19 marzo 2024
Aggiornato 04:30
Governo

Le pressioni di Lega e M5s fanno infuriare il Quirinale: «Niente diktat»

Il presidente della Repubblica stizzito dai giochi in corso sulla scelta dei nomi dei ministri. Salvini: «Nessun diktat, solo idee e proposte»

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ROMA - Ora basta. Sergio Mattarella ha avvertito Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Al centro, la scelta dei nomi dei ministri: «Al Quirinale stanno attendendo i risultati delle consultazioni di Giuseppe Conte dopo l'incontro di ieri» ma, alla domanda dei cronisti presenti se esistano veti presidenziali su alcuni ministri, ovvio il riferimento a quello di Paolo Savona all'Economia, dal Quirinale rispondono in maniera stizzita che «il tema all'ordine del giorno non è quello di presunti veti ma, al contrario, quello dell'inammissibilità di diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica nell'esercizio delle funzioni che la Costituzione attribuisce a tutti due».

La strigliata del Quirinale a Salvini e Di Maio
Il problema di queste ore non sono i presunti veti che secondo alcuni il Quirinale starebbe ponendo su questo o quel ministro della futura squadra di governo di Giuseppe Conte ma quello degli inammissibili diktat nei confronti del presidente del Consiglio e del presidente della Repubblica verso la loro attività istituzionale così come dettato dalla Costituzione. Al Colle atttendono l'esito delle consultazioni avviate questa mattina dal premier incaricato e nello stesso tempo chiariscono che la Costituzione prevede scelte condivise tra presidente della Repubblica e presidente del Consiglio sulla scelta dei ministri. Insomma emerge nuovamente dal Quirinale (come già fatto intendere nei giorni scorsi) la preoccupazione che si cerchi di limitare l'autonomia di scelta, nell'esercizio delle loro funzioni costituzionali, del capo dello Stato e del premier incaricato.

Salvini: «Nessuna pressione, solo idee e proposte»
Al termine dell'incontro con il premier incaricato, Giuseppe Conte, Matteo Salvini ha provato a chiudere le polemiche, con il Quirinale: «Ottimo confronto con Giuseppe Conte: idee, proposte, un mondo diverso rispetto a quello che leggiamo su qualche giornale. Si parla del futuro fuori dal palazzo, nel Paese. Ci siamo confrontati su come realizzare ciò che ci hanno chiesto gli italiani: giovani, lavoro, immigrazione, infrastrutture. Lasciamo al professor Conte l'onore e l'onere di proporre i nomi e i ruoli di chi si farà carico di realizzare ciò che gli italiani stanno aspettando. Noi proponiamo idee e suggerimenti. Siamo sicuri che una volta che si passerà dalle parole ai fatti chi aveva preoccupazioni le dismetterà. Il nostro obiettivo comune è fare bene per l'Italia, aiutare le aziende a lavorare meglio e di più e i giovani a tornare a casa. Far tornare l'Italia a contare nel panorama europeo e mondiale. Col massimo rispetto non vediamo l'ora di iniziare a realizzare qullo che abbiamo sottoscritto nel governo del cambiamento. Siamo felici che il Paese nelle prossime ore possa avere un govero che passi dalle parole ai fatti».

Intanto da Bruxelles provano a calmare le acque
«L'Italia è una democrazia; ci sono sempre nuovi governi in Europa: prenderemo il nuovo governo italiano precisamente come abbiamo sempre fatto con altri nuovi governi». Con queste parole il presidente dell'Eurogruppo, Mario Centeno, rispondendo ai giornalisti al suo arrivo alla riunione dei ministri dell'Eurozona, a Bruxelles, ha provato a mettere a tacere le polemiche che potrebbero scaturire una volta insiediatosi in Italia il governo 'legastellato'. Centeno ha spiegato che l'Eurogruppo discuterà nelle prossime ore anche le proposte per il completamento dell'Unione bancaria e l'approfondimento dell'Unione economica e monetaria, in vista del vertice Ue di giugno, da cui ci si attende le decisioni dei capi di Stato e di governo. «Io sono impaziente di lavorare con il nuovo governo italiano anche in questo importantissimo tentativo», ha detto il presidente dell'Eurogruppo. «Continueremo a lavorare con tutti i paesi membri e sicuramente anche con il nuovo governo italiano in questo dibattito strategico molto importante», ha aggiunto Centeno. Sul processo in corso in Italia, ha continuato, «non ho nessuna preoccupazione: è un processo democratico. Ci sono molti paesi in Europa, e dobbiamo lavorare insieme a tutti i paesi, con i loro vari governi».