20 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Il caso dell'anno

Scandalo emissioni, la Volkswagen rischia il fallimento?

Le vetture truccate nel mondo sarebbero 11 milioni. Se a tutte si applicasse la multa Usa, per la Casa l'esborso supererebbe i 400 miliardi di dollari. A cui si aggiungono le perdite di capitale in borsa, ma non solo

MILANO - La bomba è scoppiata solo da pochi giorni, eppure la sua onda d'urto non accenna a placarsi. Lo scandalo emissioni rischia seriamente di portare il Gruppo Volkswagen dalle stelle alle stalle, dalla leadership mondiale delle vendite al tracollo finanziario. I numeri non mentono e basta fare due semplici conti per capirlo.

11 MILIONI DI AUTO TRUCCATE - Negli Stati Uniti le vetture richiamate sono circa 500mila e per ciascuna di esse si parla già di una multa pari a 37.500 dollari. Calcolatrice alla mano, il risultato supera i 18 miliardi di sanzione. Poca roba, perché in totale, nel mondo, le auto «truccate» sarebbero più di 11 milioni. Se a tutte si applicasse la multa americana, la Volkswagen dovrebbe mettere mano al portafogli e sborsare la cifra record di 412,5 miliardi di dollari. E ancora non se ne vedrebbe la fine, considerato che solo lunedì il titolo in borsa ha fatto registrare un -20% bruciando in una sola seduta altri 15 miliardi.

A QUANTO AMMONTA IL DANNO D'IMMAGINE? - A tutto ciò si andrebbe poi ad aggiungere il danno d'immagine e la risposta dei consumatori nel breve periodo, ovvero, chi deciderà ancora di comprare una Volkswagen o un'Audi nei prossimi anni?

LA CONCORRENZA ALLA FINESTRA - Sono ore frenetiche anche per gli avversari che studiano i rispettivi piani d'attacco per approfittare della situazione e guadagnare quote di mercato ai danni del Gruppo tedesco. In Corea del Sud, dove ovviamente si fa il tifo per la Hyundai, il governo ha subito aperto un'ulteriore inchiesta. Lì il 90% delle vetture Volkswagen vendute sono proprio diesel. Stessa cosa in Francia dove sarebbero ben felici di dimostrare che Renault, Peugeot e Citroen sfornano vetture a norma senza imbrogli. Sul piede di guerra anche i politici italiani con Sel che ha subito chiesto un'interrogazione parlamentare per accertare se anche in Italia siano state vendute auto inquinanti e fuori legge. Il coro globale è dunque unanime e diventa ogni ora sempre più assordante. La domanda che tutti si pongono è la stessa: «Avete imbrogliato anche da noi?».

INCHIESTA EUROPEA -  Restando nel Vecchio Continente, il primo, ma non ultimo, ad invocare un'inchiesta europea è stato il ministro delle finanze francese Bernard Sapin. Per ora Bruxelles ha invitato alla calma chiarendo l'intenzione di andare fino in fondo alla questione. «È prematuro dire se sia necessaria qualsiasi misura di sorveglianza specifica anche in Europa e se i veicoli Volkswagen venduti in Europa abbiano lo stesso difetto. Stiamo comunque prendendo in esame la questione molto sul serio. Siamo in contatto con l'azienda e l'Agenzia Usa per l'Ambiente (Epa)», ha annunciato Lucia Caudet, portavoce per il Mercato Interno Ue. 

LE REAZIONI SUI SOCIAL - Lo scandalo, come prevedibile nell'era digitale, non fa parlare solo politici, economisti e addetti ai lavori, ma anche lo sconfinato popolo di internet, quello dei consumatori, che per ora si divide in due scuole di pensiero: da una parte quelli che gongolano al grido di «Anche i tedeschi barano», «Deve fallire tutta la Germania», «Mandate a casa la Merkel» e via cantando; dall'altra quelli che esprimono una più profonda preoccupazione: «Questi trucchi li usano tutti, non solo quelli della Volkswagen», «Se scoperchiano il vaso di Pandora sono guai per tutti». Voi da che parte state?