19 aprile 2024
Aggiornato 17:00
Un campione a cuore aperto

Melandri disperato: «Per non restare a piedi corro anche gratis»

La Aprilia lo ha appiedato in MotoGP, la Ducati gli ha chiuso le porte della Superbike. E ora 'Macio' rischia di rimanere disoccupato anche la prossima stagione, a soli 33 anni e con tanta voglia di gareggiare ancora: «Il motociclismo mi ha deluso»

ROMA«Pur di non restare a piedi sono anche disposto a correre gratis». C'è tanta rabbia, orgoglio e anche un filo di disperazione nelle parole di Marco Melandri. I sentimenti di un campione appiedato, rimasto senza sellino troppo presto, a 33 anni, quando ancora non si sente pronto per appendere il casco al chiodo, e soprattutto per colpa di decisioni (sbagliate) che non è stato lui a prendere. L'ultima, e più grave, quella di passare dalla Superbike alla MotoGP, con un'Aprilia che gli ha riservato solo guai: «A fine 2014 avevo chiesto di restare dov’ero, ma per vari motivi non è stato possibile – racconta alla Gazzetta dello Sport – Sono precipitato a causa di scelte non mie, non credevo in quello che stavo facendo. Sono ancora convintissimo di essere il pilota dell’anno scorso. Ho vinto sei gare, non sono mica poche».

Porte chiuse
Così, a metà stagione, le strade di 'Macio' e della casa di Noale si sono separate, e in maniera anche piuttosto turbolenta. Per rientrare nel Mondiale delle derivate di serie, lui e il suo manager Alberto Vergani hanno bussato a tutte le porte: quella della Yamaha, quella della Honda, quella della Ducati, che sembrava la più percorribile grazie alla disponibilità del team satellite Althea. Ma poi è saltato tutto: «Nel 2008 andò male, feci le mie rinunce e la Ducati fece le proprie (si separarono con un anno di anticipo in MotoGP, ndr) – spiega il pilota ravennate – L’ad Claudio Domenicali mi avrebbe rivoluto, ha fatto la sua parte e lo ringrazio. Ma nella gestione ci sono dirigenti che mi considerano una persona scomoda. Avrei scombinato i piani. È questa la verità». Così, mentre le opzioni per il suo futuro agonistico si riducono sempre più al lumicino, Melandri si dice disposto ad accettare addirittura un posto senza ingaggio: «Ho rinunciato a così tanti soldi nella mia carriera che a questo punto non sono affatto un problema – prosegue – Voglio tornare per vincere, cerco l’opportunità. Se me la danno lo faccio anche gratis. Ma vorrei trovarmi nella condizione che dico io, sono troppi anni che accetto compromessi e progetti non fatti da me».

La delusione di un campione abbandonato
Intanto, Marco, pur con l'amaro in bocca, si gode la vita del pilota disoccupato. Ma non certo in pensione: «Faccio sport tutti i giorni e faccio più gare di quando correvo nel Mondiale. Domenica farò il trofeo dei prosciutti di motocross a Castel San Pietro, quella dopo sarò in pista con le auto della Lotus Cup e a dicembre forse faccio una 12 ore sulla McLaren in coppia con Vitantonio Liuzzi. I Gran Premi? Non leggo più neanche i giornali, non so neanche chi vince. In questo momento non mi mancano per niente. Vivere di ricordi non mi piace affatto: la verità è che sono indifferente, il motociclismo mi ha deluso».