29 marzo 2024
Aggiornato 08:30
Esclusiva DiariodelWeb.it

«Le nuove gomme potrebbero favorire Valentino»

Parla ai nostri microfoni Piero Taramasso, responsabile della Michelin, da quest'anno nuovo fornitore unico della MotoGP: «I piloti che hanno già usato i nostri pneumatici saranno avvantaggiati. Rossi per primo»

Piero Taramasso, responsabile moto della Michelin, come avete costruito il vostro ritorno in MotoGP?
Sulla base delle gomme del 2008, quando ci ritirammo. Nel frattempo abbiamo continuato a lavorare, nel Mondiale Endurance e nei campionati italiano e spagnolo di Superbike. Quindi lo pneumatico 2016 è un mix di queste esperienze, insieme a qualche nuova tecnologia.

I piloti parlano benissimo del posteriore ma non hanno ancora capito come trovare il limite all'anteriore.
Ci sono due punti di vista: o il posteriore è troppo buono o l'anteriore non abbastanza. In generale è un problema di equilibrio: stiamo lavorando per trovare il migliore, affinché i piloti possano sfruttare al meglio le loro gomme. Non è facile. I test che abbiamo fatto nel corso del 2015 sono sempre stati al lunedì dopo le gare, con i piloti stanchi e le moto che non erano messe a punto nel modo appropriato. Solo nelle ultime prove dello scorso anno abbiamo avuto a disposizione tutto il gruppo della MotoGP con i piloti in ottica Michelin. E il nostro sviluppo è accelerato.

Ci saranno anche più possibilità di scelta tra le mescole, dunque i piloti potranno trovare quella che si adatta meglio al loro stile.
È vero. Proporremo due mescole anteriori, una media e una dura, con lo stesso posteriore. E le gomme intermedie, con tre set per weekend, che quest'anno non c'erano. Ci sarà anche un posteriore in più: dieci gomme davanti e dodici dietro, per consentire di fare un po' più di giri.

Quindi, essendocene una in più, in qualifica avremo sempre tre gomme da tempo?
È possibile, anche se saranno i team a decidere le strategie.

L'intermedia è un passo avanti che ci voleva, perché non sempre il cambio moto flag-to-flag aveva senso.
Penso che sia una buona scelta, soprattutto per gli spettatori. Il venerdì o il sabato, in condizioni intermedie, spesso i piloti non scendevano in pista. E il pubblico sulle tribune era deluso. Con queste nuove gomme usciranno e ci sarà più spettacolo.

Vi preoccupano tutte le cadute che si sono viste finora?
Non ci fanno piacere, senz'altro. Ma non ci preoccupano. Purtroppo è una fase inevitabile, perché il cambio di fornitore di gomme è grosso e non riguarda solo il marchio, ma anche la dimensione: da 16,5 a 17 pollici. Quindi dobbiamo migliorare, in parte noi sulle gomme, in parte le moto sull'ottimizzazione al nostro pneumatico, in parte il pilota che da anni guida in certe condizioni e con certe sollecitazioni che con Michelin non funzionano. Finché questi parametri non saranno in linea, ci saranno cadute.

Perché la scelta dei 17 pollici?
È una scelta logica, perché al giorno d'oggi tutte le moto in commercio sono a 17 pollici. Per avere un travaso tecnologico diretto dalla pista alla strada.

I team e i piloti, dal punto di vista tecnico, ripartiranno da zero. Questo significa che ci sarà più battaglia?
Non lo so. Ma penso che la gerarchia dei piloti potrà essere un po' rivista. Quelli che si adatteranno più velocemente saranno avvantaggiati. A partire da quelli che già hanno usato le nostre gomme, come Valentino, Lorenzo, Pedrosa o Dovizioso, e che potranno ritrovare subito il feeling e stare davanti ai nuovi. O magari questi ultimi avranno la capacità di cambiare approccio.

Ma alla fine nelle corse sono sempre i più forti a stare davanti...
Sì, questo è vero!