28 marzo 2024
Aggiornato 22:00
Razzismo

Italiani razzisti? Macché: i numeri che sbugiardano l'allarme xenofobia

I crimini contro gli immigrati finiscono quotidianamente sulle prime pagine. Ma i dati ufficiali del ministero sono chiarissimi: nell'ultimo anno sono in calo

Manifestazione contro il razzismo a Firenze
Manifestazione contro il razzismo a Firenze Foto: Maurizio Degl'Innocenti ANSA

ROMA – A leggere certi giornali, a consultare certi siti o ad ascoltare certi politici, verrebbe da credere davvero che in Italia esista un'emergenza razzismo: tanto risalto viene dato quotidianamente a tutti i casi di cronaca la cui vittima è immigrata, o comunque una persona di colore, specialmente da quando al governo sono saliti quei cattivoni populisti della Lega e del M5s. Pensiamo solo alla recente violenza compiuta ai danni dell'atleta Daisy Osakue, che per giorni ha occupato le prime pagine, con tanto di pensosi editoriali e corrucciate dichiarazioni, che si interrogavano scuotendo la testa per la preoccupante escalation della xenofobia nel nostro Paese (salvo poi evaporare improvvisamente, quando si è scoperto che il lancio dell'uovo era una stupida quanto criminale «goliardata», per giunta compiuta tra gli altri dal figlio di un esponente del Pd). Ma qualcuno si è mai premurato di dare un'occhiata ai numeri? Qualcuno è mai andato a vedere i dati ufficiali, per dare conto oggettivamente di come stiano le cose?

Col nuovo governo, reati in calo
Ecco, qualcuno in effetti c'è stato, e i risultati che ha ottenuto sono stati a dir poco sorprendenti (o forse no). Il quotidiano Libero, ad esempio, fa riferimento ai registri del dipartimento di Pubblica sicurezza del ministero dell'Interno, che raccolgono i reati compiuti contro gli stranieri. Da quando si è insediato il governo Conte (ovvero nei mesi di giugno e luglio 2018), questi crimini sono diminuiti del 20% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno: i tentati omicidi sono scesi da 54 a 44 (-18,7%), le lesioni dolose da 2.402 a 1.858 (-22,6%), le percosse da 447 a 372 (-16,7%), le minacce da 1.692 a 1.291 (-23,7%). Di questi solo i due terzi riguardano extracomunitari, una percentuale praticamente stabile dal 2016. E se, invece di prendere in considerazione solo l'ultimo breve periodo, si alza lo sguardo al primo semestre (ovvero quello che comprende anche la campagna elettorale e le urne), l'andamento resta lo stesso: i reati che hanno colpito i non italiani sono stati 49.806, contro i 59.074 della prima metà del 2017 e addirittura i 65 mila del 2016. Senza annoiare con gli elenchi di cifre, ribadiamo che il medesimo calo si registra anche andando nel dettaglio dei crimini più violenti o a matrice razziale: come le lesioni dolose, le percosse, le minacce, persino i tentati omicidi.

Meno violenze che nel resto d'Europa
Il sito web Il Post, poi, ha messo a confronto i numeri dell'Italia con quelli del resto d'Europa (pur tenendo conto delle comprensibili differenze nei sistemi di raccolta dei dati tra Paese e Paese), e anche qui il dato è inequivocabile. Prendendo in considerazione non tutti i reati compiuti contro gli stranieri, ma solamente quelli d'odio motivati da razzismo e xenofobia, in Italia l'Ufficio per le istituzioni democratiche e i diritti umani dell'Osce (elaborando sempre le statistiche del ministero dell'Interno) ne ha calcolati 803 nell'ultimo anno. Nello stesso periodo, in Francia ci sono state 8.700 denunce per discriminazione (di cui 950 per minacce o aggressioni fisiche) e in Regno Unito addirittura quasi 70 mila casi (di cui 4.750 con danni fisici). Insomma, le fredde cifre raccontano una realtà ben diversa dagli allarmi sul razzismo che quotidianamente ci vengono propinati da una parte della stampa e delle televisioni, ad evidenti fini di strumentalizzazione politica. Forse perché ad aumentare davvero non è il numero delle violenze, ma la solo loro copertura mediatica.