19 aprile 2024
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Sicurezza

Matteo Salvini ora punta alla 'stretta sui rom'

Il ministro dell'Interno sta aspettando dai suoi uffici «un dossier» sulla questione perché «dopo Maroni non si è fatto nulla. Ed è il caos»

Matteo Salvini al campo nomadi sulla via Pontina a Roma, 18 ottobre 2017
Matteo Salvini al campo nomadi sulla via Pontina a Roma, 18 ottobre 2017 Foto: ANSA/MASSIMO PERCOSSI ANSA

MILANO - Dopo i migranti, è il turno dei rom. Matteo Salvini apre un altro fronte ed è pronto, anche in questo caso, a rimboccarsi le maniche e a sbattere i pugni sul tavolo. Come sempre, con buona pace dei «buonisti». «Al ministero mi sto facendo preparare un dossier sulla questione rom in Italia, perché dopo Maroni non si è fatto più nulla, ed è il caos». E per iniziare a 'fare qualcosa' serve prima «una ricognizione sui rom in Italia per vedere chi, come, quanti», quindi «rifacendo quello che fu definito il censimento, facciamo un'anagrafe, una fotografia della situazione». E se gli stranieri irregolari andranno «espulsi» attraverso accordi fra gli Stati, per quanto riguarda «i rom italiani purtroppo te li devi tenere a casa». Parole dure, in pieno 'stile Salvini', di chi è pronto a mettere le mani sui problemi senza preoccuparsi delle ripercussioni che non sono tardate ad arrivare. I primi a insorgere contro le parole del ministro dell'Interno è stato il presidente dell'associazione 21 luglio, che da anni si occupa della tutela dei diritti di comunità rom e sinti.

La dura replica dell'Associazione 21 luglio  
«Il ministro dell'Interno sembra non sapere che in Italia un censimento su base etnica non è consentito dalla legge», afferma Carlo Stasolla, presidente dell'Associazione 21 luglio che si occupa della tutela dei diritti di comunità come rom e sinti. «Inoltre esistono già dati e numeri su chi vive negli insediamenti formali e informali - continua Stasolla - e i pochi rom irregolari sono apolidi di fatto, quindi inespellibili. Ricordiamo anche che i rom italiani sono presenti nel nostro Paese dal almeno mezzo secolo e a volte sono 'più italiani' di tanti nostri concittadini».

Il ministro vuole partire da Milano
Per quanto riguarda nello specifico la città di Milano, dove Salvini è nato e vive, il ministro ha comunicato di avere ben chiari nella mente «alcuni obiettivi» e di volersi mettere «a disposizione del sindaco». Poi un vero e proprio appello a Giuseppe Sala, che amministra il capoluogo lombardo per conto del Partito Democratico: un incontro a breve termine - tra ministro e sindaco - per discutere di «sgomberi in alcuni quartieri popolari: San Siro, via Gola, Chiesa Rossa», ma anche «di campi rom».

Salvini e il Papa
Sempre dagli studi di Telelombardia, il ministro dell'Interno ha comunicato che «probabilmente questa settimana avrò l'onore di incontrare Papa Francesco». Un incontro «che mi riempie di gioia». E riguardo le parole del pontefice su twitter di solidarietà a rifugiati e migranti, Salvini ha replicato: «Giustamente lui parla alle anime, parla del bene supremo, di tutti. Noi che siamo più piccoli e molto più legati ai problemi terreni - ha detto il ministro - ai rifugiati garantiamo il necessario ma a coloro che non scappano dalla guerra ma che pensano che in Italia ci sia casa e lavoro per tutti ci permettiamo di dire, come fanno i francesi, gli spagnoli, gli austriaci, che non ce la facciamo ad aiutare tutti».

La precisazione dopo le polemiche
«Non è nostra intenzione schedare o prendere le impronte digitali a nessuno, nostro obiettivo è una ricognizione della situazione dei campi rom» ha poi spiegato con una dichiarazione ufficiale Matteo Salvini. «Intendiamo tutelare prima di tutto migliaia di bambini ai quali non è permesso frequentare la scuola regolarmente perché si preferisce introdurli alla delinquenza. Vogliamo anche controllare come vengono spesi i milioni di euro che arrivano dai fondi europei».