25 aprile 2024
Aggiornato 04:00
La Mercedes presenta un appello contro di lui

Max Verstappen, ora esageri: di nuovo indagato per guida aggressiva

Per la sua manovra di difesa dagli attacchi di Lewis Hamilton sul finale del Gran Premio del Giappone, il giovane pilota della Red Bull si guadagna un'altra inchiesta da parte della direzione gara. Ormai sta diventando un'abitudine

L'attacco di Lewis Hamilton e la difesa di Max Verstappen
L'attacco di Lewis Hamilton e la difesa di Max Verstappen Foto: Red Bull

SUZUKA – Ci risiamo. Il giovane Max Verstappen, che grazie alla sua guida arrembante e senza timori reverenziali si è meritato il sedile della Red Bull e addirittura la sua prima vittoria a soli 18 anni, ha di nuovo superato il limite. Al penultimo giro del Gran Premio del Giappone, mentre era impegnato a difendere il suo secondo posto dagli attacchi di Lewis Hamilton, l'olandese ha chiuso la porta in maniera aggressiva alla Mercedes all'ingresso dell'ultima chicane, costringendo il campione del mondo a spostarsi sulla sinistra e a finire addirittura fuori pista. Il rivale anglo-caraibico ha subito lamentato la scorrettezza della manovra via radio e il suo team ha raccolto la protesta, presentando un reclamo ufficiale alla Federazione internazionale dell'automobile. Così, dopo essersi difeso con le unghie e con i denti in pista, Verstappen dovrà farlo nuovamente anche davanti ai giudici sportivi che lo metteranno sul banco degli imputati in occasione del prossimo weekend di gara ad Austin.

Porta blindata
Prima dell'apertura ufficiale dell'inchiesta, l'unica azione ufficiale dei commissari è stata quella di convocare Max per un faccia a faccia. E la direzione gara, composta tra gli altri anche dall'ex pilota italiano Emanuele Pirro, gli ha tirato le orecchie. Non è infatti la prima volta in cui si comporta così: già nel GP di Ungheria si spostò in fase di frenata per bloccare il tentativo di sorpasso di Kimi Raikkonen, per non parlare dello zig zag in pieno rettilineo in Belgio. Manovre decisamente al limite del regolamento, che impone di evitare tutti i cambi di traiettoria non necessari durante un attacco, e che la Fia vuole assicurarsi che non diventino un'abitudine. Ma il talentino rimbalza ancora una volta le accuse al mittente, non ritenendosi affatto colpevole: «Non mi vedrete aprire la porta e dire: 'Prego, entra pure' – risponde a Sky Inghilterra – Ovviamente, ho visto Hamilton mentre si spostava e, subito dopo, ho chiuso la porta. Penso che fosse sufficientemente lontano da rendersene conto». La penseranno allo stesso modo anche i commissari?