Valentino Rossi: «Ecco perché sono caduto (davvero) ad Assen»
Un errore da parte sua, certo. Ma anche colpa delle gomme Michelin, che sull'asfalto bagnato hanno ancora tanta strada da fare: «Hanno poca aderenza davanti, quindi se chiediamo troppo l'anteriore si chiude»
ROMA – La parola d'ordine di Valentino Rossi è una sola: rialzarsi. Dopo essere finito a terra nell'ultima gara ad Assen, per la seconda volta della stagione dopo Austin (a cui va aggiunto l'altro ritiro per la rottura del motore al Mugello). Il Dottore è scivolato sotto il diluvio olandese, proprio mentre era in testa: un errore raro per lui, ma che non ha mancato di confessare con grande onestà, dandosi dell'«asino», dovuto senz'altro alla sua fame di vittoria e alla voglia di recuperare in classifica che lo hanno portato a superare i limiti. Ma non è solo colpa sua se il campione di Tavullia è stato tradito dall'asfalto bagnato: c'entrano anche le nuove gomme Michelin. Oltre a quella di Vale, infatti, durante l'intero fine settimana se ne sono registrati altri 38 solo in MotoGP, di cui 14 durante la corsa di domenica, interrotta e divisa a metà per via delle condizioni insicure.
Anteriore sotto accusa
A qualche giorno di distanza, è proprio lui ad analizzare tutti i limiti degli pneumatici francesi da bagnato che sono emersi con tutta la loro gravità nel GP d'Olanda. «Con le gomme da bagnato, ora la Michelin è allo stesso punto in cui si trovava con le slick a marzo – racconta – Da allora hanno lavorato e hanno migliorato molto gli pneumatici da asciutto, specialmente quello anteriore. Ma con quelli da bagnato sono ancora in ritardo sui programmi. Queste coperture hanno molta aderenza al posteriore ma pochissima all'anteriore, esattamente il contrario rispetto alle Bridgestone dell'anno scorso. Per questo noi eravamo abituati a mettere molta pressione davanti e ora, quando spingiamo con le Michelin, finiamo per chiedere troppo e l'anteriore si chiude».
Lorenzo rincara la dose
Anche il suo compagno di squadra Jorge Lorenzo, del resto, ha avuto la sua bella dose di guai con le gomme nel corso della gara olandese, in cui ha concluso solo decimo a ben 27 secondi dal vincitore: «Dopo sei o sette anni di assenza dal campionato, la Michelin è stata presa alla sprovvista da quanto le moto di oggi siano potenti e pesanti e con meno elettronica – prosegue Por Fuera – Stiamo avendo molti problemi a trovare la gomma giusta per ciascuna pista. A volte la azzeccano, altre no. Spero che, accumulando più esperienza, sbaglino sempre di meno. Se sento la gomma anteriore posso essere il più veloce, come ho dimostrato, ma se non la sento posso anche essere il più lento».
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