24 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Inseguimento difficile a Jerez

Gli altri: Ducati e Honda frenate dalle Michelin

Yamaha a parte, il ritornello è lo stesso per tutti: la nuova gomma posteriore dalla carcassa più rigida non garantisce abbastanza aderenza. E in uscita di curva si pattina troppo per poter andare veloci

Andrea Dovizioso in azione a Jerez
Andrea Dovizioso in azione a Jerez Foto: Ducati

JEREZ DE LA FRONTERA – Gli unici immuni, si fa per dire, dal virus Michelin sembrano essere Valentino Rossi e Jorge Lorenzo. «Questa costruzione di gomme è un po' meno competitiva – ammette il Dottore – ma la preoccupazione principale deve essere quella della sicurezza, e tutto sommato si guida bene anche con questi pneumatici». Le altre squadre, chi più chi meno, sono state tutte quante contagiate. Jerez segna il ritorno in Europa della MotoGP, ovvero l'inizio di una striscia di piste più strette e lente, dove sono altri gli aspetti tecnici che fanno la differenza rispetto alle prime tre trasferte intercontinentali. E così, nelle prove libere spagnole, si scopre che la nuova carcassa più rigida, introdotta per andare sul sicuro dopo l'esplosione di Redding in Argentina e già usata ad Austin, qui pattina che è un (dis)piacere. «La gomma davanti va bene – riassume Andrea Dovizioso, oggi solo settimo – quella dietro è difficile da gestire un po' per tutti. La reazione di queste coperture continua a cambiare di gara in gara». L'esatta natura del problema la spiega il suo compagno di squadra Andrea Iannone, addirittura undicesimo: «Quando acceleriamo in uscita di curva tendiamo a sgommare. E non riusciamo a farci niente, pur avendo provato a cambiare molto la moto».

Si slitta di dietro
Le difficoltà non riguardano solo la Ducati, ma si ripropongono pari pari anche in casa Honda. «Non riesco ad uscire bene dalle curve – ribadisce Dani Pedrosa, nono – Questa moto ha molta potenza e più si riesce ad utilizzarla più si va forte. Invece qui non c'è trazione». Perfino Marc Marquez, che pure ha chiuso la giornata con il secondo tempo, a tre decimi dal leader Jorge Lorenzo, si unisce al coro: «Ma me lo aspettavo – spiega il capolista del campionato – Già con le Bridgestone avevamo poca aderenza al posteriore: dipende dalla pista, che è completamente diversa dal Qatar, dall'Argentina e da Austin, è un circuito da stop-and-go». Problemi che rientrano comunque nel fisiologico periodo di adattamento iniziale del Bibendum, appena rientrato nel Motomondiale dopo una lunga assenza. Solo la Suzuki, che pure non fa eccezione, sembra non farci troppo caso: Aleix Espargaro e Maverick Vinales preferiscono guardare il bicchiere mezzo pieno, dall'alto delle loro promettenti terza e sesta posizione. «Ho provato troppi assetti diversi, ho cambiato varie mescole e non mi sono potuto concentrare sulla prestazione nel giro secco», racconta Vinales. «Il nostro motore non è ancora il migliore, quindi qui a Jerez soffriamo meno che altrove – chiosa Espargaro – Penso che potremo restare al top». Gomme permettendo.