19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Governo

Di Maio a sorpresa fa un passo di lato: governo M5s-Lega con premier terzo scelto con Salvini

Il capo politico M5s ospite di Lucia Annunziata spiega il cambio di rotta e la proposta a Matteo Salvini

ROMA - "Io faccio un passo indietro, Salvini fa un passo indietro, ma c'è un altro che deve fare un passo indietro" riferendosi a Silvio Berlusconi. Così il capo politico M5S Luigi Di Maio a '1/2h In Piu" su Rai3 spiega di avere parlato a Salvini di questa possibilità "un po' di tempo fa", ricordando che "il dialogo non è andato avanti perché c'è il tema del centrodestra». Se il punto è realizzare cose per gli italiani, fare un programma, e quell'ostacolo è Luigi Di Maio premier, "come ho detto scegliamo insieme un presidente del Consilgio che non sia io", ha aggiunto. Di Maio conferma a Lucia Annunziata che insieme a Salvini "possiamo scegliere un presidente del Consiglio che non sia io e che non sia Salvini, visto che è disponibile anche lui. Scegliamo una persona politica, l'ultimo dei problemi, se della Lega o del M5s. Scegliamo una personalità che possa rappresentare le due forze». Anche un tecnico? Sì, "purché sia una personalità in grado di gradire e comprendere il momento storico: questa è la differenza con i tecnici". Il capo politico del Movimento Cinque Stelle, dunque, per la prima volta dopo 60 giorni si dice disponibile a fare un passo indietro e scegliere con Matteo Salvini un altro premier alla guida di un governo politico.

Un presidente terzo, ecco con quali caratteristiche
Insomma, serve un Presidente del Consiglio terzo, una personalità in grado di "connettersi con le esigenze del Paese, una persona di testa e cuore in grado di realizzare ciò che i cittadini ci hanno chiesto: reddito di cittadinanza, via la Legge Fornero, una seria legge anticorruzione». In questi due mesi il MoVimento 5 Stelle ha fatto, dice, il possibile per dare al Paese un governo del cambiamento che finalmente lavori per i cittadini. "Un'impuntatura sulla mia persona non c'è mai stata, perché l'unica cosa che mi sta a cuore è migliorare davvero la vita delle persone: è questa la soddisfazione più grande che posso avere", ha puntualizzato Di Maio. "Noi stiamo provando in tutti i modi a dare una soluzione politica al lavoro del Presidente Mattarella, anche per impedire che arrivi un algido tecnico che guarda ai numeri più che alle reali esigenze della gente. Se saremo in grado di fare un governo politico di questo tipo - noi e la Lega - bene, altrimenti per noi si dovrà tornare al voto. Di certo l'alternativa di un governo tecnico non riceverà il nostro appoggio".

Il rischio del fallimento della democrazia
Se il M5S ha condiviso "alcune regole" come il "dialogare con gli altri perché non abbiamo la maggioranza assoluta e si riceve solo il 2 di picche il vero grande rischio è che una forza politica come la nostra cominci ad allontanarsi dalla democrazia rappresentativa». Un rischio che non riguarda gli "esponenti" del Movimento ma "c'è il rischio che si dica che è il fallimento della democrazia rappresentativa, quello che si crea non è un'ingiustizia, è la disaffezione alle istituzioni della Repubblica che può sfociare in tante cose. Non voglio minacciare nulla perché io scongiuro qualsiasi tipo di azione non democratica, ma c'è questo rischio che tutta la gente che crede in questo Movimento cominci a non credere più nelle istituzioni in quanto tali». Che il Movimento sia "un argine a derive è chiaro".

Governo politico M5s-Lega
L'unica possibilità alternativa ad andare alle urne è un "governo politico M5S-Lega" con un premier scelto da Di Maio e Salvini. "Non possiamo votare la fiducia ad un governo del presidente, voteremmo contro». E ancora: "Rendere persone che nessuno ha votato e metterle lì, che nessumo conosce e nessuno prevedeva il Movimento non c'è. Se siamo in grado di fare un governo bene altrimenti parte un governo tecnico che noi non voteremo", ha detto Di Maio. "Al di là delle figure che individuerà il Presidente, non sono persone che hanno una connessione con il Paese. Non è né un pregiudizio nei confronti del governo del presidente né verso i tecnici ma io credo molto nel fatto che ci debbano essere governi politici", ha proseguito. "Per il governo del Presidente - ha puntualizzato Di Maio - oggi non ci sono i numeri, perché se noi non si siamo e a quello che sento non c'è neanche la Lega di Salvini non c'è una maggioranza".

Su un Gentiloni bis...
Attenzione però, avverte Di Maio: "E' da scongiurare assolutamente" il rischio che si vada all'esercizio provvisorio che porterebbe l'aumento dell'Iva. Ora bisogna fissare con una legge quello che "prevediamo nel documento e questo lo si può fare con un decreto legge manovrina sia a luglio, sia a settembre, nel caso di elezioni ad ottobre, e quello noi saremmo disponibili a sostenerlo perché l'obiettivo è scongiurare l'aumento dell'Iva». Quindi, ha proseguito Di Maio, "c'è tutta la disponibilità del Movimento a tenere i conti in ordine. L'unica cosa in cui non mi voglio lanciare è che per tenere i conti in ordine con le procedure ordinarie dobbiamo tollerare governi che non rappresentino il popolo italiano». "Ci sarebbe la disponibilità con il ministro attualmente in carica per gli affari correnti a gestire questa emergenza anche perché questo governo Gentiloni comunque ha fatto dei decreti legge in questi giorni, su Alitalia e su Ilva». Alla domanda se preferirebbe allora la prosecuzione del governo Gentiloni rispetto a un governo tecnico, Di Maio ha risposto: "No, aspetti un attimo. Il Presidente vorrebbe mandare alle Camere un governo pur sapendo che non avrebbe la maggioranza? Vedremo domani. Sarebbe comunque un governo in carica per gli affari correnti e che non potrebbe fare nulla come il governo Gentiloni".

Nessuna pressione a Mattarella
Il presidente della Repubblica va per esclusioni, se ci sono delle condizioni prende delle decisioni, se non ci sono soluzioni interviene lui. Quello che hanno provato a fare, continua Di Maio, negli ultimi sessanta giorni è non mettere in condizione il presidente di assumere scelte autonome per dare un governo a questo Paese, spiega ancora Di Maio. "Se lui è arrivato a questo punto è perché noi forze politiche non abbiamo trovato una intesa. Ci sto riprovando. Ma se da questa trasmissione dovesse uscire che Di Maio sta minacciando il Quirinale lo smentisco qui perché il presidente della Repubblica non solo lo conosco come garante e non voglio fare pressione al presidente della Repubblica", ha concluso Di Maio.  "Si può votare a fine giugno o a luglio se si vuole, ma lo dico non perché sia la mia speranza ma perché resta l'unica alternativa".