29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Trovata la difficoltà principale

Rivelazione Ferrari: «Ecco il nostro problema numero 1»

Non è il motore, che pure sarà aggiornato nella prossima gara in Canada, ma le gomme. La SF16-H non riesce a portarle alla giusta temperatura e pressione nel momento decisivo delle qualifiche. E così compromette i GP

Le gomme Pirelli montate sulla Ferrari di Sebastian Vettel
Le gomme Pirelli montate sulla Ferrari di Sebastian Vettel Foto: Ferrari

ROMA – Si dice che occorra toccare il fondo perché i piedi possano darsi la spinta necessaria per risalire. Sarà per questo che il team principal Maurizio Arrivabene, rifiuta di parlare di «crisi» anche dopo che la sua Ferrari, a Montecarlo, ha raggiunto il punto più basso dell'intera stagione, senza nemmeno riuscire a salire sul podio. Al contrario, il numero uno sportivo della Rossa ha avuto buon gioco a chiedere ai suoi uno sforzo in più, un superlavoro nell'officina di Maranello per portare in pista quelle novità tecniche che (finalmente?) dovrebbero consentire il tanto agognato salto di qualità già dalla prossima gara di Montreal. «Accelereremo il ritmo dello sviluppo, in modo da portare alcuni aggiornamenti già in Canada, dove vedrete un'altra Ferrari – ha dichiarato al settimanale specializzato Speed Week – Per diventare competitivi, dobbiamo migliorare ad ogni gara, che è esattamente ciò che abbiamo in programma di fare». Gli aggiornamenti a cui fa riferimento Arrivabene, in particolare, riguarderanno soprattutto una nuova versione del motore.

Sotto pressione
Ma in realtà non è stato il propulsore il principale grattacapo del Cavallino rampante nelle ultime due gare, bensì le gomme. «Sappiamo che il problema riguarda il modo in cui la nostra macchina fa funzionare gli pneumatici – ammette il manager bresciano – Dobbiamo lavorare per risolverlo, perché se non riusciamo a partire nelle prime posizioni poi ci troviamo a far fronte a difficoltà che non dovrebbero esserci. Guardate cosa è successo a Monaco: per recuperare posizioni abbiamo dovuto mettere in atto una strategia aggressiva che ci ha posizionato dietro a Felipe Massa, che non dovrebbe essere un nostro rivale. La scelta strategica era corretta, ma era una decisione che non avremmo dovuto prendere se ci fossimo qualificati meglio». Per qualche ragione, invece, la Ferrari sembra misteriosamente uscire dalla finestra di temperatura di esercizio delle Pirelli tra l'inizio e la fine delle prove ufficiali. «È una questione che merita di essere affrontata in grande dettaglio – spiega il team principal – È assurdo che nella Q1 siamo i più veloci e poi non riusciamo a ripeterci nella Q2 e nella Q3. Dobbiamo analizzare in profondità cosa succede tra il telaio e le gomme in termini di temperatura e pressione». Non è un caso, probabilmente, che l'ingegnere capo Jock Clear a Monaco abbia passato molto tempo a studiare le gomme e i cerchi dei rivali. Forse proprio nel tentativo di capire come facciano a gestire la temperatura dell'aria dentro gli pneumatici e la loro pressione (che quest'anno è stata alzata da regolamento per motivi di sicurezza) meglio di quanto riesca a fare la SF16-H. Proprio qui, in questo problema apparentemente banale ma che compromette sistematicamente il momento più decisivo delle qualifiche, starebbe insomma il tallone d'Achille di questa Ferrari.