19 marzo 2024
Aggiornato 03:30
Governo

Boeri attacca Di Maio, il M5s reagisce: «Si dimetta da presidente Inps»

Bufera per le critiche espresse al decreto dignità dall'economista. I deputati pentastellati gli chiedono in coro di fare un passo indietro, irritato pure il premier

Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione davanti alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera
Il presidente dell'Inps, Tito Boeri, in audizione davanti alle commissioni Finanze e Lavoro della Camera Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA – Le critiche espresse al decreto dignità dal presidente dell'Inps Tito Boeri non sono andate giù al Movimento 5 stelle. E il capogruppo pentastellato alla Camera, Francesco d'Uva, arriva ufficialmente a chiederne le dimissioni. «Boeri è stato votato da qualcuno? Le parole usate ieri dal presidente dell'Inps in commissione lavoro sul dl Dignità tradiscono un atteggiamento politico, non tecnico. Con toni fuori luogo. Un'entrata a gamba tesa che ha contribuito ad una escalation sinceramente inaccettabile, mentre il parlamento si appresta a discutere un provvedimento atteso da tempo, e pensato per aiutare tutti coloro che hanno sofferto di più questi anni di crisi. Per il suo ruolo – dice D'Uva – Tito Boeri dovrebbe rimanere fuori dalla contesa politica, invece di rilanciare previsioni arbitrarie e parziali sugli effetti del decreto. Proprio ieri, i tecnici del servizio Bilancio della Camera hanno chiarito che le stime sul calo dell'occupazione non sono dimostrabili. Sono valutazioni politiche, non tecniche, al provvedimento. Ma questo non è il compito per cui Boeri è stato chiamato alla presidenza dell'Inps. Per quanto ci riguarda dovrebbe dimettersi».

Critiche dai parlamentari
Sulla stessa posizione gli fa eco la deputata Carla Ruocco: «Da presidente della commissione Finanze ho trovato molto grave l'atteggiamento tenuto ieri da Tito Boeri nel corso dell'audizione sul dl dignità. Il presidente dell'Inps era stato convocato per delucidazioni tecniche, ma ha preferito prendersi la scena con dichiarazioni derisorie nei confronti del ministro del Lavoro Luigi Di Maio, a cui va tutto il mio sostegno. Qui l'unico fuori dal mondo sembra essere proprio Boeri, che sta usando l'istituzione tecnica che presiede per fini spudoratamente politici. Non è una novità, dato che in altre occasioni è intervenuto a gamba tesa su questioni che non gli competevano, ma ieri Boeri si è superato, lasciando presagire una futura carriera politica, magari a sinistra, dove in molti sembrano desiderosi di accoglierlo, a partire dai deputati della commissione Finanze che pendevano dalle sue labbra», conclude Ruocco.

Anche Conte non ci sta
Persino da palazzo Chigi filtra «forte irritazione per i toni e i contenuti» delle affermazioni rivolte da Boeri al ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico Luigi Di Maio, nel corso dell'audizione di oggi alla Camera. Fonti vicine al premier parlano di «toni inaccettabili e di espressioni fuori luogo», a maggior ragione se arrivano da una figura che dovrebbe mantenere un profilo squisitamente tecnico. Insomma, il coro che chiede le sue dimissioni sembra unanime, dal fronte grillino: ma il presidente dell'Inps sembra disposto a lasciare la sua poltrona solo se arriverà una richiesta formale da parte delle sedi istituzionali. L'irritazione di Conte sarà sufficiente per fargli compiere questo passo?