29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
L'intervista al vincitore

Valentino: «Una vittoria così? E chi se la ricorda...»

Rossi vince in casa dei rivali spagnoli, a Jerez, dominando dal primo all'ultimo giro come mai aveva fatto in carriera: «Vincere in questo modo è speciale. E lo è ancora di più su questa pista storica. Come essere al Camp Nou»

L'esultanza di Valentino Rossi dopo il successo a Jerez
L'esultanza di Valentino Rossi dopo il successo a Jerez Foto: Michelin

Valentino, hai completato il weekend perfetto.
Non potevo chiedere nulla di meglio. Siamo partiti bene fin dal venerdì, mi sentivo a mio agio con la moto, ieri ho preso la pole position, ma il meglio è stato oggi. Fin dalla griglia di partenza sapevo di poter tenere un buon passo, ma la gara è sempre molto difficile. Il mio meccanico mi ha detto: «Resterai primo dalla prima all'ultima curva», e io gli ho risposto: «Bella idea...».

È sembrato finanche troppo facile.
Sinceramente mi aspettavo di soffrire di più nei primi giri, dove Lorenzo va sempre molto forte. Ma volevo anche restare tranquillo perché sapevo che con le gomme usate avrei avuto un buon passo. Invece la partenza e le prime curve sono state fantastiche. Purtroppo il secondo giro non è stato perfetto, perché non mi fidavo abbastanza, infatti Lorenzo mi ha superato. Ma sono riuscito a rispondergli subito e da quel momento sono scappato via. Sentivo il rumore della sua moto sempre più lontano, quindi ho capito che stavo andando forte: è stata una bellissima sensazione. Negli ultimi dieci-quindici giri la gomma posteriore ha iniziato a pattinare molto sul rettilineo, per cui ho dovuto andare a metà gas e ho rallentato un po', ma per fortuna in curva continuavo ad andare bene.

Già, le gomme. Sono state l'elemento cruciale a tuo favore?
Con le Michelin mi trovo molto bene perché ci sono cresciuto. Le Bridgestone avevano un limite più alto, ma le ho conosciute quando ero già vecchio. E con quelle gomme su alcune piste ho sempre faticato, Jerez compresa, e mi era mancato molto. La chiave è stata la capacità del team di adattare l'assetto e comprendere il modo di utilizzare queste coperture. Però più ancora degli pneumatici penso che abbia contato la concentrazione, che da ora in poi bisognerà mantenere ancora più elevata.

Ti aspettavi un successo così?
Sono partito da casa con la convinzione di poter andare molto forte a Jerez. Ma era più una speranza che una previsione. Per me questa è una pista importante perché di solito ti permette di capire il tuo livello: se vai forte qui lo sarai su tutte le altre piste vecchio stile. E poi vincere qui non è come nelle altre piste, non solo perché è a casa loro, ma perché è storica: è come vincere al Camp Nou. Lorenzo qui va sempre forte, quindi batterlo è molto importante. Ma soprattutto è una vittoria che arriva al momento giusto.

Perché?
Era da Silverstone 2015 che non vincevo. Poi è toccata a Lorenzo, Marquez, Pedrosa... ora era il mio turno. Ma, soprattutto, una vittoria così non me la ricordo neanche, forse non l'ho mai fatta. E vincere così è ancora più importante. Quello che mi è mancato nel 2015 erano proprio i giri percorsi in testa: pur avendo vinto diversi Gran Premi, ne avevo percorsi pochi, perché prendevo il comando solo nelle ultime tornate. E quest'anno, finora, non ne avevo compiuto neanche uno...

Questo significa che da oggi in poi vedremo un nuovo Valentino?
Ogni gara ha una storia diversa. La mia esperienza mi ha insegnato ad accontentarmi e a gustarmi ogni vittoria, magari tra due settimane la storia sarà diversa.

Quanto ha contato l'aiuto del tuo nuovo coach Luca Cadalora?
L'arrivo di Cadalora è stato un grande aiuto. È un ragazzo con molta passione e molta esperienza. E lavorando con lui mi fa notare molti piccoli dettagli di guida e di assetto. Abbiamo delle idee, siamo più aggressivi, e anche io riesco a capire meglio cosa serve alla moto per andare più veloce.

La prima delle tue nove vittorie qui a Jerez fu vent'anni fa. Eppure il tempo per te non sembra passare mai.
È tutto più difficile di vent'anni fa. Ci vuole più allenamento fisico, ma credo di potercela fare fino a 40 anni. La differenza la fa la motivazione, la voglia di continuare a vincere. E io non mi sento tanto male.

Ora è arrivato il momento di pensare al decimo titolo?
Il mio primo obiettivo all'inizio di ogni stagione di MotoGP è sempre stato quello di vincere almeno una gara. E ce l'ho sempre fatta, tranne i due anni con la Ducati. Anche quest'anno è andata, adesso possiamo pensare al resto. Peccato per l'errore di Austin, ero veramente veloce ma ho sbagliato e ho buttato via venti punti. Se non fosse andata così, sarei a quattro lunghezze da Marquez. Ma non guardo al campionato: penso gara per gara e cercherò di ripetermi a partire da Le Mans. Una pista solitamente buona per la mia Yamaha ma che può essere problematica per le condizioni meteo. L'anno scorso feci una buona gara ma senza riuscire a battere Lorenzo, vedremo quest'anno.

Un anno fa proprio a Jerez iniziò la riscossa di Lorenzo, che poi finì per vincere il titolo. Proverai a fare la stessa cosa?
Sarebbe bello.

Con questa fanno centotredici vittorie. Il record di 123 di Giacomo Agostini si avvicina...
Meglio non parlare di Agostini... in realtà è ancora lontano!