Alluvione 2011, per la giurisprudenza, ora, l'errore nelle sentenze non si può correggere!
Lo affermano i giudici di Appello che hanno compiuto lo sbaglio: "L'ordinamento non conosce ipotesi di rimedio per l'errore compiuto". Nell'alluvione morirono 4 donne e 2 bambine
GENOVA - L'errore nel dispositivo della sentenza d'appello per l'alluvione del novembre 2011 non può essere corretto adesso. Lo hanno stabilito i giudici di secondo grado, gli stessi autori dello sbaglio, che sabato hanno sciolto la riserva.
LE PAROLE DEI GIUDICI - «Nella sentenza, purtroppo, c’è una difformità tra il dispositivo letto in aula al momento della sentenza e quello trascritto", affermano i giudici. La giurisprudenza in merito ha dei precedenti tutt'altro che rosei, con annullamenti o rimandi sanciti dalla Cassazione.«Deve prendersi atto - scrivono i giudici - che l'ordinamento non conosce ipotesi di rimedio a fronte dell'errore materiale compiuto. Neppure la correzione invocata dalle parti civili, alla quale solo il responsabile civile Comune di Genova si è opposto, è praticabile come sostenuto dalla corte di Cassazione».
L'ERRORE - Alla lettura del dispositivo di appello i giudici avevano confuso due capi di imputazione calcolando, al ribasso, le condanne per l'ex assessore comunale Francesco Scidone e per il dirigente comunale Gianfranco Delponte. La corte aveva fissato un'udienza per correggere l'errore. La stessa procura generale e i difensori dei due imputati avevano sottolineato che la correzione non era possibile in quella sede.
«Nella sentenza, purtroppo, c’è una difformità tra il dispositivo letto in aula al momento della sentenza e quello trascritto», confessano a Palazzo di Giustizia. E la giurisprudenza in merito ha dei precedenti non di poco conto. Con annullamenti o rimandi sanciti dalla Cassazione.
I FATTI - Nell'alluvione morirono quattro donne e due bambine. La sentenza di appello era stata letta lo scorso 23 marzo. E oltre a confermare la condanna a cinque anni per l'ex sindaco Marta Vincenzi erano stati condannati Scidone a 2 anni e 10 mesi (quattro anni e nove mesi in primo grado), a 2 anni e nove mesi Delponte (che in primo grado aveva avuto quattro anni e cinque mesi), a 4 anni e 4 mesi Pierpaolo Cha (un anno e quattro mesi in primo grado) e 2 anni e 10 mesi a Sandro Gambelli (un anno in primo grado). Accusati di omicidio e disastro colposo e falso per un verbale falsificato. Sono stati assolti per il reato di calunnia. Condannato a otto mesi l'ex coordinatore dei volontari di protezione civile Roberto Gabutti che era accusato solo di falso e calunnia e era stato assolto in primo grado.
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