19 aprile 2024
Aggiornato 00:30
L'intervista

«La Ferrari? Finalmente va nella direzione giusta»

Ivan Capelli, ex pilota della rossa di Maranello e oggi telecronista per la Rai, commenta ai nostri microfoni la situazione del Cavallino rampante dopo la terza vittoria stagionale

Ivan Capelli
Ivan Capelli Foto: ANSA

SUZUKA – L'inaspettata terza vittoria stagionale di Sebastian Vettel ha riacceso gli entusiasmi dei tifosi Ferrari. Ora la rincorsa mondiale alla Mercedes, per quanto ripida, non sembra più impossibile, almeno se i rapporti di forza dovessero continuare ad essere quelli di Singapore. Si tratta di un obiettivo realistico o solo del sogno degli appassionati? Il DiariodelWeb.it lo ha chiesto a uno che la Ferrari la conosce bene, per averci corso in Formula 1, e che oggi ne commenta le gesta dai microfoni della Rai: Ivan Capelli.

Ivan, questa vittoria Ferrari a Singapore è stata un fuoco di paglia o è davvero possibile riaprire il Mondiale come sogna qualcuno?
Le tre vittorie in Malesia, Ungheria e a Singapore sono nate in condizioni molto particolari e simili: caldo torrido e umidità. La Ferrari ha beneficiato di queste circostanze, che però è quasi impossibile ritrovare negli ultimi Gran Premi dell'anno. Piuttosto, sono rimasto più stupito di quanto sia andata piano la Mercedes.

Ti sei dato una risposta su cosa sia successo alle frecce d'argento?
O c'è stato uno svarione macroscopico di cui non si sono accorti, oppure effettivamente hanno avuto un problema serio sulla gestione degli pneumatici.

Solo merito della crisi Mercedes, dunque, o anche la Ferrari è cresciuta?
Certo. La Ferrari continua a lavorare, è un cantiere aperto. Ci sono state tante innovazioni e solo adesso alcuni uomini riescono ad integrarsi nel sistema: ci vuole tempo per avere l'opportunità di mettere le mani sul progetto. Questo è sicuramente confortante, perché vuol dire che si sta andando nella direzione giusta. Ma non sarà facile: gli altri non stanno certo a guardare.

Nemmeno la Red Bull, come abbiamo visto domenica scorsa.
Può diventare subito competitiva, quando si va su una pista in cui il motore non conta. Se poi l'anno prossimo dovesse ottenere i propulsori Ferrari o Mercedes, diventerebbe una terza forza di nuovo pronta a battagliare. Fortunatamente per lo spettacolo, perché spezzerebbe la monotonia creata dalle frecce d'argento.

Quindi Ferrari e Mercedes hanno ragione a dubitare dell'opportunità di fornire loro i motori?
La Red Bull è un concorrente scomodo. Se dovesse stare davanti alla Ferrari o alla Mercedes, vai poi a spiegare che stai fornendo i motori a una squadra che ti batte. È già successo, ad esempio, con la Toro Rosso che vinse davanti alla Ferrari a Monza, ma fu un episodio isolato propiziato dalla pioggia, si trattò della prima vittoria in carriera per Vettel e comunque del successo di una squadra italiana, quindi alla fine fu accettato anche da Maranello. Ma se si dovesse ripetere con costanza, sarebbe del tutto singolare. E qualcuno potrebbe finire per porsi delle domande.

Nella Ferrari che si sta integrando alla perfezione, come ricordavi, si è amalgamato benissimo anche lo stesso Vettel.
Si è reso conto di cosa vuol dire correre per la Ferrari e dell'eredità che, come tedesco, ha raccolto da Michael Schumacher. Si è integrato perfettamente perché è un uomo fondamentalmente rispettoso del lavoro degli altri e della macchina che guida. La Red Bull lo ha lanciato in Formula 1 e gli ha dato quattro Mondiali, ma non è certo la Ferrari, che è una leggenda.

Tu, oltre che telecronista Rai, sei presidente di Ac Milano e dunque in prima linea per salvare il Gran Premio di Monza. La Ferrari vi sta aiutando abbastanza?
Marchionne abbia speso parole importanti durante il Gran Premio, dicendo che per la Ferrari e per la Fiat stessa è importante correre a Monza.

Però, più che le parole, ora servono i soldi...
Lo so. Ma capisco anche la posizione del gruppo Fiat, che è proprietario di un circuito come il Mugello. Può esprimere il proprio assenso alla politica di salvaguardia di Monza, ma deve farsi anche i conti in tasca e rispondere al proprio consiglio di amministrazione...