25 aprile 2024
Aggiornato 23:30
Intervista senza freni

Lorenzo piagnucola: «Yamaha preferisce Rossi»

Por Fuera scatenato: sostiene di aver vinto il Mondiale contro il volere della sua stessa squadra, poi avverte che se non lo valorizzeranno passerà alla Ducati. E giura di aver dominato gli ultimi test nonostante il raffreddore

ROMA – Non solo ha vinto il suo terzo titolo mondiale in MotoGP nella stagione appena conclusa. Non solo ci è riuscito con dei metodi e con delle alleanze piuttosto discutibili. Non solo si ritiene il favorito d'obbligo per il campionato che sta per cominciare. Ma ora Jorge Lorenzo vuole anche farci credere di aver portato a casa l'iride anche contro il volere della sua stessa squadra. «Non mi ha mai preoccupato il fatto che Rossi sia un miglior comunicatore, che sia più aperto verso la stampa o che sia circondato da più fotografici – ha commentato nel corso di una lunga intervista rilasciata a Motorsport – E ritengo normale perfino che la Yamaha preferisse una sua vittoria, per via della sua popolarità, perché in quel modo avrebbe venduto più moto. Ma per me l'unica cosa che conta è avere lo stesso materiale tecnico, perché ho fiducia nelle mie abilità e so che con queste regole farà bene. In questo senso, l'azienda è giapponese, è molto seria e mi ha sempre sostenuto al massimo possibile». Insomma, neanche troppo tra le righe Por Fuera lamenta un favoritismo della Yamaha nei confronti del suo compagno-rivale: «È vero che alcune parti del team hanno reagito in modo strano alla mia vittoria, diversamente da come sarebbe accaduto se solo un pilota Yamaha avesse lottato per il titolo. Alcuni sono stati freddi, ma penso per via di ciò che è accaduto a Sepang». Nonostante tutto, però, il maiorchino riconosce almeno l'onore delle armi al Dottore: «Mi sembrava impossibile che Valentino riuscisse a mantenere quel livello alla sua età, ma ci sta riuscendo. Se continuerà così, è possibile che valuti di rinnovare il contratto ancora per un paio di stagioni. Un po' di tempo fa non immaginavo di poter competere per tanti anni al top in MotoGP, mentre ora penso che se sarò competitivo e mi divertirò sempre di più, perché non prolungare la mia carriera?».

Valorizzatemi o me ne vado
E passiamo dunque al 2016, una stagione che fin dall'inizio si prospetta nel segno di Lorenzo, che è riuscito a dominare incontrastato i primi test di Sepang. Anche su questo punto, Jorge non riesce proprio a fare a meno di vantarsi: «Visti i risultati dei test, molti penseranno che sto scherzando, ma la verità è che non sono arrivato nelle condizioni migliori – si pavoneggia lo spagnolo – Avendo vinto il titolo, ho dovuto rimandare l'inizio degli allenamenti fisici. In più, ero raffreddato e sotto antibiotici. Ma tutto si è rivelato molto facile, e ho avuto un vantaggio sugli avversari maggiore che mai: quasi un secondo in tutte le condizioni, non ci ero mai riuscito. E farcela su un circuito in cui non ho mai nemmeno vinto in MotoGP è ancora più sorprendente». Ma Lorenzo si ritrova in questi giorni al centro dei riflettori non solo per i suoi risultati, ma anche per il mercato piloti. Lo stesso team boss della Yamaha, Lin Jarvis, ha recentemente ammesso che il campione del mondo in carica ha sul tavolo un'offerta della Ducati che lo tenterebbe a lasciare la casa dei diapason. Il diretto interessato si limita a lanciare qualche avvertimento velato: «Anche nei momenti più duri ho sempre detto che il mio sogno è di ritirarmi da pilota Yamaha. E non solo, ma dopo aver vinto il terzo titolo penso che sia possibile diventare il pilota più vincente di sempre con questo team. Sarebbe un sogno. Ma anche se per me questo team è in cima alle priorità, è importante che loro valorizzino ciò che io ho dato a loro. Dopo l'ultimo titolo di Valentino nel 2009, l'unico ad aver vinto con Yamaha sono stato io». Già, Valentino, di nuovo lui. Avrebbe preferito non ritrovarselo di nuovo come compagno di box? «Non ho mai posto il veto su Valentino o su nessun altro compagno di squadra, nemmeno quando potevo farlo – chiosa – So che Rossi dà dei benefici al marchio, sia in pista che fuori. Ed è positivo che sia così. Abbiamo una struttura molto completa, ci siamo aggiudicati i tre titoli, e senza una coppia di piloti competitiva questo è impossibile».