19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Giornata di chiusura a Losail

Lorenzo manda un avviso a Rossi negli ultimi test

Un tempo sul giro inarrivabile e un passo gara impressionante: il campione del mondo in carica esce a testa alta alla conclusione delle prove pre-campionato in Qatar. Ma Vale non si arrende: «In corsa siamo uguali»

Jorge Lorenzo in azione a Losail
Jorge Lorenzo in azione a Losail Foto: Yamaha

LOSAIL – Sono tutti lì. In un decimo (1:55.3) si piazzano la sorprendente Ducati privata di Scott Redding, la Suzuki dell'outsider Maverick Vinales, la Honda che accenna un timido miglioramento con Marc Marquez e il nostro solido Valentino Rossi. Ad un altro decimo di distanza la Ducati ufficiale di Andrea Iannone e la Honda clienti di Cal Crutchlow. Se i decimi di distacco diventano sei, dentro a questo margine ci stanno praticamente tutti gli altri, tra big e non: Barbera, Espargaro, Hernandez, Dovizioso, Smith. Tutti, tranne Jorge Lorenzo. Il campione del mondo chiude i test pre-campionato in Qatar con un'imbarazzante testimonianza di superiorità: il suo crono a fine giornata è 1:54.810, tre decimi più veloce del record in gara che ottenne Stoner nel lontano 2008 e quattro del miglior tempo di un anno fa. E quel che è peggio (per gli avversari) è che la sua prestazione non si è limitata al giro secco: per ventidue tornate della sua simulazione di gara non si è mai discostato dall'1:55.9-1:56, con un passo da martello pneumatico. Sono solo test, è vero, ma Por Fuera sembra già correre in un campionato tutto suo.

E può ancora migliorare
Eppure, nonostante tutto, il maiorchino fa il perfezionista: «I miei punti forti sono la frenata, la percorrenza di curva e l'accelerazione – spiega – ma posso ancora migliorare in velocità di punta e nella comprensione dell'elettronica. E poi con le gomme: quella anteriore morbida, dopo qualche giro, mi dava del graining sul lato destro, quindi per la simulazione di gara ho dovuto usare la media. Altrimenti avrei potuto girare in 1:55.3-1:55.5». Incontentabile, insomma. Ma anche rispettoso degli avversari: «La Ducati è una grande moto – ammette – Soprattutto su questa pista è velocissima sul dritto e se mi troverò dietro di loro sarà dura. E anche la Suzuki va fortissimo, con Vinales che guida bene su tutte le piste». Valentino Rossi chiude staccato di sei decimi e con un passo gara che è parso calare leggermente dopo quattro o cinque giri. Ma, cronometro a parte, la sua sensazione è positiva: «Lorenzo va fortissimo sul giro secco, è vero – confessa il Dottore – Ma nella simulazione di gara siamo stati uguali. In particolare nell'ultima mezz'ora ho trovato un miglioramento nella messa a punto della moto che mi soddisfa molto. Rispetto agli scorsi test noi siamo sempre lì davanti, sono gli altri che si sono avvicinati». L'unico inconveniente di giornata per lui è stato uno scivolone alla solita, maledetta curva 10 in cui era incappato anche mercoledì: «Si vede che non avevo capito bene e volevo esserne sicuro...», sorride.

Ducati va avanti, Honda indietro
Tra le altre case, a far più paura, specialmente su questa pista, è la Ducati, forte dei suoi 349 km/h di velocità di punta sul rettilineo, nettamente la migliore di tutti. Qui, come già un anno fa, potrebbe cogliere l'occasione per inserirsi nella lotta per le posizioni alte: «Sono state giornate positive – riconosce Iannone – Abbiamo lavorato bene, fatto passi avanti importanti, capito la direzione migliore da percorrere. Il potenziale della moto è molto alto, si guida molto bene e ora riusciamo a sfruttarla al meglio. Ho accusato qualche piccolo problema solo nel long run, ma non mi preoccupa». Continua, invece, la crisi nera in casa Honda. Il quarto tempo di Marquez (che in precedenza è anche caduto all'ultima curva) è bugiardo, perché realizzato sfruttando la scia di Lorenzo. Più veritiero forse il quattordicesimo di Dani Pedrosa: «Siamo in una situazione difficile – si dispera lo spagnolo – Dobbiamo lavorare ancora in vista della gara. Io, Marc e la Honda stiamo cercando le soluzioni migliori, ma non abbiamo ancora tutte le risposte. E siamo ancora più indietro rispetto all'anno scorso».