19 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Rivalità sportive

«Valentino Rossi? È il nuovo Ayrton Senna»

Lo sport coach Cesare Veneziani analizza per il DiariodelWeb.it il lato psicologico dello scontro tra il Dottore e Marc Marquez: «Somiglia molto a quello in Formula 1 tra Prost e Senna. Ma è Rossi a fare la parte del campione brasiliano»

ROMA«Leva i fatti da una storia, e tutto ciò che rimane è storytelling». Sceglie una nota citazione di Alessandro Baricco lo sport e life coach Cesare Veneziani per riassumere a suo modo l'incidente tra Valentino Rossi e Marc Marquez. Il DiariodelWeb.it ha chiesto a questo esperto di preparazione e allenamento mentale di analizzare gli aspetti psicologici di questa controversa rivalità tra i due grandi delle due ruote, nata fuori pista ed esplosa con lo scontro durante il Gran Premio di Malesia. La sua lettura della vicenda è obietiva: entrambi i piloti hanno le loro responsabilità. «Quello che è successo domenica fra Valentino Rossi e Marc Marquez è abbastanza evidente – commenta Veneziani – Rossi troppo aggressivo, in quel frangente specifico, e Marquez che non vedeva l’ora di fare la parte della vittima. In questo senso, le immagini parlano da sole: c’è Rossi che, dopo una staccata leggermente oltre il limite, allarga il ginocchio destro mentre supera il rivale spagnolo. Intanto, quel 'poveraccio' di Marquez si rende perfettamente conto della situazione e butta la testa in avanti, proprio per mettere in evidenza il mezzo tackle del numero 46. È stata una simulazione, una cosa da calcio italiano, che non ha niente a che vedere col coraggio, il rispetto e l’ammirazione reciproca (al netto di storiche ed inevitabili antipatie) che i campioni dei motori hanno sempre dimostrato in questi secoli di gare».

Yin e yang
Il dualismo tra Marquez e Rossi, tra il giovane arrembante e il vecchio leone, tra l'allievo e colui che un tempo ne fu il maestro, si inserisce però nel solco delle grandi rivalità che da sempre costellano la storia dello sport: «Come si è arrivati a questo epilogo? - si chiede lo sport coach – E quando parlo di epilogo non mi riferisco ovviamente al campionato vero e proprio (nel quale Rossi, comunque, ha ancora delle chance di vincere) ma della fine del testa a testa fra lui e Lorenzo, quel dualismo che, in ogni sport, genera sogni, polemiche, rivincite e pugni in faccia, la cui caratteristica principale è che avviene sempre fra due contendenti: Senna-Prost, Federer-Nadal, Barca-Real, Juve-Roma, San Antonio-Cleveland, e potrei continuare per ore. Ecco, quello che si è perso durante quel contatto, in quel preciso istante, è la possibilità di vedere il penultimo scontro finale fra bene e male. Perché, a prescindere da chi sia il nostro preferito, è proprio questo che rievoca lo sport: l’eterna sfida fra bene e male. Lo sport è un contenitore, ormai globale, di grandi emozioni, le stesse che proviamo al cinema, oppure a teatro o, se siamo particolarmente fortunati, nella nostra vita. Parliamoci chiaro: ovunque è pieno di vite piatte, vite che per generare interesse in una persona che legge, o che guarda, andrebbero riscritte da Baricco».

Come Prost e Senna
Eppure i due campioni escono da questa vicenda in modo totalmente opposto: «Ora, dopo quanto questa 'maledetta domenica', tanto per citare un film che onora la parola sport – prosegue Cesare Veneziani – Rossi potrà raccontare (presumibilmente) di come ha perso un Mondiale che all’inizio sembrava impossibile da conquistare e poi – bellezza della vita! – impossibile da perdere. E Marquez? A parte 'avevo ragione', cosa dirà di questa vicenda? Ero terzo e lottavo per un secondo posto e Rossi è stato cattivo e bla bla bla...? Quale sarà il suo storytelling? Ma non poteva farsi i fatti suoi e accettare quello che proprio non gli va giù, ovvero: sei a 100 punti da quel vecchio di Valentino. Punto! Ma questo non è storytelling, questa è la distanza di punti ed emotività che c’è fra i due, la stessa che c’era fra Prost e Senna, Argentina e Inghilterra, McEnroe e Borg. Chi, fra i due, rievoca il pilota brasiliano? A questa domanda, solo il più ottuso dei tifosi potrebbe rispondere 'Marquez'».