20 aprile 2024
Aggiornato 05:00
Immigrazione

Migranti, parla la Open Society di Soros: «Mai dato soldi alle Ong che salvano migranti»

In un'intervista esclusiva a Tpi.it la versione della fondazione del magnate ungherese: «Mai finanziato i 'taxi del mare' che trasportano migranti in Italia»

George Soros durante il World Economic Forum di Davos, Svizzera
George Soros durante il World Economic Forum di Davos, Svizzera Foto: ANSA/LAURENT GILLIERON ANSA

ROMA - «Non abbiamo mai dato soldi alle Ong che salvano migranti, e in Italia investiamo poco». E «Non è vero che Soros finanzia le Ong ‘taxi del mare che trasportano i migranti in Italia’, anche se incoraggiamo gli sforzi umanitari nel Mediterraneo». In Italia? «Investiamo molto poco, meno del 3% dei finanziamenti totali verso l’Europa. Non possiamo fare i nomi dei beneficiari individuali, ma Soros si è occupato privatamente di finanziare la campagna di Hillary Clinton e la sua Open Society si è mossa per fermare le limitazioni in merito a diritti civili e politici imposti da Trump». È quanto si legge in una intervista esclusiva di TPI.it alla fondazione del magnate Soros, Open Society. A parlare è Laura Silber, direttrice comunicazione della Open Society Foundations.

La versione di Open Society
Dopo tante polemiche
, quindi, ecco la versione della fondazione di George Soros. E se oggi si parla di una sorta di complotto, con Soros che sponsorizzerebbe il traffico di esseri umani in Europa, secondo Open Society la colpa è solo «dei troll internet filo russi». E i finanziamenti da dove arrivano? «Abbiamo un elenco pubblico dei beneficiari, per lo più organizzazioni. Ma non possiamo fare i nomi per ragioni di sicurezza». E i motivi di questo lavoro? «Open Society ha alla base l’idea che una democrazia fiorente necessiti di una partecipazione attiva dei cittadini, non solo nel momento delle elezioni, ma nella vita quotidiana delle decisioni locali e nazionali».

Cosa fa Open Society
Open Society lavora in Europa «da quando George Soros ha creato la prima fondazione in Ungheria nel 1984». All’inizio il suo impegno era «volto ad aiutare i paesi dell’Europa centrale e orientale nella transizione dal Comunismo». Oggi, «il nostro lavoro di donazione è guidato dall’Open Society Initiative for Europe (OSIFE), con sede a Barcellona, mentre l’Open European Policy Institute (OSEPI) con sede a Bruxelles persegue attività di advocacy e politiche con le istituzioni dell’Unione Europea». Negli uffici di Londra e Berlino sono ospitati programmi tematici globali che lavorano «su temi come  i diritti umani, l’istruzione e l’accesso all’assistenza sanitaria». Cinque fondazioni nazionali operano anche in Albania, Bosnia Erzegovina, Kosovo, Macedonia e Serbia.