16 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Immigrazione

Interviene Mattarella: i migranti sbarcano a Trapani. Salvini: «I dirottatori devono pagare»

Il pressing del Colle sblocca il caso della nave della Guardia costiera Diciotti. Di Maio dà il suo appoggio: «Il Quirinale risolve». Il ministro dell'Interno si adegua

I migranti sbarcano a Trapani dalla nave della Guardia costiera Diciotti
I migranti sbarcano a Trapani dalla nave della Guardia costiera Diciotti Foto: ANSA / IGOR PETYX ANSA

TRAPANI – Matteo Salvini corregge la rotta ed evita la collisione in mare con il Quirinale. I toni si smorzano oggi sull'intervento di Sergio Mattarella che ieri, telefonando al presidente del Consiglio Giuseppe Conte, ha posto fine alla vicenda della nave della Guardia costiera Diciotti, dalla quale sono regolarmente sbarcati a Trapani, in attesa degli accertamenti della magistratura, i migranti trasbordati dalla Vos Thalassa che li aveva soccorsi. Nella serata di ieri il ministro dell'Interno aveva fatto trapelare lo «stupore» per la soluzione della vicenda. Del resto ancora oggi in pagina sul quotidiano Libero compare un'intervista, concessa evidentemente nel pomeriggio, nella quale il leader della Lega poneva ancora condizioni: «Finché non avrò la certezza che i responsabili dei disordini, o eventualmente chi ha lanciato dei falsi allarmi non verranno assicurati alla giustizia, da lì non scende nessuno», aveva detto.

Di Maio mediatore
Ma l'intervento di Mattarella e, a seguire, di Conte, hanno cambiato lo scenario. Non a caso Luigi Di Maio, l'altro vicepremier, si schiera parlando in tv: se Salvini abbia esagerato «non me ne frega niente – avverte – la cosa importante è che con l'intervento del presidente della Repubblica si sia sbloccata la situazione». Salvini si adegua e dice che il presidente della Repubblica «non si è mai intromesso. Non ho niente da chiarire – aggiunge – se Mattarella vuole capire cosa ho fatto sono a disposizione. L'unica cosa che mi farebbe arrabbiare è che tutti gli sbarcati della nave Diciotti finissero a piede libero: qualcuno deve pagare e ci deve esser certezza della pena. Non permetterò che finisca a tarallucci e vino». Dopo lo scontro, Di Maio lavora a riavvicinare M5S e Lega, e rilancia alcune parole d'ordine classiche dell'alleato: «Il tema vero – dice – è che l'immigrazione è un fenomeno fuori controllo sul territorio nazionale» e sul fronte delle partenze dall'Africa «la prima che deve intervenire sempre, e noi dobbiamo accodarci alle sue decisioni, è la guardia costiera libica». In ogni caso, dice ai giornalisti che lo interrogano a margine dell'assemblea di Coldiretti, quella tra lui e Salvini «non è una partita di calcio». Toni condivisi anche sulla sponda «verde» dell'alleanza: «Quello del presidente della Repubblica – commenta Gian Marco Centinaio, ministro leghista dell'Agricoltura – è stato un intervento istituzionale ma esiste anche un ministro degli Interni che deve portare avanti il programma di governo». Con il Colle niente scontro, «io credo nel rispetto dei ruoli», sottolinea l'esponente del Carroccio che però chiede implicitamente un chiarimento Mattarella-Salvini: «Spero che si vedano perché parlarsi guardandosi in faccia è meglio di una telefonata».

Reazioni in parlamento
Anche il presidente della Camera Roberto Fico, che più volte si è fatto sentire con toni critici sul tema della gestione di soccorsi e sbarchi, punta a chiudere l'incidente. A chi gli chiede se c'è tensione tra Viminale e Quirinale, Fico risponde: «No, io credo che sia tutto sotto controllo. Le commissioni territoriali saranno al lavoro. Non c'è nessun problema. È tutto sotto controllo in modo pacifico e tranquillo. Gli interventi di Mattarella penso siano sempre positivi in qualsiasi situazione per come è il nostro presidente della Repubblica». A chi gli domanda se nella divisione dei poteri non sarebbe stato opportuno un intervento del premier Conte, Fico dice: «Secondo me il governo ha lavorato insieme per superare delle problematiche e oggi mi sembra che vada tutto per il meglio». Dalle opposizioni si fa sentire Fratelli d'Italia, il gruppo finora meno ostile al Governo, con Giorgia Meloni che sostiene che «Mattarella non dovrebbe occuparsi di queste cose» e stuzzica l'alleato-non alleato leghista: «Non capisco – dice – perché Salvini non proponga l'unica cosa risolutiva, il blocco navale al largo delle coste della Libia». Il segretario del Pd, Maurizio Martina, chiede invece le dimissioni, «un passo indietro» del ministro e leader del Carroccio. «In questo paese – ammonisce – la divisione dei poteri ha ancora un valore, non vorrei che Salvini ci portasse fuori dal'Occidente. La questione è seria, non va trattata come se fossimo all'ennesima battuta della giornata, credo che sia molto grave da questo punto di vista, spero che ci sia un sussulto anche da parte della maggioranza perché subire sempre queste provocazioni non indebolisce solo il governo fa male al Paese».

(da fonte Askanews)