29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Due generazioni di centauri italiani a confronto

Agostini fa il tifo per Valentino Rossi, ma fino a un certo punto: «Se batte i miei record...»

Il grande campione del passato non si sbilancia sul suo successore e connazionale: «Mi farebbe piacere se vincesse il titolo, ma naturalmente non sarei contento di vedere i miei primati sconfitti. Perché dovrei esserlo?»

Giacomo Agostini con Valentino Rossi
Giacomo Agostini con Valentino Rossi Foto: ANSA

ROMA – Sono i più grandi campioni di motociclismo che l'Italia (e, forse, il mondo) abbia mai prodotto: Valentino Rossi e Giacomo Agostini. L'uno è a caccia del suo decimo Mondiale e il suo palmares vanta 114 successi, l'altro di titoli ne ha vinti 15 e di Gran Premi 123: ma erano altri tempi, quando i piloti correvano meno gare per stagione, ma anche in più di una classe alla volta. Inevitabile che tra i due si scatenasse un infinito scontro a distanza, fatto di cifre ma anche di tifo delle varie generazioni di appassionati. E, per quanto abbia appeso il casco al chiodo ormai da quarant'anni esatti, il mitico Mino questo scontro lo sente ancora. Da un lato c'è la vicinanza campanilistica per il suo connazionale e successore, dall'altra la gelosia per i suoi primati che non vuole vedere sconfitti: «Mi farebbe piacere se Valentino vincesse il titolo – ha confessato al quotidiano sportivo spagnolo Marca – ma naturalmente non sarei contento di vedere i miei record battuti. In fondo perché dovrei esserlo? In ogni caso tra i piloti è sempre difficile fare un confronto. Oggi diremmo che Marquez è più forte, ma Valentino oggi ha 38 anni, mentre Marc solo 24. Valentino è stato il numero uno per tantissimi anni e ora deve confrontarsi con i giovani di 21 e 22 anni come Vinales. In ogni caso alla fine vince il migliore». E chi è il migliore, secondo Ago? «Rossi crede di essere il numero 1, così come Marc e Jorge, persino io continuo a pensare di essere il migliore».

Cauto sul biscotto
È destinato ad essere sempre un giudizio a due facce, quello di Agostini su Rossi. Il rispetto umano e sportivo tra campioni non si discute: «Valentino è Valentino, ha dato tanto agli sponsor nel corso degli anni. Naturalmente l’età è importante e ci sono ora tutti questi giovani spagnoli che stanno emergendo. Rossi però ha regalato tante emozioni per tanti anni in questo sport». Ma, quando ad esempio Giacomo viene stuzzicato sul biscotto che Lorenzo e Marquez ordirono ai danni del Dottore due anni fa, lui si limita ad affermare il concorso di colpa: «Sul campionato 2015 credo che entrambi abbiano fatto degli errori, mentre altri hanno ingigantito la situazione – prosegue il grande ex – Valentino ha sbagliato a parlare così in quella conferenza stampa e Marc ha sbagliato a rispondere. In ogni caso i due non saranno amici, ma tra di loro c’è rispetto. Naturalmente questo ha portato giovamento alla MotoGP, perché in tv se ne è parlato moltissimo: come è accaduto ad esempio in Formula 1 con Hamilton e Rosberg».

Previsioni stagionali
Dunque, qual è il pronostico del 74enne bresciano sul Mondiale che si appresta a cominciare? «Credo che sarà una stagione molto interessante. Ci sono tanti buoni piloti e tante ottime moto, il che rende tutto più interessante. Marquez naturalmente è l’uomo da battere, è il campione in carica. Valentino però vuole vincere un altro Mondiale prima di chiudere la carriera: qui tutti vogliono vincere. Jorge è passato in Ducati e ora la Rossa di Borgo Panigale non è male, la moto è buona e lui è un pilota molto veloce. Resta da vedere se riusciranno a lavorare bene insieme: Lorenzo a volte è un ragazzo un po’ difficile. In ogni caso se tutto sarà al 100% i successi arriveranno, perché lui è un pilota molto, molto veloce. E credo che pure Vinales sia un pilota molto dotato. Lui è giovane, non ha abbastanza esperienza, ma nonostante questo è già andato molto veloce, quindi non oso immaginare cosa sarà capace di fare più in là. Credo che abbia le carte in regola per vincere il titolo, ma dovrà accodarsi a Marquez, Rossi e Lorenzo. Naturalmente quando si hanno due grandi piloti nello stesso team è difficile che siano amici: c’è un trofeo in ballo e tutti lo vogliono».