19 aprile 2024
Aggiornato 15:00
Il boss della Scuderia risponde alle accuse

Maurizio Arrivabene difende la Ferrari: «Tutto normale»

Troppa pressione, troppa tensione, troppe critiche sulla stagione della Rossa? No. Secondo il team principal di Maranello tutto questo «fa parte del gioco, dobbiamo conviverci e rimanere concentrati sul nostro lavoro»

Il team principal Maurizio Arrivabene
Il team principal Maurizio Arrivabene Foto: Ferrari

AUSTIN – Critiche a pioggia, risultati che non migliorano, tensione sempre più alta nella squadra. E, ultimamente, voci sempre più insistenti che lo danno per partente alla fine di questa stagione. Non è un bel momento per il team principal della Ferrari Maurizio Arrivabene. Un momento che un grande ex della Rossa, Luca Baldisserri, già capotecnico di Michael Schumacher, ha sintetizzato così al Corriere dello Sport: «Non sono più un team, ma un gruppo di persone spaventate. Lì dentro c’è un clima di terrore, i ragazzi non inventano, non decidono per la paura di essere allontanati con disonore». Colpa dello stesso Arrivabene e del presidente Sergio Marchionne, che «non hanno esperienza di corse, una cultura che oggi il vertice della Scuderia ha perso», ma che al contrario hanno messo pressione ai loro uomini per vincere tanto e da subito, reduci com'erano dal positivo recupero del 2015. Invece, quest'anno non è ancora arrivata nemmeno una vittoria, il Cavallino rampante è scivolato anche dietro alla Red Bull in classifica costruttori e i vertici si sentono sempre più frustrati.

La risposta del team principal
Ma per Maurizio Arrivabene è tutto normale. Nessun clima di terrore, come sostiene Baldisserri, nessuna pressione dall'esterno: solo la naturale fame di risultati che deve esistere nella squadra più vincente della storia della Formula 1. «È una vecchia storia – ha risposto il numero uno della Scuderia ai giornalisti che lo hanno incalzato durante il weekend di gara di Austin – La Ferrari in Italia è come la nazionale di calcio: la pressione, la tensione, le critiche sono normali. Bisogna conviverci. A volte vanno troppo in là e il nostro lavoro è rimanere concentrati su ciò che stiamo facendo, seguire la nostra strada e svolgere il nostro compito. Se lavori a Maranello, per un marchio come la Ferrari, questo fa parte del gioco, devi accettarlo che ti piaccia o no. Ma l'atmosfera in squadra è completamente diversa da quella che pensate o che leggete sui giornali». Se lo dice lui...