente te li porti dietro». Impari a usare un po' meno la testa e un po' più il cuore, insomma. E a dimostrarlo anche a tutto il paddock: «L'opinione di chi ci circonda è cambiata, verso la Ducati e verso di me. In questi quattro anni ho fatto capire a tutti chi è Dovizioso».

Aspettando Jorge Lorenzo
E la moto? Qui al Montmelò la Rossa ci riproverà ad andare altrettanto forte, ma dipenderà soprattutto dalle solite gomme: «Fanno la differenza più della moto, e in ogni pista sono diverse – ammette Petrucci – Come dice Dovi, non sono pessimista ma realista: la Ducati non è pronta a lottare per la vittoria ad ogni gara, ma chissà, un altro podio...». «Sono curioso, è un'incognita – prosegue Dovizioso – I test non sono andati bene e la pista è difficilissima, con il caldo e il suo asfalto vecchio e rovinato, che distrugge gli pneumatici. Andar forte qui per noi non sarà semplice, ma farebbe una grossa differenza: sarà una prova fondamentale per lo sviluppo della nostra moto». A questa resurrezione della Ducati, in compenso, continua a mancare sempre il solito protagonista, Jorge Lorenzo, che per ora si deve accontentare solo del podio di Jerez: «Quest'anno c'è un grande equilibrio, sembra la Moto3 – analizza Por Fuera – Tutto dipende dal pacchetto moto-pilota-gomme. Se uno dei tre elementi non funziona puoi ritrovarti molto indietro, come la Yamaha a Jerez e la Honda a Le Mans. Qui un mese fa nei test sono andato molto veloce e spero di andare avanti su questa linea. Del resto al Mugello avevo detto che la nostra era una moto vincente, Andrea si è meritato la vittoria e Danilo il podio. Io non ne ho approfittato perché non ero competitivo quanto loro, mi mancava qualcosa in un paio di curve. Ma se in una brutta gara ho preso mezzo secondo al giro di distacco, vuol dire che in una buona posso lottare per la vittoria. Non sento pressione, se corro è solo per vincere la mia sfida. Quello che dicono gli altri sono solo opinioni».