24 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Valori in campo ribaltati in questo inizio di Gran Premio di Spagna

Doveva essere una pista Yamaha: invece a Jerez spuntano Honda e Ducati

Dani Pedrosa domina il venerdì di prove libere con mezzo secondo di vantaggio sui due compagni di marca Miller e Crutchlow. E subito dietro ci sono le Desmosedici di Jorge Lorenzo e del nostro Danilo Petrucci. È la giornata delle sorprese

Dani Pedrosa su Honda supera le Ducati di Andrea Dovizioso e Scott Redding
Dani Pedrosa su Honda supera le Ducati di Andrea Dovizioso e Scott Redding Foto: Michelin

JEREZ DE LA FRONTERA – Potrebbe essere il suo weekend? Maverick Vinales ha già vinto due gare, Marc Marquez una, Valentino Rossi comanda il Mondiale; insomma, all'appello dei big manca solo lui, Dani Pedrosa. Che, nel venerdì di prove libere del Gran Premio di Spagna, ha comandato sia sul bagnato che sull'asciutto, chiudendo la giornata in testa con mezzo secondo di vantaggio sul primo degli inseguitori. «Sono contento perché sono stato sempre veloce – commenta impassibile lui – È positivo sapere che il pacchetto di partenza è buono. Ma domani dovrò restare concentrato e lavorare in modo preciso sulle gomme, perché farà più caldo». Il dato che più sorprende, però, è che su un circuito teoricamente favorevole alla Yamaha, davanti a tutti c'è la Honda: «In MotoGP siamo sempre al limite e i piccoli dettagli fanno la differenza nel corso del giro – spiega il Baby Samurai – Quest'anno in generale abbiamo un feeling migliore e quindi riusciamo ad affrontare le curve con più fiducia». Lo dimostra il fatto che, dietro di lui, ci sono altre due moto gemelle: quelle satellite di Jack Miller e di Cal Crutchlow, oggi nell'insolito ruolo di collaudatore per il team ufficiale (ha montato dei nuovi scarichi modificati rispetto a quelli sperimentati dallo stesso Pedrosa ad Austin: se funzioneranno, i titolari li proveranno nei test di lunedì).

Aria di casa per Lorenzo
A completare i quadri di una giornata che ha sovvertito i pronostici della vigilia ci pensa la Ducati, anche lei capace di infilarsi davanti alla Yamaha. E qui la sorpresa è doppia, visto che Jerez è una pista tradizionalmente indigesta per la Rossa: eppure Jorge Lorenzo è riuscito a rivedere quelle prime posizioni che gli mancavano ormai da tempo. «Niente male, per essere un pilota pulito... – scherza il neo-trentenne – È vero che sono lontano da Pedrosa (oltre otto decimi, ndr), ma sono comunque il migliore dei ducatisti e questo è positivo. Se mi sono divertito? Un po' di più quando sono stato in testa per qualche minuto... La mia posizione reale è la sesta-settima, perché Marquez, Vinales e Valentino non si sono espressi al loro livello. Ma il buon risultato mi dà soddisfazione, e ancor più importanti sono le mie sensazioni». Complice una pista che esalta il suo stile di guida, Por Fuera sembra essere finalmente sulla buona strada per risolvere il rebus della Desmosedici: «Non posso guidare a istinto, quando l'ho fatto, come nei test di Sepang, sono andato piano – spiega il campione maiorchino – Ma sto imparando a usare il freno dietro, che con la Yamaha praticamente non toccavo, e a sacrificare l'uscita di curva per migliorare l'entrata. Così mi stanco meno e ho un passo gara più convincente. Ma penso che il cuore del mio stile non lo perderò mai, dunque quando avrò un motore più dolce in accelerazione potrò fare la differenza».

Petrux tra i grandi
Il passo avanti della Ducati trascina con sé anche il satellite Danilo Petrucci, quinto assoluto a meno di un decimo da Lorenzo: «Mi sarebbe piaciuto essere la prima delle Ducati, ma sono comunque là davanti – dichiara il portacolori del team Pramac – Partivamo in difesa, ma zitti zitti abbiamo lavorato bene. Non penso che tutti i piloti abbiano rischiato, perché il tracciato era umido e pericoloso, ma anche io posso fare meglio. Ho lasciato volutamente l'assetto di Austin per prendere confidenza, quindi ho un buon margine di miglioramento. Spero non sia lo stesso anche per gli altri...».