Hamilton: «Ho perso la pole? Chi se ne frega»
Nico Rosberg si è improvvisamente riscoperto specialista delle qualifiche e in Brasile ha firmato la sua quinta pole position consecutiva. Ma il suo compagno di squadra Lewis Hamilton fa spallucce. E pensa alla gara di domani
SAN PAOLO – Forse Nico Rosberg si è semplicemente svegliato troppo tardi, cominciando la sua striscia positiva di cinque pole position consecutive quando ormai il titolo mondiale aveva definitivamente preso la strada del suo compagno di squadra Lewis Hamilton. O forse è il neo-campione del mondo ad avere semplicemente alzato il piede, visto che ormai, dopotutto, partire davanti a tutti non gli importa più. Fatto sta che anche nel Gran Premio del Brasile il pilota anglo-caraibico ha preso la paga dal tedesco, anche se per appena 78 millesimi. E il bello è che non è sembrato nemmeno troppo deluso: «Non significa niente – ha ribattuto in conferenza stampa – Ho ottenuto il maggior numero di pole dell'anno e ho vinto il titolo iridato, questo dice tutto. Ogni tanto si sbaglia, non si può essere perfetti ogni volta». E anche su questo punto non gli si può dare torto. Già dal GP del Belgio, infatti, Hamilton si è aggiudicato matematicamente il trofeo messo in palio dalla Fia per il maggior numero di pole position: allora ne aveva fatte sue ben 11 su 12. Da allora, però, solo a Monza l'iridato è riuscito a scattare davanti a tutti: in tutte le altre occasioni sul giro secco ha prevalso il suo compagno.
Nico vola e non sa perché
Stavolta, per riuscirci, con un margine così risicato, il teutonico ha dovuto dare fondo alle sue risorse. «Ovviamente sono contento, è la miglior posizione da cui partire per la gara di domani – ha commentato Rosberg – In qualifica è andato tutto bene. Ero un po' alla rincorsa nella Q2, perché le cose non si erano messe come avevo previsto, ma poi nella terza e ultima fase sono riuscito a riprendere il ritmo e a staccare degli ottimi giri. L'ultimo è stato proprio al limite, in un paio di occasioni ho rischiato grosso, ma ha funzionato ed è uscito un buon tempo. Sono soddisfatto». Una tornata funambolica che gli ha permesso di riconfermare la sua ritrovata superiorità in qualifica: «È un aspetto su cui ho dovuto lavorare – ammette – e l'ho fatto durante la stagione. Non so spiegare esattamente il perché, non c'è un aspetto preciso che ho modificato. Sono solo contento che sia andata così, ovviamente».
La vittoria resta in bilico
E, anche se il suo solito atteggiamento da gradasso impedisce a Lewis Hamilton di ammetterlo apertamente, aver mancato l'appuntamento con questa pole position lo fa rosicare più che negli scorsi weekend. A vincere finalmente il Gran Premio del Brasile, impresa che non gli è mai riuscita prima, infatti, il tre volte iridato ci tiene particolarmente, perché nel suo cuore è rimasta la casa del suo idolo d'infanzia, Ayrton Senna. «Quest'anno ho già svolto il mio compito principale – mette in chiaro – perciò vincere qui non è la cosa più importante. Ma è l'obiettivo di questo weekend. Sono arrivato qui, in un circuito dove in effetti non ho mai vinto, ma dove l'anno scorso sono andato forte in gara. E spero di ripetermi domani e di provare a fare la differenza». Caro Nico, insomma, aspetta a cantare vittoria.
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