20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Fase cruciale per la rincorsa al Mondiale MotoGP

Rossi e Lorenzo, voglia di riscatto: Yamaha mai così male da 9 anni

Era dal 2007 che la casa dei Diapason non finiva fuori dal podio per due gare di fila. Nel Gran Premio d'Austria è arrivato il momento di interrompere questa striscia negativa. Peccato che la pista non sembri favorire la M1

Valentino Rossi in azione sulla sua M1
Valentino Rossi in azione sulla sua M1 Foto: Yamaha

ZELTWEG – Nove lunghi anni. Tanto è passato dall'ultima volta in cui la Yamaha andò così male in due Gran Premi consecutivi. Mai come questa volta, i numeri parlano chiaro. Nelle ultime due corse prima della pausa estiva (in Olanda e in Germania), infatti, la casa dei Diapason è rimasta fuori da tutti e tre i gradini del podio: non accadeva dalle ultime due prove del Mondiale 2007, rispettivamente in Malesia e a Valencia.

A Valentino Rossi piace, alla sua M1 no
Per Valentino Rossi, poi, l'ottavo posto al Sachsenring è stato il peggior risultato ottenuto in gara da un paio di stagioni a questa parte: tralasciando i ritiri, infatti, era dal Gran Premio delle Americhe del 2014 che non arrivava al traguardo fuori dalla top five. Una tendenza negativa che lui e la sua squadra devono ribaltare il più in fretta possibile, per scongiurare il rischio di una fuga per la vittoria firmata Marc Marquez. Il problema è che il Red Bull Ring, dove si corre in questo weekend, potrebbe non essere il circuito ideale per riuscirci. «Sotto l'aspetto delle prestazioni non è la nostra pista – ammette il Dottore alla vigilia – perché di solito soffriamo un po' in velocità massima e nei rettilinei perdiamo parecchio. Perciò questo non è certamente il circuito perfetto per la nostra M1. È vero che la gara è sempre diversa dai test, ma sulla carta ora le due Ducati ufficiali sembrano troppo veloci per noi. Sappiamo che battercela con loro sarà dura, ma sarà anche molto interessante comprendere il potenziale delle Honda ufficiali: se saranno come noi, peggio o meglio». Se dal punto di vista tecnico la Yamaha sembra partire ad handicap, però, da quello umano il campione di Tavullia ha un piccolo vantaggio: è l'unico dei piloti attualmente in attività ad aver già corso il GP d'Austria, che uscì dal calendario nel 1997. E, anche grazie ai bei ricordi che vanta qui (a partire dal suo primo podio in classe 125, che arrivò esattamente vent'anni fa), Zeltweg è un tracciato a lui gradito: «È una pista particolare, molto molto veloce con solo dieci curve – spiega – La velocità media è molto alta e si passa molto tempo in pieno. È interessante, sinceramente le curve mi piacciono, specialmente la 5-6-7, in discesa a sinistra, e anche le ultime due. Peccato che ce ne siano così poche! Ci sono solo due punti che per me sono troppo pericolosi: le uscite dalla curva 8 e dall'ultima curva, dove non c'è abbastanza spazio. Meglio non fare incidenti lì, perché rischia di essere un grosso problema».

Jorge Lorenzo ha bisogno di aderenza
Quanto a Jorge Lorenzo, pur essendo al secondo posto nel Mondiale anche lui viene da una doppietta tutt'altro che positiva: un 10° e un 15° posto. Da quando corre in MotoGP, ovvero dal 2008, non gli era mai capitato di finire due gare di fila fuori dalle prime sei posizioni. Guai a parlare di crisi, però: secondo Por Fuera dipende tutto dalle condizioni della pista. «Quando sono buone e non ho problemi di aderenza riesco ad essere competitivo, come a Le Mans, al Mugello o negli altri Gran Premi – ribatte – Ma è vero che qui siamo ancora lontano dalla Ducati, che con le gomme nuove riesce ad avvantaggiarsi della sua accelerazione e stabilità in frenata». Rispetto ai test, però, c'è una variabile in più: le nuove gomme posteriori create dalla Michelin proprio sulla base dei risultati delle ultime prove private. Basteranno ad agevolare l'aggancio della Yamaha?