21 marzo 2025
Aggiornato 02:30
Raggi barricata in Campidoglio, Di Maio non sapeva?

Roma, Raggi e Di Maio sapevano. E ora la base grillina chiede la testa della Muraro

La base del Movimento chiede la testa di Paola Muraro, dopo che nel corso dell'audizione in commissione Ecomafie l'assessore all'Ambiente di Roma Capitale ha confermato di essere indagata e di averlo saputo dal 18 luglio

ROMA - La base del Movimento cinque stelle chiede la testa di Paola Muraro, dopo che nel corso dell'audizione in commissione Ecomafie l'assessore all'Ambiente di Roma Capitale ha confermato di essere indagata e di averlo saputo dal 18 luglio. Anche la sindaca Virginia Raggi era a conoscenza da luglio dei fascicoli, mentre il direttorio M5s nega di essere stato informato.

Raggi: "Nessuno ha mentito"
"Nessuno ha mentito - ha sottolineato Raggi durante l'audizione - nel momento in cui siamo stati informati di queste indagini, nello stesso periodo, di fatto queste informazioni sono apparse sulla stampa, in realtà noi abbiamo semplicemente detto che siamo a conoscenza dell'esistenza di un fascicolo a carico dell'assessore Muraro".

Di Maio: "La grande crisi del M5s a Roma"
Intanto Raggi si è chiusa in Campidoglio per incontri e riunioni e non ha in programma incontri pubblici. Il vice-presidente della Camera e candidato premier in pectore del movimento, Luigi di Maio, ha invece annullato la partecipazione a Politics, nuovo talk di Rai3 condotto da Gianluca Semprini, come ha annunciato lo stesso giornalista su Twitter: "Perchè? Lo capite facilmente da soli: la grande crisi del M5s a Roma, la bugia della Muraro, la bugia anche della Raggi, e ora il grande silenzio".

La polemica corre sui social e Pizzarotti critica
La crisi romana sta mettendo a dura prova il Movimento 5 stelle anche su web, con una notevole perdita di consensi sui social, secondo una ricerca de "ilSocialPolitico.it"; su Twitter si registra una valanga di messaggi negativi contro la sindaca, tanto che l'hashtag #RAGGIrati è fra i trend topic del giorno. Infine, oltre alla sfilza di attacchi dell'opposizione, anche un ex grillino epurato come il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, ha chiesto le dimissioni in blocco del direttorio, reo, a suo dire, di non aver saputo gestire il caos che si è creato in diversi comuni in cui il movimento governa, soprattutto a Roma.