18 aprile 2024
Aggiornato 08:30
I commissari terremotano la F1

La Fia indaga Hamilton. E potrebbe levargli il titolo

La Federazione internazionale dell'automobile mette sotto indagine il motore con cui il leader della Mercedes si è laureato campione del mondo. Solo la prossima settimana, al termine di un attento esame, sapremo se gli costerà una squalifica

ABU DHABI – Per la Mercedes questo doveva essere solo l'ultimo giorno di scuola. Una formalità da mandare in archivio il più in fretta possibile, del tutto ininfluente ai fini dei due titoli mondiali già conquistati matematicamente da tempo. Invece, proprio dal paddock del Gran Premio di Abu Dhabi arriva un'indiscrezione che rischia di terremotare il circus della Formula 1. E che fa tremare perfino il neo-campione del mondo Lewis Hamilton. A darle voce è stato l'autorevole settimanale specializzato tedesco Auto Motor und Sport, per bocca del suo esperto corrispondente Michael Schmidt. Secondo il giornalista teutonico, infatti, l'iride conquistata dal leader delle frecce d'argento è destinata a rimanere provvisoria almeno fino alla prossima settimana. Solo dopo l'ultima gara della stagione, che si terrà appunto domenica negli Emirati Arabi, infatti, i commissari tecnici della Federazione internazionale dell'automobile potranno finalmente mettere le mani su uno dei motori dell'anglo-caraibico, smontarlo completamente ed analizzarlo nel dettaglio.

Propulsore nel mirino
I riflettori dei federali si sono accesi, in particolare, sul propulsore montato sulla sua Mercedes nel Gran Premio di Austin, proprio quello in cui ha conquistato in anticipo l'aritmetica certezza del suo terzo campionato del mondo. Lo stesso che ha montato ieri nelle ultime sessioni di prove libere dell'anno, e che proprio per questo i giudici di gara non hanno potuto esaminare finora. L'atroce sospetto è che la Mercedes abbia in qualche modo modificato la parte termica della power unit oltre i limiti concessi dal regolamento: un illecito che sarebbe gravissimo. «Le regole in questo caso sono spietate – scrive il giornalista Schmidt – Se il motore non dovesse rispettarle, il pilota sarebbe squalificato dall'intera stagione». E, dunque, insieme a tutti i punti e a tutte le vittorie perderebbe anche il campionato del mondo, che verrebbe assegnato a tavolino al suo compagno di squadra Nico Rosberg, secondo in classifica. Allo stesso esame sarà sottoposto anche un motore della Ferrari, quello con cui Sebastian Vettel ha vinto l'ultimo Gran Premio di Singapore. Ci vorranno tre giorni per poter svolgere tutti i controlli, che comunque dovranno tassativamente essere completati entro il 4 dicembre, data in cui la Fia ha organizzato il gran gala di premiazione dei campionati del mondo dell'automobilismo. Solo in quel momento, insomma, sapremo se Hamilton si è laureato campione non solo in pista, ma anche sulle carte bollate.

La risposta anti-Ferrari
Comunque andrà a finire, che i dubbi della Federazione si rivelino fondati o che il caso esploda in una bolla di sapone, in ogni caso la Mercedes non sembra aver preso bene questo supplemento di indagini sulla sua monoposto. E ha deciso di vendicarsi subito, rivolgendosi a sua volta alla Fia per aprire un'altra inchiesta sulla sua acerrima rivale, la Ferrari. L'accusa mossa al Cavallino rampante non è nuova: quella di aver sfruttato la sua partnership con il team Haas, che debutterà in F1 solo l'anno prossimo, per condurre delle ulteriori prove in galleria del vento sforando il numero massimo di giornate concesse dal regolamento. I primi reclami mossi in merito dal team tedesco risalgono a quest'estate, ma solo ora il direttore tecnico Paddy Lowe ha scritto formalmente ai federali per chiedere un chiarimento sulle regole, a suo dire «ambigue» su questo punto. Nella missiva non si parla esplicitamente né di Ferrari né di Haas, ma l'obiettivo reale di questa spifferata della Mercedes è fin troppo chiaro. Che i campioni del mondo inizino a sentire davvero il fiato sul collo della rossa in vista della prossima stagione?