18 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Immigrazione

Migranti, il piano di Salvini non piace a Fico: rischio scontro tra Lega e m5s

Prime crepe tra le due forze politiche, anche se il ministro dell'Interno frena: «Nessuno screzio». Ma l'ala sinistra del M5s punta tutto sulle 'quote'

Il presidente della Camera, Roberto Fico con il premier Giuseppe Conte
Il presidente della Camera, Roberto Fico con il premier Giuseppe Conte Foto: ANSA/FABIO FRUSTACI ANSA

ROMA - Il piano di Matteo Salvini sul tema immigrazione è chiaro: chiedere alle navi italiane e alla Guardia Costiera di restare nei pressi delle coste italiane perché «nel Mediterraneo ci sono tanti Paesi che possono intervenire, il Nordafrica, Francia, Spagna, Francia, Portogallo: non possiamo permetterci di portare mezza Africa sul territorio italiano». La vicenda della nave Aquarius è stato il banco di prova. E ora che il ministro dell'Interno ha capito che buona parte dell'opinione pubblica è con lui, proverà ad alzare il tiro rendendo così prassi il #chiudiamoiporti approntato in fretta e furia per mettere mano a quella che per il Viminale è stata un'emergenza: il rischio del primo grande sbarco di migranti con il nuovo governo. Il problema, però, è che questo pugno duro convince poco i 5 stelle. Non tutti, sia chiaro. Prendiamo Roberto Fico. Per il presidente della Camera la questione da risolvere non riguarda tanto la prima accoglienza quanto le quote con cui andrebbero redistribuiti i migranti sul suolo europeo. E non è un caso se per fare un esempio (non) a caso l'esponente reputato 'più a sinistra' tra i 5 stelle abbia messo nel mirino uno dei grandi alleati di Salvini: il premier ungherese Viktor Orbàn.

La proposta di Fico: «Multe a chi non vuole le quote»
«Chi non vuole le quote allora paghi le multe. Orbàn, quindi, se non vuole le quote deve essere multato». Questa la proposta del presidente della Camera, Roberto Fico, rispondendo ad una domanda circa la questione migranti e riferendosi alla posizione del primo ministro dell'Ungheria, Viktor Orbàn. A Napoli, a margine di un convegno organizzato sul tema delle baby-gang, la terza carica dello Stato ha ribadito che «dobbiamo ridiscutere il regolamento di Dublino, che è fondamentale». Per Fico bisogna ritrattare i termini del regolamento «con la Francia e la Germania, mettendo fuori le posizioni estreme di Orban che non vuole le quote». Il presidente della Camera, all'Orto botanico, ha incontrato una delegazioni di cittadini africani che lo ha invitato a Castelvolturno, sul litorale Domizio. Invito che Fico ha accettato dichiarando che si recherà presto nella cittadina in provincia di Caserta.

Non è un caso se il M5s parla solo di Dublino
Dublino. Dublino. E ancora Dublino. Mentre Salvini guarda alla Libia, il M5s guarda solo e soltanto all'Europa. Perché l'idea di spostare 'oltre il mare' la frontiera italiana non è nata all'interno del Movimento, mentre la linea dei 5 stelle - da tempo - è quella di rivedere il regolamento per una equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri. Per semplificare in maniera estrema le posizioni, se Salvini e la Lega vogliono, in un modo o nell'altro, arrivare all'obiettivo di fermare gli sbarchi, il Movimento 5 stelle punta a gestire a livello più europeo la 'divisione' dei migranti in arrivo.

Di Stefano (M5s): «L'Italia non deve essere lasciata sola»
Per un M5s 'più a sinistra', come quello di Roberto Fico, ce n'è però uno 'più a destra'. Per Manlio Di Stefano, sottosegretario agli Esteri del MoVimento 5 Stelle, con la gestione del caso Aquarius e dello scontro con la Francia «sull'immigrazione l'Italia torna ad affermare i propri interessi in Europa. Lo fa con le proposte che il MoVimento 5 Stelle porta avanti da anni ed ora arrivano sul tavolo delle trattative europee». Non una parola, però, verso Matteo Salvini. Quando parlano, i grillini si riferiscono solo a Giuseppe Conte. anche quando chiedono, oltre a «rivedere il regolamento di Dublino è il primo passo concreto per una equa ripartizione delle responsabilità tra gli Stati membri» di «attivare centri di identificazione nei paesi di origine e transito». Che, tornando all'espressione semplicistica di cui sopra, significa 'spostare la frontiera oltre il mare'.