19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
L'intervista

La preside Hutter: «Le misure sulla scuola faranno danni ai nostri bambini»

La professoressa Solange Hutter, dirigente scolastico dell'Iis Marini-Gioia di Amalfi, spiega al DiariodelWeb.it tutti i problemi delle linee guida del Ministero dell'Istruzione

Il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina
Il Ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina Foto: Matteo Bazzi ANSA

Scuole trasformate in «lazzaretti senza malati», «metodi nazisti» e misure che porteranno solo «malessere, malattia e morte». Toni accesi, quelli usati nel suo coraggioso intervento alla sala stampa della Camera dei deputati dalla professoressa Solange Hutter, dirigente scolastico dell'Istituto d'istruzione superiore statale Marini-Gioia di Amalfi. Ma anche toni che esprimono schiettamente tutto il disagio che sta attraversando il mondo dell'istruzione in Italia, alla vigilia di un rientro in aula che si prospetta quantomai critico. Il DiariodelWeb.it ha raggiunto la preside per analizzare nel dettaglio i problemi contenuti nelle linee guida ministeriali e dei danni che rischiano di produrre.

Preside Solange Hutter, a che punto siamo, a pochi giorni dall'apertura delle scuole?
Non possiamo generalizzare: ogni scuola ha spazi diversi e quindi diverse possibilità di rispettare il criterio del metro di distanza che ci hanno imposto. Per quanto riguarda la mia, io ho dovuto abbattere una parete, per fortuna una sola, e poi ho disposto due turni per evitare gli assembramenti, con entrate e uscite diversificate. Quanto alla sanificazione, a cui si fa riferimento più e più volte in maniera ossessiva, l'ho predisposta con macchine a vapore, per limitare l'uso di dispositivi chimici ed evitare di intossicare i nostri ragazzi, soprattutto i più piccoli.

E per il famigerato problema delle forniture dei banchi, invece, qual è la situazione?
Ho letto una nota del commissario Arcuri in cui si prevedeva l'inizio delle consegne nel prossimo futuro. Ma di qui a conoscere l'effettivo stato dell'arte, ce ne passa. Poi mi chiedo una cosa: quando la pandemia terminerà, di tutti questi banchi che abbiamo acquistato che cosa ne faremo?

Lei è stata molto dura nei confronti delle misure del ministero. Ma che cos'è che non funziona, in concreto?
Quello che si prevede oggi è l'esatto opposto di ciò che prima era considerato vangelo: cioè che i bambini non debbano essere esclusi dai gruppi. Ci sono secoli di letteratura scientifica, pedagogica e psicologica, sul corretto sviluppo armonico della personalità. Che, peraltro, è tra gli obiettivi fondamentali della scuola, di ogni ordine e grado.

Mi faccia un esempio.
Immagini un bambino di tre anni: un essere in crescita, il cui sviluppo cerebrale è ancora agli inizi, per quanto riguarda in particolare le interazioni, sociali e con se stesso. In queste linee guida gli si impedisce di essere toccato, di toccare e di giocare spontaneamente e naturalmente con i suoi coetanei. Questo significa proibire ogni contatto con il proprio simile, ogni manipolazione, ogni abbraccio, di cui il bambino ha necessità assoluta. Di fronte ad un bimbo che piange si è portati naturalmente a prenderlo e a portarlo al petto: oggi non potremo più farlo.

Quali possono essere le conseguenze a lungo termine?
Questa è la parte più pericolosa. La necessità di accudimento, di contenimento, di consolazione è tra i bisogni primari del bambino, e non poterlo soddisfare provocherà danni psicologici, che non vedremo nell'immediato. Un bimbo che rimane confinato in un'aula senza poter esplorare, che non può toccare i suoi compagni e che vede intorno a sé tutti gli adulti mascherati quantomeno introietta un trauma. Che poi si evolverà tragicamente nel corso del suo sviluppo posteriore.

Ci si sta esponendo ad un pericolo significativo, insomma, a fronte di un rischio di contagio da coronavirus dei minori che, invece, è molto scarso: lo dicono i numeri.
Esatto. In Italia ci sono stati quattromila casi da 0 a 18 anni, il 7% è stato ospedalizzato ma nessuno di questi ha subìto cure intensive. Le statistiche dell'influenza sono peggiori.

Immagino che anche lo stesso lockdown abbia avuto degli effetti negativi sull'infanzia.
L'ospedale pediatrico Gaslini di Genova ha portato avanti uno studio dagli esiti drammatici. Si parla di peggioramenti molto seri: anche bambini che avevano acquisito autonomia nelle proprie funzioni escretorie o che dormivano da soli sono regrediti, o hanno sviluppato paure che prima non avevano. E di ricerche del genere ce ne sono anche tante altre.

Ma quali sono le ragioni che stanno dietro a questo tipo di decisione? Il governo si disinteressa della salute e del benessere dei nostri bambini?
Questo non parte certo da oggi. Il disinteresse lo si è dimostrato nel corso del tempo. La presenza delle istituzioni è virtuale, fatta di ordinanze, non certo di ascolto di noi presidi, che magari avremmo da dire e da lamentarci. Io vedo una grande ipocrisia. Forse serpeggia una certa paura e dunque, per tutelare le proprie posizioni, si rovesciano le responsabilità sugli altri. Se succedesse qualcosa, potranno sempre affermare di avere fatto di tutto per evitarlo.

Se avesse di fronte la ministra Azzolina, che appello le farebbe?
Di rinnegare tutto ciò che è stato concepito finora, di circondarsi di persone più competenti ed equilibrate. E, soprattutto, di essere lei a prendere le decisioni, con il coraggio delle proprie azioni. Io stessa, che sono un umile preside, spesso mi trovo a decidere su questioni difficili da sola. La scuola si trova in un caos totale: non sono io a dirlo, penso che tutta l'Italia se ne sia accorta. Bisogna rivedere tutto a vantaggio dei nostri ragazzi, perché hanno subìto già troppo.