19 aprile 2024
Aggiornato 18:00
Costa cara la battuta su Twitter

Lo sponsor scherza sul muro di Donald Trump: Perez chiede il divorzio

La prima reazione all'elezione del nuovo presidente degli Stati Uniti arriva in Formula 1: una casa produttrice di occhiali da sole sfotte il Messico e il pilota messicano della Force India decide di chiudere il contratto di sponsorizzazione

Sergio Perez con gli occhiali da sole incriminati
Sergio Perez con gli occhiali da sole incriminati Foto: Force India

SAN PAOLO«Messicani, mettetevi questi occhiali da sole così non vi si gonfieranno gli occhi mentre costruirete il muro domani». Questa battuta (malriuscita) sulla vittoria di Donald Trump nelle elezioni statunitensi, pubblicata e poi cancellata sul profilo ufficiale di Twitter dell'azienda, è costata cara alla Hawkers, nota casa produttrice americana di occhiali da sole. Il pilota messicano Sergio Perez, che con il marchio in questione aveva appena siglato un contratto di sponsorizzazione, infatti, ha ritenuto questo tweet offensivo nei confronti dei connazionali, a tal punto da chiedere l'immediata risoluzione dell'accordo. «Ho deciso di dividermi da loro – ha spiegato ieri in Brasile – Penso che questo sia stato un commento molto infelice nei confronti della mia nazione. Non dipende dal marchio, piuttosto dal responsabile della comunicazione, ma non posso accettare parole del genere, di cui non vedo la ragione e che non trovo per niente divertenti. Per questo stiamo lavorando ad un accordo per dividerci. Mi dispiace perché si tratta di un grande marchio, ma non intendo restare legato a loro».

Stop alla produzione
E questo scivolone avrà grosse conseguenze anche sul piano economico, visto che la Hawkers aveva appena iniziato la produzione di ben 20 mila paia di occhiali da sole con il nome di Perez. «Avevamo appena iniziato la nostra relazione e avrebbero prodotto gli occhiali a mio nome – conferma il portacolori della Force India – A loro dispiace molto, e anche a me. Conosco i proprietari, che sono delle ottime persone, e penso che il nostro sarebbe stato un rapporto di grande successo. Ma quanto è accaduto offende la mia nazione, la mia gente e non posso permettere che nessuno si prenda gioco del Messico. È un peccato che a pagare sia il marchio, perché si tratta dell'errore di un singola persona, che sono sicuro che ora si sia pentita». Quanto alla vittoria di Trump, Sergio si dice invece sicuro che il futuro delle relazioni tra il suo Paese e gli Usa sarà brillante, a dispetto delle dichiarazioni del neo presidente in campagna elettorale: «Penso che il Messico abbia bisogno dell'America e l'America del Messico. Noi siamo una nazione molto forte e continueremo a crescere, nonostante tutto e tutti».