29 marzo 2024
Aggiornato 12:00
Corruzione

Napoli, corruzione per smaltire rifiuti. Nel mirino politici, imprenditori e cronisti

Fanpage ha scoperchiato un sistema di corruzione per smaltire i rifiuti che coinvolge politici e imprenditori. Ma nel mirino ci sono anche alcuni cronisti

NAPOLI - Non riguarda il voto di scambio ma la corruzione il nucleo centrale dell'inchiesta che ha portato oggi alla perquisizione degli uffici della Sma (partecipata della Regione Campania che si occupa di ambiente e rifiuti) e del consigliere regionale campano, e candidato per Fratelli d'Italia, Luciano Passariello. Diffusa nel pomeriggio sui siti di molte teste giornalistiche partenopee, la vicenda è stata oggetto di precisazioni, fornite con la massima cautela, da parte del procuratore Giovanni Melillo che in una nota spiega come perquisizioni e sequestri siano «finalizzati alla doverosa verifica di plurime e articolate acquisizioni informative rivelatrici dell'esistenza di accordi corruttivi diretti al controllo illecito degli appalti pubblici nel delicato settore del trasporto e dello smaltimento dei rifiuti in Campania».

Induzione alla corruzione?
Il coinvolgimento di cronisti della testata Fanpage riguarda il fatto che da mesi si stava lavorando a un'inchiesta giornalistica che aveva messo in moto situazioni compromissorie per politici e imprenditori. Situazioni che, filmate da telecamere nascoste, la procura considera «induzione alla corruzione» e, per questo motivo, coinvolge il direttore responsabile e il reporter. Sulla testata fanpage.it si parla di un'indagine scaturita a fronte dell'inchiesta giornalistica (che potrebbe essere pubblicata anche domani) ma la procura sottolinea, invece, che le indagini sono due e distinte. Una coordinata dalla DDA, l'altra dalla sezione Reati contro la pubblica amministrazione.

Complessità
Molto probabilmente la decisione della procura di disporre perquisizioni e sequestri nella giornata di oggi è stata presa perché si immaginava che presto sarebbero stati resi pubblici i servizi video in questione. Non a caso gli inquirenti hanno sequestrato copie dei servizi giornalistici che, assicura la testata in questione, saranno comunque divulgati. «Le attività del caso - spiega ancora la nota della procura - sono state rese necessarie e indifferibili dalla rilevata gravità del rischio di dispersione probatoria collegato all'annunciata diffusione di notizie e immagini in grado di pregiudicare gravemente le investigazioni sulle gravi ipotesi delittuose fin qui individuate (corruzione aggravata ai sensi dell'art 7 l. 203/1991, corruzione, finanziamento illecito di partiti politici)». «La delicatezza e la complessità delle attività d'indagine in svolgimento - conclude la nota del procuratore Melillo - impongono di mantenere il più stretto riserbo».