29 marzo 2024
Aggiornato 13:30
L'intervista del DiariodelWeb.it

«Ecco perché la Ferrari batterà la Mercedes nel 2016»

Lo storico direttore sportivo della rossa Cesare Fiorio ha le idee chiare: «I nuovi vertici tecnici hanno tutte le carte in regola per partorire una monoposto innovativa. E Vettel è un campione che sa fare il proprio mestiere»

Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari
Maurizio Arrivabene, team principal della Ferrari Foto: ANSA

ROMA – Questa Ferrari rivoluzionata, la Ferrari del presidente Sergio Marchionne, del team principal Maurizio Arrivabene e del direttore tecnico James Allison, ha tutte le carte in regola per battere la Mercedes. A sostenerlo non sono solo gli attuali vertici della rossa, ma anche un grande ex: Cesare Fiorio, storico direttore sportivo a Maranello a cavallo tra gli anni ’80 e ’90. In questa intervista al DiariodelWeb.it, il dirigente torinese promuove la nuova formazione del Cavallino rampante, a partire dai tecnici che progetteranno l’attesissima monoposto del prossimo anno.

Fiorio, Marchionne ha detto che nel 2016 la Ferrari lotterà ad armi pari con la Mercedes. La pensa allo stesso modo?
La Ferrari è una grande squadra, con grande tradizione, capacità produttiva e innovativa, quindi non vedo perché non potrebbe farcela. Ma alla base dell’evoluzione di una macchina ci vuole un’organizzazione di squadra, che mi sembra stiano creando, e soprattutto delle idee. Nella testa del progettista deve accendersi la famosa lampadina, che gli illumini un percorso che gli altri non hanno intravisto. Se questo sarà il caso, non avranno alcuna difficoltà ad essere competitivi con Mercedes, o anche davanti. Se invece, come purtroppo è accaduto negli anni passati, andranno a rimorchio delle tecnologie create da altri, arriveranno sempre dietro.

Di chi era la responsabilità di questo problema? Di Montezemolo, di Domenicali, dei tecnici, di Alonso…
Escluderei Alonso: i piloti non progettano le macchine, al massimo le guidano e possono intervenire sul 5% della messa a punto in pista. Il problema è che i progettisti di quegli anni non hanno pensato a qualche diavoleria. Se guardiamo la storia della Formula 1, c’è sempre stato qualcuno che ha trovato un’innovazione e che ne ha beneficiato per alcuni anni: dalle ali mobili alle sospensioni attive alle minigonne agli scarichi soffiati… Mi sembra che i tecnici attuali della Ferrari siano in grado di farlo.

Quindi la scelta di sostituire Pat Fry e Nicholas Tombazis con James Allison è stata azzeccata?
Io penso che nello sport ci sia una regola non scritta: quando sei a capo di una squadra o di un progetto e non vinci, devi lasciare il posto a qualcun altro.

E questo Sebastian Vettel come le sembra?
Lui è un campione e sa fare il suo mestiere. Sicuramente non sarà lui il punto debole di questa squadra.

Veniamo dal weekend del Gran Premio di Monza, forse il penultimo nella storia della Formula 1. Secondo lei la Ferrari sta facendo abbastanza per salvare questa gara?
Credo che potrebbe fare qualcosa di più. Ci sono pochi Gran Premi storici che, al di là dei soldi, non vanno toccati: quei circuiti che hanno fatto la storia dell’automobilismo come Monza, Silverstone, Montecarlo, Nurburgring. Le piste che la gente si aspetta di vedere, le piste dei Paesi costruttori di macchine e che fanno arrivare in Formula 1 i grandi piloti. Sono convinto che se la Ferrari assumesse una posizione netta su questo punto, anche nelle associazioni di categoria, riuscirebbe a condizionare le decisioni. Non può essere una sola persona (Bernie Ecclestone, ndr) a decidere cosa fare e dove andare: i protagonisti della F1 devono avere la loro voce in capitolo.