29 marzo 2024
Aggiornato 15:30
Lewis si gioca (male) anche le ultime chance

Hamilton non ha ancora imparato a partire. Così butta all'aria un Mondiale

Il campione del mondo, in preda a un plateale nervosismo, commette l'ennesimo errore al via, e regala a Rosberg una vittoria pesantissima a Suzuka. Tanto da far affermare al presidente Lauda: «Ormai ha perso il titolo»

Lewis Hamilton saluta il pubblico (e il titolo?) dal podio di Suzuka
Lewis Hamilton saluta il pubblico (e il titolo?) dal podio di Suzuka Foto: Mercedes

SUZUKA – L'onestà, almeno quella, non gli manca. Lewis Hamilton non cerca scuse, non si nasconde dietro il comodo alibi delle chiazze d'umido rimaste sul lato sinistro della griglia di partenza. Quell'ennesima sbavatura alla partenza, che lo ha fatto scivolare dalla seconda all'ottava posizione, costringendolo ad un Gran Premio del Giappone tutto in rimonta e impedendogli di evitare il trionfo in solitaria di Nico Rosberg, è stata soltanto colpa sua. «Non credo che c'entrasse l'umido, ho semplicemente commesso un errore, le ruote hanno pattinato», ammette candidamente il campione del mondo in carica. Visto il nervosismo che sprizzava da tutti i suoi pori questo weekend, dalle accuse di complotto ai suoi danni rivolte alla sua squadra fino a quelle di mancanza di rispetto indirizzate ai giornalisti, del resto, era difficile immaginare che Lewis non facesse qualche passo falso. E infatti il pilota anglo-caraibico è finito per ricadere nello stesso sbaglio in cui ha perseverato per quasi tutta la stagione: uno scatto al rallentatore. Che gli è costato tanti risultati utili in questo 2016, compreso quello, cruciale per la corsa al titolo, di Suzuka: «Rimontare è stato impegnativo, ho fatto del mio meglio – racconta – A metà gara la macchina andava forte, ho lottato fino alla fine, ma non ce l'ho fatta». Che Hamilton non avesse digerito completamente la nuova procedura manuale di partenza reintrodotta a inizio stagione, era già evidente. Ma che questo suo limite diventasse talmente rilevante da compromettere un intero Mondiale, questo forse non se lo aspettava nemmeno lui: «Ora non conta più, è andata, guardo avanti», taglia corto lui a fine gara.

Per lui è (quasi) finita
L'impressione, però, è che questa fretta di voltare pagina dopo un'altra corsa deludente, quella nipponica, nasconda in realtà l'inconfessabile consapevolezza che con essa dovrà chiudere anche la pratica iridata. Con questa vittoria, la nona stagionale, il compagno-rivale Rosberg veleggia a 33 punti di vantaggio, a soli quattro GP dalla conclusione. La sintesi più brutale, come sempre, la offre il presidente del team, Niki Lauda: «Nico non sta sbagliando nulla al momento – analizza ai microfoni di Sky Germania – Se tutto andrà normalmente, e se non accadrà nulla alle vetture, il campionato si potrebbe decidere già nelle prossime gare, e Lewis non riuscirà più a riprendere Nico. Per me è chiarissimo». E dire che, con una striscia positiva di sei vittorie in sette appuntamenti a metà annata, Hamilton era già riuscito in una rimonta che appariva impossibile, a tal punto da riportarsi in testa alla classifica iridata. Poi, la situazione si è ribaltata nuovamente, e in questo la sua fragilità psicologica emersa proprio nei momenti più delicati ha giocato certamente un ruolo importante. Specialmente se si confronta la sua sbruffonaggine tamarra con la teutonica freddezza di Nico, che ancor oggi non se la sente di cantare vittoria: «La strada è ancora lunga, non posso cambiare il mio atteggiamento proprio ora – commenta il capolista – Continuo a lavorare come sto facendo, perché sta funzionando bene. So di avere 33 punti di margine ma mi concentro su una gara alla volta, visto che ne mancano ancora tante. E tengo la testa bassa». Continuando a procedere dritto, e soprattutto senza errori, verso l'obiettivo che vale una carriera.