28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Governo

Conte convocato al Quirinale, M5s e Lega «pronti a partire con la Terza Repubblica»

Il premier indicato da Matteo Salvini e Luigi Di Maio dal presidente Mattarella per il conferimento dell'incarico

Luigi Di Maio e Giuseppe Conte in una immagine del 01 marzo 2018 in occasione della presentazione della squadra di governo del M5S a Roma
Luigi Di Maio e Giuseppe Conte in una immagine del 01 marzo 2018 in occasione della presentazione della squadra di governo del M5S a Roma Foto: ANSA/ALESSANDRO DI MEO ANSA

ROMA - Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato per le 17.30 al Quirinale il professor Giuseppe Conte. Lo riferisce il Quirinale in una nota. Una notizia arrivata in piena polemica, con il Movimento 5 stelle che si era detto pronto a un ritorno alle urne. Una posizione confermata anche dalla deputata del Movimento 5 stelle, Laura Castelli: «Se si tornasse alle urne? Il Movimento 5 Stelle non ha paura di andare al voto. Forse sono altri ad avere paura perché temono di non essere rieletti. Il Movimento 5 stelle, così come la Lega Nord, non ha problemi da questo punto di vista». Poco dopo, però, l'annuncio del Quirinale salutato da Luigi Di Maio, a caldo, ai microfoni dei giornalisti: «Oggi comincia la terza Repubblica, ve l'avevo detto, l'avevo promesso. Ovviamente il presidente decide ma se è stato convocato...». La decisione del capo dello Stato è arrivata dopo la richiesta di conferma, su espressa domanda del Quirinale, sulla decisione presa: sia Matteo Salvini che Luigi Di Maio hanno confermato la proposta di conferimento dell'incarico per la formazione del governo al professor Giuseppe Conte. Anche la Lega Nord ha salutato con soddisfazione la notizia della convocazione di Giuseppe Conte al Quirinale: «Pronti a partire» il commento del Carroccio.

Il M5s compatto sul nome di Giuseppe Conte
Per Danilo Toninelli, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato, intervenuto su Radio 24, «non ci sono alternative: o Conte o il voto». Perché «Questa evenienza del 'Se non venisse dato l'incarico' non esiste», spiega Toninelli sull'ipotesi di una decisione diversa da parte del presidente Mattarella, «e per me non è commentabile». Conte insomma rimane l'unico nome del Movimento per l'incarico di premier: «Al cento per cento, il professor Giuseppe Conte oltre a essere un docente ordinario di diritto privato è una persona che io conosco, che il Movimento Cinque Stelle conosce. Non lo abbiamo tirato fuori dal cilindro 48 ore prima come venne fatto con Monti. Non è un tecnico, è un esperto che ha messo la faccia senza chiedere niente». Infine, una battuta in risposta a chi continua a sostenere come anche questo di Lega e M5s sia un governo tecnico: «Conte ha alle spalle circa 17 milioni di voti, che sono i cittadini italiani che ci hanno votato il 4 marzo, e non sarà certo per una stupidaggine inventata relativa al suo curriculum a cambiare le cose».

Anche per la Lega Nord Conte è l'unica ipotesi
Come il M5s, anche la Lega Nord è compatta intorno al nome di Giuseppe Conte, ritenuto il giusto profilo di mediazione tra le due forze politiche. Per Lorenzo Fontana, vicepresidente della Camera e vicesegretario della Lega «il nome resterà questo» perchè «se dovesse cambiare si dovrebbe rivedere un po' tutto l'equilibrio della squadra di governo e il problema sarebbe molto serio. La Lega ha dovuto rinunciare a molto. Si è stabilito un nome in comune che non poteva essere quello dei due leader. Salvini, per tentare di dare un governo al paese ha rinunciato a fare il leader della coalizione di centrodestra con la quale ha preso più voti rispetto al Movimento 5 stelle».

Anche Alessandro Di Battista per Conte premier
E a difesa del nome di Giuseppe Conte torna in campo, da politico, anche Alessandro Di Battista: «Il presidente Mattarella - il suo appello su Facebook - per giorni ha insistito sull'urgenza di formare un governo nella pienezza delle sue funzioni. Ebbene, finalmente, una maggioranza si è formata» per «un governo capace di ristabilire un principio sacrosanto in democrazia: il primato della politica sulla finanza. Mi rendo conto che ristabilire questo principio possa far paura a qualcuno, ma non dovrebbe intimorire chi ha l'onore di rappresentare l'unità nazionale».