29 marzo 2024
Aggiornato 10:00
Immigrazione

Aquarius rifornita di viveri e generi di prima necessità: i 629 migranti andranno in Spagna su navi italiane

I migranti saranno trasferiti su navi della Guardia Costiera e della Marina italiane

PALERMO - I 629 migranti soccorsi in mare dalla nave Aquarius, bloccati al largo delle coste siciliane a seguito del braccio di ferro tra Italia e Malta, saranno trasbordati su navi italiane e condotti in Spagna, Paese che si è pronunciato in favore della loro accoglienza: lo ha annunciato l’Ong SOS Méditerranée. Il Centro di comando per il salvataggio di Roma «progetta di trasbordare i sopravvissuti più tardi su navi italiane, dopo di che salperemo insieme verso Valencia», ha aggiunto. «Del cibo verrà consegnato a breve ad Aquarius da una nave italiana», aveva detto l’Ong su Twitter. E infatti è stata rifornita stamattina di viveri e generi di prima necessità. La nave, costantemente in contatto con il centro nazionale di coordinamento del Soccorso Marittimo della Guardia Costiera di Roma (IMRCC), è monitorata dalle motovedette della Guardia Costiera con personale sanitario a bordo, pronto a fornire assistenza sanitaria in caso di necessità.

Navi della Guardia Costiera e della Marina
Nelle prossime ore, spiega il ministero, parte dei migranti di nave Aquarius saranno trasferiti su nave Dattilo della Guardia Costiera e su una nave della Marina Militare, allo scopo di consentire il trasferimento delle tre unità verso le coste spagnole, nelle condizioni di massima sicurezza possibile per le persone presenti a bordo. Su nave Dattilo della Guardia Costiera sarà presente personale medico del Corpo Italiano di Soccorso dell'Ordine di Malta e personale Unicef a supporto dei minori. Il tempo di navigazione stimato è di 4 giorni. Per garantire assistenza immediata in caso di emergenze di carattere sanitario durante il trasferimento, sono stati allertati i Comandi territoriali della Guardia Costiera, nonché i Centri di coordinamento SAR dei Paesi nelle cui acque di responsabilità transiteranno le tre unità.

Msf: non si può arrivare in Spagna
Medici Senza Frontiere intanto chiede agli Stati membri dell'Unione Europea di facilitare lo sbarco immediato delle 629 persone. La nave si trova ancora al largo delle coste di Malta e Italia, Paesi che dispongono dei porti sicuri più vicini e che stanno fornendo approvvigionamenti, ma che continuano a negare l'autorizzazione a sbarcare. Msf ha "molto apprezzato l'importante segno di solidarietà della Spagna, che ha offerto Valencia come porto di sbarco. Ma raggiungere la Spagna implica che le persone soccorse, già esauste, dovrebbero sopportare altri quattro giorni di navigazione in difficili condizioni e con il meteo in peggioramento». Le autorità italiane hanno offerto di trasferire 500 persone su altre navi e navigare insieme fino a Valencia. Per MSF l'opzione migliore è di sbarcare le persone soccorse nel porto più vicino, a Malta o in Italia, e successivamente trasferirle con altri mezzi in Spagna o in altri paesi sicuri per ricevere ulteriore assistenza umanitaria e legale. 

Alla ricerca del porto più vicino
"Non è possibile rimandare ancora lo sbarco" ha detto Dan Beversluis, medico di MSF a bordo della Aquarius. "La priorità deve essere di sbarcare immediatamente tutte le 629 persone - tra cui 123 minori non accompagnati, 11 bambini e 6 donne incinte - nel porto sicuro più vicino. La situazione medica a bordo è stabile per ora ma le persone sono esauste e sotto pressione». Quando le persone soccorse in mare "saranno state sbarcate in un porto sicuro, i governi e le istituzioni europee dovranno individuare le migliori soluzioni condivise per supportare i paesi in prima linea come l'Italia che devono gestire gli arrivi di rifugiati, richiedenti asilo e migranti sulle proprie coste». "Negare lo sbarco a persone disperate soccorse in mare non può essere considerata una vittoria: è la risposta sbagliata alla mancanza di responsabilità e condivisione degli oneri tra gli Stati membri dell'Unione Europea" dichiara Aloys Vimard, coordinatore di MSF a bordo dell'Aquarius. "Tutti i governi e le istituzioni europei devono entrare in azione e sostenere i paesi che sono in prima linea a gestire gli arrivi dal mare, come l'Italia, per garantire soluzioni condivise e porre fine all'inaccettabile silenzio e inazione degli Stati europei".