19 marzo 2024
Aggiornato 02:30
Politica

Nasce un nuovo asse Pd-Forza Italia. Stavolta per 'difendere' Autostrade

Da una parte Renato Brunetta (Fi). Dall'altra Michele Anzaldi (Pd). La linea è la stessa: chiedere alla Consob di intervenire per tutelare gli investitori di Atlantia

ROMA - «Di fronte all'irresponsabilità dei massimi rappresentati del governo già abbiamo evidenziato i pericoli per tutti i risparmiatori e per l'intero sistema finanziario derivanti da quella che appare una irresistibile tendenza a rifugiarsi nella politica dell'annuncio ad effetto». Inizia con questa premessa l'attacco di Renato Brunetta, deputato di Forza Italia, nei confronti degli esponenti del governo Conte sulla decisione di avviare l'iter per recedere dalle concessioni con Autostrade dopo la tragedia di Genova. «Peccato» continua Brunetta «che spesso tali annunci nascondono un vuoto ben più preoccupante: l'assenza di reale visione dei problemi e delle conseguenze, che ben presto possono rendere impraticabile quanto annunciato in pompa magna solo poco prima; così che, solo dopo queste poco tempestive dichiarazioni si procede a verifiche e riscontri di fattibilità, magari scoprendo la distanza incolmabile tra l'annuncio e la realtà; ma poco importa a questi irresponsabili timonieri bendati: intanto si è consumata l'ordalia di turno su social e web, con buona pace di tanti ignari risparmiatori». 

Brunetta chiede l'intervento della Consob
«Date le conseguenze gravi e spesso incontrollabili che ne derivano in un sistema complesso e, c'è da temere, ignoto agli esimi rappresentanti della ditta 'Conte-Di Maio & c.'» sottolinea l'esponente forzista «sarebbe interessante verificare, per esempio, chi abbia proceduto a vendere sui mercati finanziari immediatamente a ridosso dei roboanti annunci su una revoca unilaterale che le essenziali verifiche potrebbero dimostrare essere quanto meno problematica ed onerosa per lo Stato, come sembra emergere dai primi riscontri; e, simmetricamente, quanti possano correre ora ad acquistare titoli deprezzati che nel prossimo futuro potrebbero scontare su un rimbalzo anomalo, allorchè si dovesse 'scoprire' (che strano!) che non è poi così immediato ed automatico quanto annunciato improvvidamente. Nello stesso senso, date le dimensioni della perdita di valore (5 miliardi solo per il titolo direttamente coinvolto, senza contare il trascinamento dell'intero listino e le conseguenze sui mercati esteri, data la dimensione internazionale degli attori coinvolti), potrebbe riservare sorprese scoprire se ci siano state vendite allo scoperto nell'immediatezza degli annunci: un modo cinico per trasformare una tragedia umana di dimensioni incalcolabili in un grande affare». Per questo Brunetta chiede l'intervento «della Consob e dell'autorità giudiziaria» per «restituire doverosa trasparenza in un quadro intorpidito da tanta approssimazione e pericolosa sprovvedutezza e subito Commissione Parlamentare d'inchiesta».

E il Pd vara la stessa linea
Dall'altra parte della barricata, guardando però sempre in direzione delle opposizioni, la linea del Pd non è diversa da quella di Forza Italia.  «Il dannoso pasticcio della fantomatica 'revoca' della concessione non può passare in cavalleria. Non bastano le raccomandazioni a Palazzo Chigi, riferite dalla stampa: la Consob, l'Antitrust e l'Anac aprano un'istruttoria sul 'colpo gobbo' di Ferragosto ad opera del presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dei vicepresidenti del Consiglio Luigi Di Maio e Matteo Salvini, del ministro delle Infrastrutture e Trasporti Danilo Toninelli. Siano indagate manipolazione del mercato e aggiotaggio». Le parole del deputato del Partito democratico, Michele Anzaldi, assomigliano - e tanto - a quelle di Renato Brunetta.

Nel mirino gli annunci sulla concessione ad Autostrade
«A suon di dichiarazioni su tutte le televisioni, telegiornali, trasmissioni» continua Anzaldi «hanno convinto i familiari delle vittime del crollo del Ponte di Genova e tutta Italia che la concessione alla Società Autostrade era stata revocata. Ieri tutti gli italiani erano convinti di questo. Hanno convocato quel Consiglio dei ministri straordinario in Prefettura, a margine del quale è stato nientemeno che il presidente del Consiglio Conte a scandire la parola incriminata, 'revoca'. Ora si sono resi conto che la 'revoca' sarebbe un danno enorme per le casse dello Stato e un premio miliardario ai Benetton? Ora hanno capito che revocare la concessione significa fare un favore alla Società Autostrade, mentre tutti i costi verrebbero scaricati sullo Stato? Ora fanno marcia indietro, tra distinguo, silenzi e mezze parole per aggiustare il tiro? Avrebbero dovuto informarsi prima e riflettere. Le parole pronunciate subito dopo la tragedia, con le ricerche dei superstiti ancora in corso, restano scolpite come pietre. Il crollo del titolo Atlantia ha provocato un danno a piccoli azionisti, obbligazionisti, risparmiatori, oltre ai rischi di perdita del posto di lavoro per i 5mila dipendenti della società. Saranno loro a pagare l'avventatezza di questo Governo, altro che i Benetton che invece incasseranno i risarcimenti miliardari».